Ticino

Primo caso di coronavirus in Ticino, è un 70enne alla Moncucco

Il paziente è stabile ed è ricoverato in isolamento alla clinica luganese. La Svizzera, comunicano le autorità, 'non chiuderà i confini'

La conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline ©Ti-Press
25 febbraio 2020
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C'è un primo caso di coronavirus (Covid-19) confermato in Svizzera. Stando al Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) il paziente è in Ticino. Si tratta di un 70enne infettato a Milano lo scorso 15 febbraio. Il paziente è stabile ed è ricoverato in isolamento in un ospedale ticinese. Aveva manifestato i primi sintomi il 17 febbraio, mentre il test di accertamento è stato effettuato ieri. 

La direzione della clinica Moncucco ha confermato poco fa tramite un comunicato che il paziente affetto da coronavirus è ricoverato presso la struttura luganese.

"La clinica sta ponendo la massima attenzione alla gestione di questo caso, garantendo la sicurezza di tutti i pazienti e dei propri collaboratori – scrive la direzione della Moncucco nella nota –. I contatti con l'Ufficio del medico cantonale del Canton Ticino e con l’Ufficio federale della sanità pubblica  sono costanti, così da mantenere monitorata la situazione e garantire il pieno rispetto dei protocolli di presa a carico".

Merlani: 'Il primo caso di contagio era solo questione di tempo', dalla conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline

«Ci troviamo di fronte a quello che avevamo previsto, era solo questione di tempo», ha detto Giorgio Merlani, medico cantonale, durante la conferenza stampa tenutasi a Palazzo delle Orsoline, indetta dopo la conferma del primo paziente contagiato dal coronavirus. Il medico cantonale ha partecipato alla conferenza pubblica insieme al direttore della salute pubblica Paolo Bianchi, al presidente del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) Raffaele De Rosa e ai medici Garzoni e Antonini.

Le autorità hanno annunciato che da subito verrà intavolata la discussione con il gruppo operativo del coronavirus e prese le necessarie misure, che saranno diffuse nei prossimi giorni (verosimilmente domani). Per quanto riguarda la riapertura delle scuole, una comunicazione in merito verrà data venerdì, a dipendenza di come evolverà la situazione.

Fra i primi passi si tenterà di ricostruire la filiera del contagio; le autorità ribadiscono che «il quadro attualmente sembra essere circoscritto».

Il caso del 70enne ricoverato alla Moncucco di Lugano

Merlani ha sottolineato il buon comportamento del paziente che si è mosso con giudizio e secondo le disposizioni. «Il caso è confermato e confermo quanto detto in generale durante la conferenza stampa della Amministrazione federale». Soprattutto, spiega il medico cantonale, «la filiera ha funzionato esattamente come avevamo previsto: il paziente con i sintomi ha telefonato al suo medico curante, che ha valutato il quadro clinico prescrivendogli dei medicamenti».

A quanto pare le condizioni del 70enne, benché assunti i medicinali, non vedevano miglioramenti, così l’uomo ha ricontattato il medico di famiglia che ha deciso di visitarlo nel suo studio, prendendo le necessarie precauzioni. «Dopo la visita medica, il sospetto sembrava confermato da segni di gravità come mancanza di ossigeno nel sangue. A qual punto è stata attivata la conferenza telefonica con l’ospedale e si è discusso il caso».

Si è deciso quindi per la visita in ospedale per le analisi: il paziente è stato accolto seguendo il protocollo e attuando le misure convenute. Dopo le analisi con il tampone e la conclamazione del contagio, l’uomo è stato ricoverato in isolamento.

L'indagine ambientale

Si procede anche con l’indagine ambientale per scongiurare che le persone entrate in contatto con l’uomo abbiano contratto l’infezione. Si parte dal presupposto del contatto ravvicinato col paziente, ovvero a una distanza di meno di 2 metri per più di 15 minuti. Se dovessero presentarsi sintomi fra coloro che sono entrati in contatto con l’uomo verrebbe attuata la procedura di analisi e le persone saranno tenute sotto controllo per i prossimi 14 giorni.

'Il rischio per la popolazione rimane di grado moderato'

Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili, ha spiegato che ora il compito delle autorità sarà risalire a tutte le persone con cui questo uomo è entrato in contatto negli ultimi giorni. Se queste persone presenteranno dei sintomi verranno trattati come casi sospetti e verranno isolati preventivamente. Dal canto suo il direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica, Pascal Strupler, ha precisato che il grado di rischio per la popolazione non cambia dopo questo primo caso positivo di coronavirus in Svizzera, che rimane "moderato".

Chiudere i confini svizzeri è 'una misura esagerata'

Il consigliere federale Alain Berset e gli altri ministri della Salute dei paesi confinanti con l'Italia hanno convenuto che chiudere i confini con il Paese – particolarmente toccato dal coronavirus – sarebbe "una misura esagerata". Lo ha detto il ministro della Salute italiano Roberto Speranza al termine del vertice in cui hanno partecipato numerosi ministri.

Oltre a Berset, presenti all'incontro anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides e i ministri della Salute di Austria, Francia, Slovenia, Croazia e Germania. "Bloccare i confini sarebbe una misura sproporzionata e sbagliata", ha aggiunto Speranza.

"Dai Paesi confinanti fiducia sulle nostre misure", ha detto Speranza, precisando che gli italiani potranno continuare a viaggiare, raggiungendo anche il Ticino e la Svizzera. "I grandi eventi internazionali non saranno cancellati a priori ma saranno valutate caso per caso le misure appropriate da prendere".

"Il blocco dei voli da e per la Cina non è stato un errore", ha aggiunto ancora il ministro della Salute italiano Roberto Speranza in conferenza stampa.

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