Ticino

'DiMat è la prova che il Decs è incapace di dialogare'

Aron Piezzi (Plr) interroga il Dipartimento sull'approccio 'Differenziare in matematica' e critica la Divisione che 'non ascolta chi vive la scuola ogni giorno'

14 ottobre 2019
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«La posizione del Decs rispetto a DiMat sembra far emergere l’incapacità della Divisione della scuola di trovare soluzioni condivise, ambiguità e ritardi d’ordine comunicativo oltre a una certa perdita di autorevolezza». È piuttosto perentorio nelle sue affermazioni rispetto alla questione DiMat Aron Piezzi, granconsigliere liberale radicale, sindaco di Maggia, nonché docente di scuola elementare. Prendendo spunto dall’articolo pubblicato dalla ‘Regione’ (cfr. edizione del 1° ottobre 2019) in merito alle problematiche emerse tra i promotori dell’approccio ‘Differenziare in matematica’ e i vertici del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs), a seguito della decisione di quest’ultimo di sospendere i corsi specifici di formazione per i docenti che applicano DiMat in classe, Piezzi ha presentato nei giorni scorsi un’articolata interrogazione. «Trovo che sia un vero peccato che non si faccia di tutto per adattare DiMat ai princìpi del nuovo Piano di studio (Pds) – sostiene Piezzi –. Io stesso, per un decennio, nella scuola elementare, ho proposto questo approccio ai miei allievi, con esiti positivi, sia per me che per i bambini». La preoccupazione espressa dal deputato liberale radicale è duplice: da un lato riguarda il caso concreto di DiMat, dall’altro esprime una perplessità più generale verso il modo di agire della Divisione della Scuola che «non ascolta convenientemente chi la scuola la vive ogni giorno». Secondo Piezzi sono molti i docenti rimasti sbalorditi dopo aver appreso tramite la stampa lo stallo venutosi a creare intorno a DiMat «e sono molti gli operatori del mondo scolastico che, forse per paura, non si esprimono al riguardo».

Sulla discussione pedagogica, per il sindaco di Maggia la questione è chiara: «DiMat è un approccio certamente perfettibile, da migliorare e adattare, soprattutto nei materiali; ma ciò non significa che l’impianto pedagogico-didattico in quanto tale sia superato. DiMat è una proposta ideata nei primi anni 90 del secolo scorso, che mira a favorire l’insegnamento-apprendimento differenziato in ambito matematico nel secondo ciclo della scuola elementare. Tiene conto, entro i limiti praticabili in situazione collettiva, delle caratteristiche degli allievi: diversità dei ritmi, delle possibilità e delle modalità di apprendimento; strategie diverse di risoluzione dei compiti e di interazioni socio-affettive; gradi diversi di autonomia, capacità di autovalutazione e di consapevolezza delle modalità di lavoro. È quantomeno strano sentirsi dire che i principi di DiMat non si integrino nel nuovo Piano di studio». A sostegno della sua valutazione Piezzi cita nell’atto parlamentare un rapporto elaborato dal professor Giorgio Ostinelli, dottore in pedagogia, già docente presso le Università degli Studi di Bologna e Cattolica di Milano, e consulente didattico della Divisione della scuola. Tra le conclusioni a cui è giunto il professor Ostinelli, oltre a sollevare critiche puntuali e a sollecitarne il suo aggiornamento, quella principale sottolinea che “DiMat è una realtà presente sul territorio ticinese, di conseguenza costituisce un punto di partenza dal quale non si può prescindere se si vuole riformare la scuola dell’obbligo”.

«Berger afferma che i contenuti di DiMat sarebbero da rivedere perché non sono esplicitamente collegati al Piano di studio, ma che in ogni caso vige la libertà didattica di ogni docente – osserva Piezzi –. Perché, dunque, permettere di utilizzare DiMat se non è in accordo con il nuovo Pds?». Di fronte a una tale situazione, indica il grancosigliere Plr, «è normale che parecchi direttori, docenti e genitori siano quantomeno disorientati e perplessi».

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