Ticino

Italiani controllati, Gobbi: 'Parlerò col console'

Il direttore del Dipartimento delle istituzioni non si dice tuttavia preoccupato dalla lettera inviata dal diplomatico a Roma sul tema controlli 'polizieschi'

Il consigliere di Stato Norman Gobbi e il console generale d'Italia a Lugano Mario Massoni (Foto Ti-Press)
1 ottobre 2019
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«Parlerò con lui prossimamente». Il direttore del Dipartimento delle istituzioni, da noi sentito sul tema dei controlli 'polizieschi' – cfr. articolo correlato –, effettuati su cittadini italiani dimoranti o residenti in Ticino, sentirà il console generale d'Italia a Lugano Mario Massoni per discutere della lettera che quest'ultimo ha inviato a Roma. Una lettera, nella quale il diplomatico porta il malcontento di diversi cittadini italiani che sarebbero stati oggetto di controlli ritenuti eccessivi. Accertamenti che hanno lo scopo di smascherare residenze fittizie e conseguenti permessi irregolari.

«Ogni Paese è Sovrano e ha il diritto di eseguire i propri controlli» sottolinea Norman Gobbi, che aggiunge di non essere preoccupato riguardo alla lettera. «Non penso che sia un problema. Da un lato c'è una necessità di effettuare controlli che comunque siamo tenuti a fare (come impone la legge federale, ndr), d'altra parte determinate pratiche operative non sono tutte sotto il nostro controllo». Determinate verifiche vengono svolte infatti anche dalle autorità comunali. «In ogni caso, dobbiamo rispondere a un atto parlamentare sul tema». Pendente c'è infatti una mozione Plr sul tema, che denuncia decina di casi di visite di ausiliari di polizia e impiegati comunali in orari scomodi e con modalità ritenute discutibili.

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