Ticino

Covid-19, l'appello del governo: 'Aiutateci a ridurre contagi'

Raffaele De Rosa: 'Proteggiamo i gruppi a rischio, serve l'aiuto di tutti'. Merlani: '218 contagiati stamattina, 258 nel pomeriggio: la curva è troppo veloce'

Ti-Press
13 marzo 2020
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218 casi questa mattina, 258 questo pomeriggio. 52 persone ricoverate, in più 13 si trovano in terapia intensiva. "La velocità di contagio da coronavirus è eccessiva rispetto alla curva che vorremmo avere, dobbiamo intervenire come cittadini": è questo l'appello che il medico cantonale Giorgio Merlani rivolge alla popolazione durante la conferenza stampa di aggiornamento appena terminata. Una situazione così delicata prevede soluzioni importanti, come quelle decise questa mattina dal governo, ma non sono sufficienti. Nel senso che, spiega Merlani, "i giovani devono capire che sebbene il loro rischio di contagio porti conseguenze blande in caso di infezione, così non potrebbe essere per i loro genitori, per i loro nonni o fratelli maggiori. Se qualcuno avesse bisogno, il pronto soccorso potrebbe non reagire come siamo abituati". Perché "il mondo sta cambiando", perché "non serve a niente chiudere le scuole se poi i giovani si trovano ancora fuori tra di loro, si trasmettono il virus e poi magari lo portano a casa". Non solo i sanitari al fronte, "ma tutti i cittadini devono fare un pezzo di lavoro importante. Sennò questo virus avrà un impatto ben maggiore di quello che speriamo abbia".

Vitta: 'Domani misure restrittive per l'economia privata'

Le misure, quindi. Già annunciate in mattinata, è il presidente del Consiglio Christian Vitta a spiegarle: "L'amministrazione pubblica garantrà servizi di base, interrompendo quelli non prioritari", per cominciare. Misure restrittive per l'economia privata "saranno comunicate domani, ma l'invinto alle aziende è di garantire sin da ora i servizi di base riducendo le proprie attività". Sempre per l'economia, arriveranno "misure puntuali e immediate di intervento e sostegno. Che andranno a unirsi allo strumento del lavoro ridotto, sono già oltre 800 le domande giunte in Ticino, e alla fideiussione".

Bertoli: 'Chiusura delle scuole perché con misure per l'economia cala rischio di scambio intergenerazionale'

In attesa delle "misure puntuali", ve ne è un'altra, protagonista del dibattito pubblico di questi giorni: la chisura anche delle scuole dell'obbligo. Ed è il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli a spiegare la genesi del provvedimento, in contrasto con quanto deciso solo mercoledì. "Quel giorno in questa sala ho annunciato la chiusura delle scuole post-obbligatorie pubbliche e private. Per ragioni sanitarie, non scolastiche: sanitarie. Era presente Daniel Koch, dell'Ufficio federale di salute pubblica, che ci ha ricordato come il tenere aperte le scuole dell obbligo andava nel senso di ridurre al massimo la possibilità di incontro tra generazioni, e utile per ridurre le ospedalizzazioni". Cosa è cambiato, quindi? È cambiato, prosegue Bertoli, che "non per imposizione o consiglio di Berna, le decisioni che abbiamo preso riguardo all'economia, permetteranno ai genitori di essere a casa e in questo contesto la chiusura delle scuole dell'obbligo può essere utile se accompagnata all'accudimento di bambini e ragazzi non da parte dei nonni o persone anziane, che sono a rischio". 

Gobbi: '40 mila ingressi in meno alle dogane. Ma se ho un problema alla porta, la porta devo chiuderla'

Le frecciate a Berna arrivano da Norman Gobbi, direttore del Dipartimento istituzioni: "Se ho un problema alla porta, la porta devo chiuderla" commenta a riguardo della decisione della Confederazione di "non prendere decisioni di polizia sanitaria, non controllando la temperatura delle persone che entrano in Svizzera come vorrebbe l'articolo 41 della Legge federale sulle epidemie". Ecco spiegato quindi il "purtroppo" con cui Gobbi dà notizia del fatto che sul tema dei controlli al confine "non ci sono novità": restano chiusi i 9 valichi minori, e basta. Sempre al confine, Gobbi segnala che "gli ingressi sono scesi da 68 mila a 28 mila al giorno".

De Rosa: 'Serve un grande atto di solidarietà'

Dal direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa - che si rivolge a tutti "come papà, figlio e nipote" - arriva un avviso forte: "Le decisioni prese oggi non saranno sufficienti se tutti non prendiamo consapevolezza e agiamo nell'interesse della comunità". De Rosa chiede "un grande atto di solidarietà", e ricorda le misure "importanti e non da banalizzare" che sono rappresentate dalla distanza sociale, dal lavarsi sempre bene le mani e dal seguire le indicazioni presenti sul sito www.ti.ch/coronavirus. Di oggi anche la notizia di una nuova campagna di sensibilizzazione verso gli anziani e i gruppi a rischio, vulnerabili. Si chiama "Distanti ma vicini", e raggiungerà queste persone direttamente nella bucalettere con un flyer informativo, o attraverso i media con degli avvisi. Si tratta, in buona sostanza, "di accrescere in tutti noi la consapevolezza che un comportamento adeguato nei confronti di chi è a rischio è fondamentale. Manteniamo i contatti: via telefono, via messaggio, via mail o con i social network. Facciamo sentire la nostra solidarietà e amicizia, senza mettere a rischio di può essere maggiormente in pericolo". L'interesse collettivo, prima di tutto. La solidarietà, ancor di più.

 

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