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‘Abbiamo fatto il nostro per far ripartire la valle’

Un corso di ripetizione della Protezione civile Mendrisiotto si è svolto in Vallemaggia. Effettuati anche lavori di ripristino sui sentieri del Distretto

I militi impegnati sono stati 35
(Pci Mendrisiotto)
11 agosto 2024
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Ha toccato anche la Vallemaggia flagellata dalle alluvioni delle scorse settimane uno dei corsi di ripetizione della Compagnia 62 che ha impegnato i militi della Protezione civile (Pci) del Mendrisiotto. Iniziato lo scorso 29 luglio con i giorni preparatori con i quadri in servizio, il corso terminerà domani, lunedì 12 agosto, con il ripristino del materiale. A parlarci dell'esperienza è il comandante Marco Quattropani. «Durante la preparazione ne abbiamo approfittato per svolgere delle ricognizioni in Vallemaggia per capire la situazione. Secondo la pianificazione del picchetto cantonale, abbiamo deciso di mettere a disposizione un contingente di uomini». A livello cantonale, ricorda il comandante, «ogni Regione a rotazione copre due settimane di picchetto nel periodo primavera-autunno. Nelle scorse due settimane toccava proprio a noi e di solito il corso di ripetizione viene sviluppato sul nostro territorio, con intervento dei militi in tutto il cantone in caso di necessità. Avendo questo picchetto e avendo già svolto parecchie giornate di servizio con la Regione Locarno, tra Regioni abbiamo deciso che, a rotazione, qualcuno avrebbe lavorato sul posto per dare una mano».

Distaccamento di 35 uomini

In Vallemaggia è stato impegnato un distaccamento di 35 uomini, coordinati da due professionisti (il comandante e l'istruttore Moreno Glaus), perlopiù impegnati nel settore salvataggio. Durante la prima settimana è stato preparato tutto il materiale. «I militi che hanno lasciato Mendrisio lunedì 5 agosto hanno iniziato a lavorare a supporto della popolazione della Valle Bavona già verso le 8.30. L'impegno è stato soprattutto quello di liberare i pascoli dai detriti ed evacuare materiale dagli scantinati – sottolinea Quattropani –. Con noi ha lavorato anche un volontario che si è annunciato». Particolarità dell'esperienza lavorativa, «una prima per la nostra Regione», è stato che i 35 uomini sono rimasti sul posto tutta la settimana, alloggiando nell'impianto della Protezione civile della Regione Locarno. È stato anche un esercizio nell'esercizio – spiega ancora il comandante –. Tutta la pianificazione logistica era stata studiata nei giorni precedenti per poter rimanere a dormire ed essere autonomi, appoggiandoci a enti pubblici della zona per i pasti. Si è formata una bella squadra».

‘C'è tanta riconoscenza’

Quello che non è mancato in questi giorni di lavoro è stata «la riconoscenza delle persone della Valle. Se paragonato al lavoro dell'esercito con i suoi mezzi da cantiere, il nostro è stato un intervento piccolo, ma comunque apprezzato. I ragazzi mi hanno raccontato di essere stati a cena in un ristorante la prima sera e di aver ricevuto degli applausi per l'aiuto che stavano portando». Ogni giorno, a dipendenza delle missioni che venivano terminate, fino a giovedì le varie squadre si sono spostate tra la Lavizzara e la Bavona, con anche un intervento a Mogno, per poi terminare venerdì con la zona simbolo della Valle ovvero il centro sportivo e la sua la pista di hockey. «I 35 militi erano tutti impegnati sul posto per dare una mano al Comune e cominciare a liberare il materiale che s’è depositato contro i muri perimetrali di quanto rimasto della struttura ed evacuare il materiale all'interno. È stato veramente bello vederli lavorare, con anche la gente del paese che voleva vedere cosa stessero facendo e che li ringraziava. Questo ha dato ai ragazzi una motivazione veramente importante».

‘Una devastazione impressionante’

Marco Quattropani non nasconde che «mi ha fatto veramente piacere vedere la riconoscenza, ma soprattutto il fatto di poter essere sul posto a svolgere un lavoro reale, e utile, durante un corso di ripetizione, cercando di fare del nostro per poter far ripartire una valle che ha subito una devastazione impressionante». Pensando alla zona di Fontana, «alcuni ragazzi mi hanno detto di avere avuto la pelle d'oca nel vedere le montagne di detriti ancora presenti sul posto». Il pensiero, comune e condiviso, va «soprattutto a chi ha perso la vita. È stata una situazione che i militi impegnati hanno sentito sulla loro pelle e che ha dato loro la motivazione per lavorare tutto il giorno: nonostante l'allerta canicola, nessuno si è mai tirato indietro, cercando di sfruttare al meglio i cinque giorni. Quando sono rientrati li ho ringraziati di cuore per la motivazione, l'impegno e la professionalità che hanno messo in campo».

‘La nostra porta resta aperta’

Il prossimo appuntamento con i corsi di ripetizione della Pci Mendrisiotto è per la fine di agosto, ma l'esperienza non verrà ripetuta. «L'impegno della Protezione civile in Vallemaggia per il momento è previsto fino al 31 agosto – sottolinea ancora il comandante –. Per questa settimana, complice il giorno festivo, si è deciso di fare uno stop, poi subentrerà la prossima Regione di picchetto». Il prossimo turno della Pci Mendrisiotto sarà a novembre. «Non è escluso che, come corsi di ripetizione, si vada comunque avanti a eseguire i lavori di ripristino. Se dovesse cambiare qualcosa, la nostra porta resta aperta».

Gli altri interventi

Altri militi chiamati a svolgere il loro corso di ripetizione si sono invece occupati del ripristino dei danni causati dal maltempo nel Mendrisiotto. Questi interventi sono stati coordinati dal vicecomandante Guido Canova e dall'istruttore Raoul Cometta. «Abbiamo avuto un piccolo distaccamento del salvataggio che è intervenuto su quattro piazze di lavoro a Valmara e sul Monte Generoso per la pulizia dei sentieri comunali, a Caneggio sempre per la pulizia dei sentieri e la creazione di nuove canaline portate via dal maltempo e lungo la strada che porta al Rocul di Riva San Vitale, ripristinata dopo una piccola frana». La sezione assistenza si è invece concentrata sui settori dell'assistenza e della logistica, «svolgendo alcuni lavori per il Consorzio e preparando un concetto che entro la fine dell'anno sarà applicato alle nostre 11 strutture sotterranee, che saranno attrezzate con stock di effetti personali per 50 persone, materiale per dormire messo sottovuoto e stoccato nell'impianto. Questo perché, in caso di evacuazione, non tutte le persone hanno il tempo di prendere le loro cose. Ma anche per le necessità di gruppi che affittano l'impianto per dormire». Nelle ultime due settimane è continuato anche il lavoro nelle case anziani di Morbio Inferiore e Coldrerio a supporto del team di animazione. «Un gruppo ha lavorato anche nel centro richiedenti l'asilo di Pasture con attività di intrattenimento e istruzione sull'italiano – conclude Marco Qauttropani –. Un'attivita che svolgiamo da qualche anno e che raccoglie sempre consensi».

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