Ticino

Assistenza sessuale ‘diritto per tutti’. Anche per i disabili

In Svizzera interna e in Romandia sono presenti associazioni che curano queste particolari esigenze, mentre in Ticino il tema fatica a farsi strada

22 marzo 2018
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‘‘Anche gli handicappati hanno diritto a vivere la propria sessualità, che è senza dubbio un diritto di tutti’’. A sostenerlo è Salvatore Corrado, 66 anni e con problemi di disabilità motoria dalla nascita, che circa un anno fa ha lanciato una petizione sulla piattaforma change.org. Il titolo, come vuole la prassi, lascia intendere tutto: ‘‘Anche in Svizzera italiana si accetti l’assistenza sessuale per le persone handicappate’’. Corrado, un anno dopo, è ancora più convinto della bontà della propria battaglia. «Sono consapevole che anche le persone normali incontrano difficoltà nella vita – afferma raggiunto dalla ‘Regione’ – ma per noi handicappati, questo, non deve essere un motivo di consolazione». Già nella petizione, infatti, scrisse che ‘‘trattare le persone handicappate come persone normodotate è discriminante’’. Va da sé che per Corrado anche sul tema dell’assistenza sessuale i disabili debbano dire la loro, farne una battaglia di principio.

Perché non andare da una prostituta, potremmo chiederci. La risposta è semplice: «Perché a farmi lanciare questa petizione non è stato solo l’handicap fisico, ma anche uno di un altro genere: quello finanziario, che accresce la solitudine». Normodotati o disabili insomma, par di capire, si finisce sempre lì: «Chi ha i soldi non ha difficoltà a trovare compagnia». Ma a portare Corrado a lanciare in Ticino questo tema è stata anche «la consapevolezza che il mio non è un caso isolato». Eppure nel nostro cantone come in tutta la Svizzera italiana quello dell’assistenza sessuale ai disabili è un tema che fatica a farsi strada, che non crea molto dibattito. Al contrario, in Romandia (vedi articolo a lato) e Svizzera tedesca ci sono associazioni apposite, con precisi programmi di formazione, che curano sia gli aspetti psicologici sia quelli legati alla sicurezza sanitaria. Ma perché qualcosa di diffuso a livello federale in Ticino non c’è? Per Salvatore Corrado «forse è una questione di mentalità, ma delle persone normali. Probabilmente, questo atteggiamento porta le persone handicappate a non osare nemmeno chiedere» questo diritto. Un peccato, sembra, perché la figura dell’assistente sessuale avrebbe anche un ruolo sociale non indifferente, andando a lenire sofferenze, o – semplicemente, ma non banalmente – facendo sentire un po’ meno esclusa una persona. E sì, anche in fatto di sessualità. «Non denigro assolutamente le altre figure di assistenza – insiste Corrado –, ma alle persone normali deve risultare evidente che anche noi handicappati siamo persone. Se non accusiamo problemi specifici, pure noi, come chiunque, siamo sessuati e abbiamo anche noi quel bisogno psicofisico da soddisfare». E la soluzione quindi può essere un assistente ad hoc, con una preparazione specifica e la sensibilità necessaria, «certo, se nessuna persona normale riesce a non vederci come angeli asessuati...».

‘In Ticino c’è poca massa critica perché nascano questi progetti’

«Di questo tema è importante parlarne», rileva Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino. «Abbiamo iniziato a farlo a livello svizzero circa vent’anni fa, e in questi anni in Svizzera tedesca e romanda l’attività è andata avanti con associazioni autonome che hanno portato avanti questa prestazione particolare». E in Ticino si è creato dibattito? «Essendo al contrario di realtà come Romandia e Svizzera interna un cantone solo, non c’è mai stata la massa critica sufficiente perché qualcuno si lanciasse in questo tipo di iniziativa». Ma la questione per Forini è più ampia, e per certi versi ancora più delicata. Quali sono, infatti, i reali bisogni? Il bisogno sessuale che Corrado definisce «psicofisico» può nasconderne altri o, addirittura, celare problemi? «Tutte le persone hanno diritto di vivere la propria sfera sessuale e affettiva, ma bisogna stare attenti a come si affronta la questione. I bisogni possono essere molteplici: si può partire da una necessità fisica che, magari, in un secondo momento si capisce essere affettiva. I casi vanno analizzati singolarmente». Le soluzioni sono molteplici, comunque: «L’assistente sessuale può essere una preziosa soluzione, ma non è l’unica, ci sono altre possibili risposte ad altre necessità. Non esistendo un’unica categoria di disabili, di conseguenza possono esserci bisogni ed esigenze differenti» conclude il direttore di Pro Infirmis.

 

L’importanza della formazione del personale

Assenti in Ticino, le associazioni per l’assistenza sessuale dedicata ai (e alle) disabili sono diffuse nel resto della Svizzera. Claudine Damay, direttrice di Corps Solidaires, con sede a Losanna, raggiunta dalla ‘Regione’ spiega come da loro la formazione abbia un ruolo fondamentale. «Innanzitutto ai nostri corsi possono accedere solo persone che abbiano uno stato di salute compatibile con l’attività, che accettino di parlare di questa decisione con il proprio eventuale partner e che, soprattutto, abbiano risorse finanziarie sufficienti per non dipendere dall’assistenza». E a livello pratico, questa formazione come si compone? «Un modulo, il primo, spiega le differenti forme di handicap (dalla nascita, a seguito di un incidente, fisico o mentale, ndr) e aspetti puramente pratici come usare i materiali medici, svestire e rivestire le persone». Ma vengono trattati anche temi come l’assistenza sessuale per persone anziane e aspetti come i massaggi. La procedura d’iscrizione è aperta a tutti, ma sul sito di Corps Solidaires si legge che saranno accettate poche candidature maschili e omosessuali perché, e lo conferma Damay, «la domanda è ancora estremamente bassa». Ad ogni modo, l’associazione ricorda come ‘‘l’assistenza sessuale permette di accedere a un piacere corporale di qualità e di conoscere meglio il proprio corpo, per poter essere autonomi nelle relazioni erotiche’’. Un aiuto, insomma. Diretto anche a persone con problemi di disabilità mentale che esprimono ‘‘un desiderio di sensualità o sessualità’’ per le quali vengono messe a disposizione ‘‘misure particolari elaborate apposta per il loro benessere e la loro protezione’’.

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