L'Associazione traffico e ambiente lancia un invito alla Commissione regionale dei trasporti e ai Municipi alla luce del voto del 24 novembre
Le istituzioni del Mendrisiotto e Basso Ceresio devono armarsi di coraggio e dire ‘no’ al potenziamento del tratto autostradale fra Lugano e Mendrisio, il cosiddetto progetto PoLuMe. A lanciare l'appello (che vale un auspicio) è l'Ata, l'Associazione traffico e ambiente, in una lettera aperta indirizzata alla Commissione regionale dei trasporti (Crtm) e ai Municipi locali. Cosa si aspettano il presidente dell'Ata Bruno Storni e i membri Grazia Bianchi e Matteo Mombelli? Che la Crtm prenda, innanzitutto, "una posizione sul PoLuMe, in sintonia con il voto di domenica 24 novembre", che nel Distretto ha visto un fronte popolare compatto contro il potenziamento delle strade nazionali, sullo sfondo l'operazione firmata da Ustra, l'Ufficio federale delle strade.
Di conseguenza si domanda che la Commissione "investa energie per una politica dei trasporti che porti a un ulteriore sviluppo dell’offerta del trasporto pubblico, in modo particolare su rotaia, con lo scopo di sgravare l’autostrada, annullando così la necessità di un suo potenziamento". Di opere e interventi che vanno in questa direzione già ve ne sono sul tavolo, come l’elettrificazione della linea ferroviaria tra Como e Lecco, su cui punta Tilo, o la causa a favore dell’ampliamento della galleria di Monte Olimpino1, che andrebbe adeguata al passaggio dei treni a due piani "in tempi ragionevoli", di cui si chiede a Crtm di farsi portavoce presso Confederazione, Cantone e Regio Insubrica, o ancora le nuove linee bus transfrontaliere. Per l'Ata, insomma, non resta che crederci fino in fondo e passare all'azione; perché le preoccupazioni, condivise, non mancano e Ustra "non ascolta nessuno, nemmeno i Municipi contrari alla corsia Tir".
Se da un lato, agli occhi dell'Associazione, il recente responso delle urne "deve indurre Consiglio federale e Parlamento a un ripensamento della politica della mobilità", dall'altro si confida che Crtm e Comuni "tengano conto di questo voto". Da tempo, del resto, Ata ripete che "la terza corsia dinamica non farebbe che portare più rapidamente il traffico la mattina alle uscite di Lugano, la sera nel Mendrisiotto, dove le auto andrebbero ad accumularsi: il collo di bottiglia è infatti costituito dal passaggio dalla A2 alle strade cantonali e comunali di chi rientra a casa nel Mendrisiotto o oltrefrontiera". Nei piani di Ustra, si ricorda ancora nella lettera aperta, PoLuMe sarà pronto fra 20 anni. E allora, ci si interroga, "o la situazione è grave, e allora servono soluzioni incisive adesso e non nel 2045, oppure è sopportabile e allora perché dovremmo potenziare la A2?".
Va detto altresì che oltre ad avanzare richieste precise, la missiva dell'Associazione – schierata a sostegno delle misure alternative, inclusi auto condivisa, trasporto aziendale, telelavoro o "tasse per coprire i costi delle congestioni" – mette in campo dati e studi che corroborano le sue posizioni. "Già ora – si fa notare –, analizzando i dati del traffico medio feriale sull’autostrada tra Chiasso e Grancia, si vede che l’incremento dell’offerta del trasporto pubblico ha portato dei benefici. Sui treni, i frontalieri che entrano da Chiasso e da Stabio sono aumentati molto (ad esempio gli abbonamenti transfrontalieri sono aumentati del 146%) e dall’analisi dei dati, sull’autostrada si osserva che nei momenti di punta il traffico durante la settimana è diminuito del 10% il mattino e la sera, mentre sulle strade cantonali non è stato osservato nessun aumento, anzi una leggera diminuzione".
E d'altra parte, si rincara, "l’incremento della capacità delle autostrade – come nel caso di PoLuMe – porta in un primo tempo a un miglioramento della situazione, ma in pochi anni si ritorna ad avere una situazione viaria congestionata con l’aggravante di un notevole incremento del traffico, sia sull’autostrada sia sulle strade locali". Senza trascurare, si chiosa, che fra una decina di anni il secondo tunnel stradale del Gottardo "aumenterà sì la sicurezza, ma al quale nel Mendrisiotto si guarda già con preoccupazione".