Ticino

Riduzione dei giudici supplenti: un taglio ‘problematico’

Tutele, Camera di protezione preoccupata. Il pres. Lardelli: ‘Perderemmo un valido supporto’. E avverte: ‘Le entrate sono in aumento’.

12 gennaio 2018
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Manifesta “viva preoccupazione” la Camera di protezione del Tribunale d’appello (Ta). La preoccupazione è per la prospettata consistente riduzione del numero dei giudici supplenti, ovvero di quegli avvocati che coadiuvano i magistrati del Ta nell’evasione degli incarti e nel contenere di riflesso gli arretrati. Una riduzione chiesta dalla maggioranza della commissione parlamentare ‘Procedura elezione magistrati’ che, accogliendo parzialmente un’iniziativa di Michela Delcò Petralli (Verdi), propone di limitare la presenza dei supplenti – oggi ventisette – a sole due autorità giudiziarie del Tribunale d’appello: il Tribunale penale cantonale e la Corte d’appello e di revisione penale.

Se nella seduta al via lunedì 22 il plenum del Gran Consiglio dovesse seguire la maggioranza commissionale, il Ta sarebbe costretto a rinunciare alla collaborazione dei giudici supplenti in suoi settori d’attività – civile, amministrativo... – non meno importanti di quello penale. La misura colpirebbe pertanto anche la Camera di protezione, operativa dal gennaio 2013, quando in Ticino è scattata la nuova organizzazione in materia di tutele e curatele. In quest’ambito piuttosto delicato è chiamata a deliberare sui reclami e i ricorsi contro i provvedimenti adottati dalle Arp, le Autorità regionali di protezione, vigilando nel contempo sulla loro attività per il tramite di ispettori. L’eventuale abolizione del giudice supplente “sarebbe problematica” per la Camera di protezione, scrive il presidente di quest’ultima Franco Lardelli in una lettera inviata la scorsa settimana al Consiglio di Stato.


‘L’evasione degli incarti avviene ora in tempi ragionevoli’ 

Sarebbe problematica perché “siamo confrontati con un costante aumento di reclami”, avverte il magistrato. Con l’entrata in vigore del nuovo diritto della protezione e l’istituzione della Camera, ricorda il giudice Lardelli, il governo “aveva preventivato l’entrata di 150 reclami all’anno”. Le cifre a consuntivo indicano una situazione diversa: “Le entrate sono state 209 nel 2013, 219 nel 2014, 228 nel 2015 e 229 nel 2016”. Nel 2017 “abbiamo raggiunto quota 258 reclami, con un balzo in avanti di ulteriori 29 unità”. Dal 1° dicembre 2014 alla Camera di protezione è assegnata in veste di giudice supplente l’avvocato Alessia Paglia. La quale “sta dando un ottimo e apprezzato contributo”. Se il parlamento dovesse approvare la proposta di mantenere i giudici supplenti unicamente nel settore penale del Tribunale d’appello, la Camera “perderebbe un valido supporto”. In tre anni Paglia “ha allestito ottanta progetti, che poi ha sottoscritto personalmente, ritenuto che il 95 per cento delle decisioni vengono prese a giudice unico. Rileviamo che comunque la giudice supplente ci sottopone preventivamente in lettura ogni progetto (di decisione, ndr), così da salvaguardare l’uniformità della giurisprudenza della Camera”.

Grazie anche “all’apporto di qualità” di Paglia (“che dispone di una grande esperienza in materia, avendo diretto per una decina di anni l’Ufficio di vigilanza sulle tutele e curatele e rappresentato il Cantone nella Conferenza dei Cantoni in materia di protezione dei minori e degli adulti”), afferma Lardelli, “siamo riusciti a contenere l’evasione dei reclami in tempi ragionevoli”. Con la perdita della giudice supplente “non vi sarebbe più la garanzia di tempi contenuti”. C’è di più. “L’esperienza della giudice supplente permette di contenere i costi, a motivo della capacità di inquadrare rapidamente la problematica e la sussunzione giuridica – annota ancora Lardelli –. La sua sostituzione con un vicecancelliere – oltre ad essere procrastinata nel tempo, non essendo stata messa a preventivo per il 2018 – non sarebbe adeguata e in tale evenienza si renderebbe necessaria l’attribuzione di un ulteriore giudice titolare con compiti redazionali”.


Uno dei motivi invocati da chi sostiene l’assottigliamento della squadra dei supplenti del Ta è il rischio di conflitti d’interesse tra il ruolo di giudice supplente e quello di avvocato. “Nei rapporti con la giudice supplente Paglia – osserva il presidente della Camera di protezione – il problema è stato risolto con l’impegno di quest’ultima a non svolgere opera di rappresentanza in pratiche relative al diritto di protezione davanti alle Autorità regionali di protezione e alla Camera di protezione. L’interessata si è attenuta a questo impegno: abbiamo potuto accertare che non ha mai introdotto reclami alla Camera” e “non abbiamo motivo di dubitare che sia venuta meno a questo impegno davanti alle Autorità di prima sede: peraltro nessun caso di conflitti di interesse ci è stato segnalato”. 

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