Ticino

Abolire imposta di successione? Tra ‘sni’ e ‘no’

Dopo l'iniziativa di Andrea Censi (Lega), prime reazioni dai partiti. Ppd: ‘Tema aziende prioritario’. Udc: ‘Proteggere il risparmio’. Ps: ‘Non è il momento’

Ti-Press
11 gennaio 2020
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La proposta che arriva da via Monte Boglia «merita sicuramente di essere valutata, bisogna però quantificare esattamente l’impatto di una simile misura sulle casse del Cantone. Ciò premesso, darei in ogni caso la priorità – aggiunge Maurizio Agustoni, alla testa dei popolari democratici in Gran Consiglio – al tema della successione aziendale». Che è uno dei temi sollevati dal deputato della Lega Andrea Censi a sostegno della propria recente iniziativa parlamentare, con cui chiede la totale cancellazione dell’imposta di successione e donazione (vedi la ‘Regione’ di ieri). Imposta dalla quale sono esenti oggi – per quel che concerne le persone fisiche – soltanto il coniuge, gli ascendenti e i discenti diretti, adottivi inclusi. Secondo Censi, il regime vigente sarebbe fonte di disparità di trattamento “fra coniugi e concubini, ma anche tra fratelli e fratellastri o tra figli adottivi e figliastri”. Il balzello, rileva ancora Censi, non terrebbe conto di cambiamenti intervenuti nella società (“Sempre più sono le persone senza figli o le coppie di conviventi non sposate”) e pregiudicherebbe l’esistenza di “aziende familiari”.

«Questo è oggi effettivamente un problema, soprattutto per un tessuto economico, come quello ticinese, dove vi sono molte ditte, molte Pmi a gestione familiare – riprende Agustoni –. Il fatto è che non tutti i proprietari sono sposati o hanno figli e che non tutti i proprietari hanno coniugi oppure figli che vogliono portare avanti l’azienda. Potrebbe esserci sì una persona, come il direttore o la direttrice della ditta, intenzionata a mandarla avanti se la ricevesse a condizioni di favore, ma non essendo parente diretta dell’ex proprietario rischia di essere confrontata con un’imposta magari insostenibile. Cosa che la disincentiverebbe ad assumere la guida della ditta». Di conseguenza «vanno trovate quanto prima, già nell’ambito della riforma della Legge tributaria annunciata dal Consiglio di Stato, delle soluzioni per agevolare il passaggio di proprietà di queste imprese a gestione familiare, per garantire il loro futuro. Per esempio il Canton Grigioni, in caso di trasferimento gratuito dell’impresa al dirigente, prevede una riduzione del 75% dell’imposta». Soluzioni come la soppressione totale dell’imposta di successione e donazione? «Il principio di questa imposta è discutibile perché parliamo di capitali su cui sono già state pagate le imposte (sul reddito e sulla sostanza) e che continueranno a essere tassati – rileva il capogruppo del Ppd –. Tuttavia, vista l’entità degli importi in gioco, bisogna valutare se la riforma è sostenibile e se non ci siano altri interventi fiscali più interessanti, soprattutto per il ceto medio. Dei correttivi, alla luce dei mutamenti nella società, sono comunque opportuni, penso in particolare a concubini e figli del coniuge».

Morisoli (Udc): ‘Meglio modificare tutte le leggi che penalizzano chi risparmia’

Per Sergio Morisoli, capogruppo dell’Udc, tutta la discussione deve partire «da una premessa doverosa». Vale a dire che «da un punto di vista liberale o addirittura liberista è chiaro che ogni imposta su quello che è tuo e trasmesso all’interno della famiglia è qualcosa che non quadra, non ha una sua logica: su quei beni le imposte sono già state pagate». Ma detto ciò, annota Morisoli, «viviamo in un Paese dove bisogna mantenere un equilibrio tra quello che è la tassazione e quello che è la spesa pubblica». Pertanto «piuttosto che l’abolizione tout-court di questa imposta che non so quanto vantaggio porterebbe, sarebbe il momento di mettere mano al modo in cui il cittadino medio e gli anziani subiscono le negatività di avere dei risparmi o delle proprietà». E il capogruppo dell’Udc fa un esempio concreto: «Quando una persona che ha accumulato qualcosa deve andare in casa anziani viene spellato, quello che ha speso tutto è sussidiato». Insomma, «per tutelare il risparmio e la piccola proprietà privata bisogna modificare tutte quelle leggi che vanno a penalizzare il cittadino. E ce n’è una pletora».

Dubbi, se non porta chiusa, anche in casa socialista. «Il Ticino non è tra i Cantoni più rigidi se si considerano tutti i gradi della successione, e bisogna ricordare che le disuguaglianze sono aumentate», dice Ivo Durisch, capogruppo del Ps. Che aggiunge: «È da prendere con le pinze il tema, non mi sembra il momento di toccare questo ambito dopo la riforma fiscale che la maggioranza borghese del Gran Consiglio ha deciso». La capogruppo del Plr Alessandra Gianella per ora non si sbilancia: «Su questi e altri temi fiscali sono pendenti diversi atti parlamentari, che andranno raggruppati ed esaminati nel quadro della preannunciata riforma della Legge tributaria. Come Gran Consiglio, dovremo darci delle priorità, tenuto conto che sono argomenti molto importanti e sensibili».

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