Ticino

Una mozione per aiutare il vino ticinese

La stretta sulla ristorazione e i problemi di export rischiano di conduree a una vendemmia solo parziale e grandi perdite. Una proposta trasversale

(archivio Ti-Press)
17 aprile 2020
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Una mozione firmata da granconsiglieri di numerosi partiti chiede un aiuto speciale al settore vitivinicolo ticinese, anch’esso colpito dalla crisi legata al coronavirus. Nel testo – primo firmatario Lorenzo Jelmini – si ricorda che mentre altri prodotti agricoli beneficiano almeno della forte domanda da parte della grande distribuzione, il vino si vede fortemente penalizzato dal fermo di ristoranti e alberghi, bar ed eventi. Inoltre si constaterebbe un calo negli acquisti di vino al dettaglio, al quale si aggiungono i problemi dell’export dovuto alle limitazioni dei trasporti. Il risultato: “Le conseguenze più immediate sono che le scorte, di per sé già alte, non diminuiscono e per la vendemmia 2020 alcune cantine stanno già valutando se ritirare o meno le uve. Il rischio che si propenda per il ritiro parziale è grande e questo andrebbe a colpire anche piccoli coltivatori. Questi, dopo aver investito tempo ed energie per la cura dei propri vigneti, si vedrebbero costretti a gettare gran parte della produzione della prossima vendemmia”. Per questo i deputati chiedono contributi a fondo perduto per l’eliminazione degli stock accumulati, per consentire alle cantine di acquistare le uve della prossima vendemmia. “Gli stock eccedenti andrebbero distillati o eliminati”.  Si chiedono anche aiuti alla promozione del prodotto, sgravi fiscali e misure per agevolare la collaborazione con la grande distribuzione.

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