Ticino

'Aggressioni LGBTI-fobiche, la Polizia le registri'

La richiesta è stata presentata dalla parlamentare del Ps Laura Riget. Le comunità LGBTI: 'Vogliamo statistiche ufficiali'

La mozione è stata presentata in 13 cantoni (Ti-Press)
17 maggio 2019
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La Polizia deve registrare le aggressioni LGBTI-fobiche. A chiederlo sono i granconsiglieri del Ps. In una nota stampa Laura Riget e Ivo Durisch rilevano che “le leggi svizzere non sono adatte alle minoranze LGBTI. Le conseguenze di queste lacune legislative così come l’assenza di statistiche ufficiali riguardo alle aggressioni e crimini commessi fondati sull’orientamento sessuale, l’identità e l’espressione di genere e le caratteristiche sessuali hanno un impatto diretto su queste stesse minoranze". La Deputata socialista Laura Riget ha inoltrato una mozione affinché la Polizia registri questi casi.

Delle statistiche specifiche contribuirebbero infatti sia a fare avanzare la legislazione in materia, sia a mettere in atto delle adeguate misure di prevenzione. La mozione di Riget chiede che Polizia cantonale registri i crimini commessi contro le persone LGBTI, visto che Il numero dei casi che implicano aggressioni e crimini d’odio LGBTI-fobici continuano a essere drammaticamente elevati. Il rapporto sull’omofobia pubblicato questa settimana dimostra un aumento del 50% delle aggressioni contro le lesbiche.

Le conseguenze di questi atti sono tragiche: il tasso di suicidio è nettamente più elevato per le persone omosessuali, il tassi di dipendenza da sostanze psicotrope delle donne omosessuali è del triplo rispetto alle donne eterosessuali, mentre più dell’80% delle persone trans commette almeno un tentativo di suicidio. In Svizzera questi problemi non possono essere combattuti adeguatamente e la prevenzione è molto difficile da mettere in atto poiché i dati sui crimini LGBTI-fobici sono imprecisi. Nella Svizzera tedesca la Helpline per le persone LGBTI registra in media due casi alla settimana. «Tra le persone che subiscono un’aggressione, quelle che ci contattano sono una percentuale molto esigua, ma sono gli unici dati di cui disponiamo» affermano le persone responsabili del servizio d’assistenza telefonica.

Quasi due anni fa, la Consigliera nazionale zurighese Rosmarie Quadranti (PBD) ha inoltrato una mozione con cui veniva chiesto di recensire i crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’espressione di genere o le caratteristiche sessuali. Una mozione respinta dal Nazionale poiché implica delle competenze cantonali. Tredici mozioni sono state perciò inoltrate contemporaneamente in altrettanti Cantoni (AG, BL, BS, BE, ZH, SO, TI, NE, JU, VS, VD, FR et SG) affinché la Polizia degli stessi possa agire in materia”.

 

Le comunità LGBTI vogliono statistiche ufficiali

Le comunità LGBTI vogliono statistiche ufficiali sui reati, motivati dall'odio, commessi ai loro danni. Richieste in tal senso saranno presentate, già questo mese. "È un appello che lanciamo per avere finalmente una visione d'insieme della situazione in Svizzera", ha annunciato oggi a Losanna Muriel Waeger, direttrice per la Romandia dell'Organizzazione svizzera delle lesbiche. I membri della comunità omosessuale, bisessuale, transessuale, transgender o intersessuale (LGBTI) hanno maggiori probabilità di essere bersaglio di crimini, motivati dall'odio, legati al loro orientamento sessuale, ha detto Waeger, citando studi internazionali. "Se vogliamo fare della prevenzione, abbiamo bisogno di cifre su cui basarci". Secondo Waeger gli agenti di polizia dovrebbero inoltre ricevere una formazione adeguata affinché possano fornire assistenza alle vittime.

 

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