Ticino

Quando la malavita si dà al riciclaggio

In ulteriore aumento oltre confine i reati di stampo economico. E i tentacoli arrivano fino al Canton Ticino

(foto Ti-Press)
26 ottobre 2018
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Cambia il volto della criminalità in Italia. Scompare il ladro vecchia maniera, avanza la malavita che dopo aver fatto i soldi con la droga e il gioco d’azzardo (controlla il 30 per cento delle slot machine che hanno invaso i locali pubblici italiani) ricicla i soldi spesso in Ticino, per mettere le mani su attività apparentemente lecite. È la fotografia riferita al 2017 e fornita dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’interno. Una istantanea che conferma la contrazione di omicidi, furti e rapine, mentre crescono in parallelo i reati a sfondo sessuale, i fenomeni di spaccio e la diffusione dei reati di stampo economico. E manco a dirlo fenomeni di riciclaggio e impiego di denaro sporco si concentrano in Lombardia, soprattutto sull’asse Milano-Como che significa anche tentacoli allungati sul Canton Ticino.

Se sullo scorso anno si può parlare di dati certi, il 2018 sembra destinato a riservare non poche sorprese, anche perché i segnali di una nuova fuga di capitali verso la Svizzera conseguenza della “guerra” Italia-Ue, sono molteplici. Capitali che sempre più spesso seguono canali inconfessabili. È di questo avviso il procuratore Francesco Greco, capo della Procura di Milano, grande esperto in materia di evasione fiscale e riciclaggio. Anche l’altroieri intervenendo a un convegno a Milano promosso da Assolombarda, l’associazione degli industriali, è tornato a ribadire che i capitali, soprattutto quelli della criminalità organizzata, sono transitati dai caveau delle banche a quelli delle finanziarie che a Lugano sono cresciuti come funghi. Se a livello nazionale l’aumento dei fenomeni di riciclaggio e impiego di denaro sporco, nel 2017 rispetto all’anno precedente, è stato dell’8 per cento, in Lombardia la crescita è stata a due cifre. Anche le truffe digitali sono in aumento: 450 ogni giorno a livello nazionale, quasi ottanta in Lombardia. Le cause vanno ricercate nella scarsa competenza degli utenti di internet e nei sistemi operativi utilizzati. Nel 2017 in Italia sono stati commessi e denunciati 6’650 reati ogni giorno, 277 ogni ora.

Sono in calo i reati contro il patrimonio, quelli che maggiormente suscitano allarme nell’opinione pubblica. Per i furti – che come ogni anno rappresentano il grosso delle denunce (1,27 milioni, oltre la metà del totale) – continua la fase discendente, in particolare quelli nelle abitazioni, con un significativo meno 9%. A contribuire alla diminuzione la diffusione di sistemi di allarme e videosorveglianza. La mappa provincia per provincia vede Milano indossare la maglia nera della sicurezza, confermandosi al primo posto per il numero di denunce presentate nel 2017: 7’375 ogni 100mila abitanti. Nel capoluogo lombardo il calo delle denunce è stato del 3 per cento. All’ultimo posto troviamo Sondrio (meno 14%) mentre a Como è andata meglio rispetto a Varese, anche se entrambe hanno registrato un calo dell’8 per cento. Oltre 2’900 ogni 100mila abitanti i delitti denunciati in provincia di Como, rispetto ai 3’345 ogni 100mila abitanti nel Varesotto. Sia la provincia di Como che quella di Varese, in rapporto al resto d’Italia, sono considerate territori abbastanza sicuri. Nel Comasco sono in confortante calo i furti sia in casa (meno 15%) che nei negozi (meno 10%) e le rapine. In percentuale i cali più consistenti si sono registrati nell’Olgiatese, dove sono più diffusi i sistemi d’allarme e di videosorveglianza. Numerosi anche quelli installati nelle dogane con il Mendrisiotto.

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