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L’Esecutivo di Breggia sospende il municipale nella bufera

La misura, temporanea, fa seguito a una serie di atti parlamentari. All’origine una querela per dei gestacci a una videocamera

A far discutere c’è pure l’uso di videocamere e filmati
(Ti-Press/Archivio)
11 febbraio 2025
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A Breggia le conseguenze istituzionali non si sono fatte attendere. Con gli incarti ancora aperti – tanto sul tavolo della Procura che su quello della Sezione enti locali –, lunedì sera in occasione della sua seduta settimanale il Municipio del comune ha deciso di sospendere, in via temporanea, il municipale socialista Antonio Rosa dalla direzione del dicastero Edilizia privata e Pianificazione del territorio. Una risoluzione, quella municipale, presa in attesa di conoscere l'esito dell'inchiesta nata da una querela per ingiuria. Questa l'accusa da cui l'esponente di Insieme a Sinistra si è ritrovato a doversi difendere. All'origine della vicenda ci sarebbero alcuni insulti e gestacci volgari – di cui si è già scusato con l'Esecutivo – che avrebbe rivolto alle telecamere della videosorveglianza poste sulla facciata di uno degli edifici che a Scudellate fanno capo all'albergo diffuso. Sullo sfondo i rapporti da tempo tesi tra i titolari della struttura – autori dell'istanza – e il municipale, che hanno finito con l'esasperare la situazione.

Il patrocinatore: ‘Si tratta di un atto dovuto’

Da adesso in avanti, quindi, a occuparsi dei dossier che rimandano, appunto, all'Edilizia privata e alla Pianificazione a Breggia sarà il municipale supplente. Mentre il rappresentante socialista continuerà a seguire l'altro dicastero a lui assegnato, Natura e paesaggio. Come è sta accolta la scelta dell'Esecutivo? Ci risponde il patrocinatore legale, Luca Maghetti: «Dal nostro punto di vista – conferma da noi raggiunto –, in questo contesto consideriamo la sospensione temporanea un atto dovuto». La speranza ora è che gli approfondimenti in corso possano permettere di fare reale chiarezza su quanto accaduto. Accadimenti che vedono la difesa del municipale sollevare la liceità dell'uso della videosorveglianza, puntata pure sul suolo pubblico, nonché lamentare la «massiccia strumentalizzazione» dei fatti. Episodi, in buona sostanza, passati sin qui sotto silenzio – nonostante siano apparsi su un paio di portali – e sui quali ad accendere i riflettori sono stati i recenti atti parlamentari firmati da Plr e Centro.

‘No comment’ istituzionale

Dalla stanza del Municipio, per il momento, non trapela nulla. Il sindaco Stefano Coduri ci ha fatto sapere infatti che, per ora, non intende prendere posizione. La faccenda deve ancora essere definita in tutti i suoi aspetti nelle cosiddette sedi opportune. Non di meno le voci che si rincorrono dalla Valle al piano parlano di forti pressioni alle quali l'Esecutivo si sarebbe trovato a dover far fronte. Il che potrebbe restituire anche una chiave di lettura delle ragioni che hanno indotto a optare per la sospensione a pochi giorni dalla presentazione delle interrogazioni. Come dire che il provvedimento avrebbe tutta l'aria di essere ‘cautelativo’, per placare un po‘ gli animi.

Va detto che il municipale Rosa aveva già annunciato di ricusarsi volontariamente da eventuali decisioni relative all'albergo diffuso. Non solo, sua sponte ha anche preferito rassegnare le dimissioni dal Consiglio di amministrazione della Dispensa, dove sedeva quale delegato municipale, proprio a tutela dei negozi della valle. A fare quadrato attorno al loro esponente c’è tutto il gruppo di Insieme a Sinistra che, a sua volta, ha depositato nei giorni scorsi una controinterrogazione. Dichiarata la "piena fiducia" nel suo rappresentante, si è resa pubblica la "ferma contrarietà a revocare al politico di qualsiasi partito esso sia, un dicastero oppure l’appartenenza a commissioni o ad altri incarichi, strumentalizzando un episodio invece isolato per il quale il politico si è già scusato".

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