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Disinfettanti e mascherine da usura, la polizia sta indagando

Alcol e flaconi più cari, dunque si alza il prezzo dei gel per le mani in farmacia. Zanini: 'Verifichiamo chi sta approfittando per aumentare i guadagni'

Preparare il disinfettante in farmacia è più caro, alcol e barattoli sono difficili da trovare, ma c'è chi esagera coi prezzi. (foto Keystone)
3 aprile 2020
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L’emergenza coronavirus fa schizzare i prezzi di mascherine e gel disinfettanti. Anche in farmacia si incappa in prezzi folli: 12 franchi per una mascherina chirurgica; 50 franchi per quella (FFP2) più protettiva; 29 franchi per un piccolo disinfettante per le mani, che di regola costa qualche franco. Prezzi giustificati o c’è chi sta speculando vergognosamente sulla pandemia? Lo abbiamo chiesto a Mister Prezzi, l’incaricato federale della sorveglianza dei prezzi, che è stato sommerso dalle lamentele. Con il suo staff sta verificando prezzi e motivazioni di farmacie e produttori. Per i gel disinfettanti, a volte prodotti dalle stesse farmacie, l’aumento di prezzo talvolta può essere giustificato, ma non sempre è così: «Anche tra chi vende le mascherine c’è chi cerca di trarre profitto dalla crisi. È un atteggiamento cinico e immorale», dice Stefan Meierhans. In diversi cantoni, le autorità penali si sono mosse - spiega Meierhans - ipotizzando reati di usura e frode per chi applica prezzi esorbitanti. A Ginevra, l’Ufficio del farmacista cantonale ha inviato una circolare ai farmacisti dove parla di prezzi esorbitanti, giudicati “inaccettabili dal punto di vista deontologico, anche se c’è penuria” e avvisa i farmacisti che a fine pandemia si faranno i conti: “Chi avrà maggiorato i prezzi sarà sanzionato”. Anche in Ticino l’attenzione è alta, come ci conferma il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini: “Abbiamo ricevuto numerose lamentele e sollecitazioni a intervenire, riguardano sia farmacie, sia negozi, sia ditte e commercianti. Personalmente mi sto preoccupando di garantire approvvigionamento e distribuzione del materiale protettivo e dei medicamenti. Tuttavia un gruppo della Polizia cantonale - con cui collaboro - sta trattando queste segnalazioni e monitorando le vendite sul territorio cantonale. Laddove è giusto, ci saranno sanzioni», spiega Zanini. L’indagine di polizia analizzerà quanto è costato il prodotto e a quanto ammonta il ricarico. Chi avrà approfittato della situazione rischierà una sanzione. 

Zanini, ‘Alcuni rivenditori hanno praticato prezzi da usura’

Il farmacista cantonale non è competente per disinfettanti per mani e superfici (non sono considerati medicamenti) ma lo è per le mascherine chirurgiche (quelle “rettangolari”) che servono a proteggere gli altri dalle infezioni. Pur ricordando che per questi prodotti siamo in un libero mercato e non c'è un gran margine di manovra per controllare l'evoluzione dei prezzi, Zanini parla di casi da usura: “Ci sono certamente stati rivenditori che con i prezzi praticati hanno superato i limiti della deontologia; più difficile è affermare o accertare che abbiano anche superato i limiti del lecito, approfittando dello stato di necessità dei loro clienti e praticando prezzi da usura. Vedremo».

Il disinfettante costa di più e non tutti sono ladri, la polizia verificherà a quanto ammonta il ricarico

Nelle ultime settimane – ci spiega Meierhans – molte farmacie hanno iniziato a produrre i propri disinfettanti per le mani, sono più cari di quelli industriali, perché anche alcol e contenitori, che sono molto ricercati, costano di più». Un aumento dunque che in alcuni casi può essere giustificato. Anche il farmacista cantonale Zanini ci conferma che il costo di alcol e flaconi sono aumentati molto a livello internazionale, e in diversi casi, sono diventati anche molto difficili da reperire. «Non deve dunque stupire se il prezzo dei disinfettanti in farmacia e negli altri negozi sia praticamente raddoppiato. Questo non significa ancora che il venditore sia un ladro. Con l’indagine di polizia attualmente in corso stiamo proprio andando a vedere quanto il prodotto è costato e a quanto ammonta il ricarico. Un conto è far pagare di più perché si è speso di più, un altro conto è alzare il prezzo per approfittare della situazione e aumentare il proprio guadagno». Purtroppo c’è chi approfitta della situazione per arricchirsi, ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: «C’è anche chi, silenziosamente, ti aiuta a un prezzo onesto e addirittura chi per darti una mano ci rimette del suo. Infatti stiamo ricevendo numerosi aiuti disinteressati e anche diverse donazioni», spiega.

La difficile scelta del farmacista cantonale sui prezzi esosi delle mascherine

È fuori dubbio che anche con le mascherine i prezzi sono aumentati notevolmente in poche settimane. “Prima di Natale una mascherina chirurgica si poteva comperare sul mercato all’ingrosso per 10 centesimi o poco più. A fine febbraio il prezzo di riferimento aveva già raggiunto quasi 1 franco (adesso invece i prezzi sono in discesa)”, spiega sempre Zanini. Davanti a questi prezzi anche per il farmacista cantonale è difficile decidere come comportarsi. “Se comperiamo, contribuiamo al rialzo dei prezzi e magari alimentiamo gli approfittatori; se non comperiamo, rischiamo di non riuscire più a proteggere il nostro personale sanitario. Finora abbiamo sempre scelto con convinzione in favore delle persone, accettando offerte che solo poche settimane fa avremmo sdegnosamente rifiutato”, conclude.

Anche Mister Prezzi sta facendo verifiche sui prezzi delle mascherine: «Stiamo ancora valutando la situazione. Anche qui, parte del problema sarà la disponibilità. I consumatori devono valutare se ne hanno davvero bisogno. È importante siano messe a disposizione dove sono urgentemente necessarie. La Confederazione collabora con i Cantoni per garantire che ciò avvenga», conclude. 

 

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