Luganese

A Lugano una 'montagna di soldi' ignota a Salvini

Il ministro dell'interno italiano: 'mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi'. Si tratta soprattutto di denaro frutto di reati.

A Lugano vi è una cassetta di sicurezza ogni 45 abitanti (Ti-Press)
13 giugno 2019
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"Non parlo di soldi all'estero, se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi, ma mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi''. È quanto affermato da Matteo Salvini, nella trasmissione di 'Porta a Porta', a proposito di ''soldi tenuti sotto il materasso'', per cui ''soldi sostanzialmente nascosti" e quindi da tassare. Salvini sbaglia quando sostiene che ''non sono affari suoi'' mentre parla dei soldi portati all'estero, in quanto si tratta di denaro spesso frutto di reati. E non solo di evasione fiscale, ma anche di traffici illeciti controllati dalla criminalità organizzata. Una montagna di soldi che a Lugano sono passati dalle cassette di sicurezza delle banche a quelle di società esterne riconducibili a fiduciarie che offrono la possibilità di affittare spazi nei loro caveau. Società che in un comune di 68 mila abitanti sono oltre 1500. Una ogni quaranticinque abitanti, neonati e centenari compresi. Una crescita vertiginosa, dovuta al fatto che in Svizzera, da pochi anni, è caduto il segreto bancario, per cui  gli istituti di credito ai loro clienti italiano hanno chiesto di dimostrare la liceità della provenienza dei soldi. Cosa che in pochi sono stati in grado di fare. Per cui c'è stato un fuggi fuggi di capitali.

Commenta Paolo Bernasconi, avvocato ticinese, ex procuratore del Canton Ticino, padre della legge svizzera sul riciclaggio dei soldi sporchi: ''Una cosa è certa: nelle banche svizzere non è rimasto nulla di non dichiarato''. La conferma arriva anche da una voce autorevole, quella di Alessandra Dolci, procuratore aggiunto capo della Dda (l'antimafia, ndr) di Milano: ''Le banche svizzere sempre più si dimostrano collaborative. Nonostante ciò però il Canton Ticino  continua a essere la cassa depositi della 'ndrangheta. I capitali – non solo quelli degli evasori, ma soprattutto quelli della criminalità organizzata – hanno trovato rifugio nelle cassette di sicurezza. In particolare a Lugano, come emerge da alcune inchieste, sulle quali ovviamente non posso fornire elementi in quanto ancora in corso''. Nel mentre in Svizzera, sia a livello federale che cantonale, sono state avviate delle iniziative legislative che mirano a regolamentare maggiormente l'ambito delle cassette di sicurezza private (quelle al di fuori delle banche), iniziative che però ma non sono ancora giunte a una conclusione

Stando ad alcune stime, dalle banche svizzere, a seguito della caduta del segreto bancario, sono scomparsi tra i 92 e i 126 miliardi di euro. Oltre la metà di questi sarebbero nascosti nelle cassette di sicurezza dei caveau delle società ticinesi specializzate nell'affitto di cassette di sicurezza, che a differenza delle banche e delle fiduciarie sfuggono a qualsiasi controllo. La stima deriva da una ricerca della Banca d'Italia sull'anno 2013. Anno in cui gli analisti della Banca d'Italia stimavano pre-voluntary disclosure tra 137 e 171 miliardi di euro i capitali non dichiarati depositati in Svizzera (da 199 a 248 miliardi complessivi all'estero). Attraverso le due edizioni della voluntary dalla Svizzera sono rientrati complessivamente  45,2 miliardi di euro (41,4 miliardi nel 2015 e 3,4 miliardi un paio d'anni fa). Ecco, quindi, che all'appello mancherebbero dai 92 ai 126 miliardi di euro. E gran parte di questa montagna di soldi, quelli che non sembrano interessare a Salvini, sono al sicuro nelle cassette di sicurezza di Lugano.
 

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