Chiasso

Chiasso dichiara aperta la caccia ai topi

Da esche nei tombini si è passati a scatolette di metallo sulle strade contenenti sostanze nocive per i roditori

In sintesi:
  • Il Comune rassicura: solo un cambio di metodologia, nessuna invasione di ratti
  • L'intervento dopo le segnalazioni di alcuni cittadini
Trappole presenti anche sul corso
(Ti-Press / archivio)
3 aprile 2024
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Chi passeggia per le strade di Chiasso, nelle ultime settimane avrà notato delle scatole bianche mai viste finora. A guardarle bene si può notare che sono trappole per topi. Siamo in presenza di un’invasione di roditori? Abbiamo chiesto delucidazioni al Comune e all’azienda addetta riguardo i motivi dell’introduzione di questa nuova strumentazione.

‘Sono più appariscenti, ma più efficaci’

Da come rassicura Rudy Cereghetti, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, c’è stato un cambio di metodologia, e nulla più: «La derattizzazione l’abbiamo sempre fatta. Prima mettevamo delle esche all’interno delle canalizzazioni comunali, ma capitava spesso, soprattutto con il maltempo, che c’erano problemi tecnici con le esche e si staccavano dai tombini finendo nell’impianto di depurazione delle acque. Abbiamo dunque optato per questo sistema più efficiente e che viene utilizzato anche in altre città, come a Lugano o a Bellinzona». Un cambio che ha portato anche a costi minori per la cittadina: «Sono più appariscenti però ora è molto più facile sia il controllo che la posa della trappola. Anche dal punto di vista finanziario sono migliori: con il metodo precedente il costo era attorno ai 30mila franchi all’anno, mentre ora per questo primo anno, che abbiamo acquistato gli erogatori, si ruota intorno ai 25mila franchi, una cifra che calerà nei prossimi anni». Anche Davide Lurati, capodicastero Pianificazione, trasporti pubblici e ambiente, sottolinea che «il sistema di prevenzione che avevamo e che abbiamo usato per diversi anni, non ha dato i risultati sperati. Di recente ci è stato segnalato questo sistema innovativo che funge come deterrente e quindi abbiamo deciso anche noi di utilizzarlo da circa un mese. È ancora presto per giudicare i risultati, ma apparentemente i primi segnali sono incoraggianti». Anche il municipale è sulla stessa linea dell’ufficio tecnico e sottolinea che «a Chiasso non è in corso un’invasione di ratti».

‘È l’unica soluzione per contenerli’

Anche se, a quanto pare non è stato riscontrato un sovraffollamento di topolini o ratti, i roditori saranno sempre presenti. Lo conferma anche Ottavio Molli, responsabile tecnico dell’azienda che è stata incaricata dal Comune di piazzare le trappole: «I topi ci sono, ma la derattizzazione è una cosa che si è dovuta fare perché ci sono stati tanti reclami. Il Comune è quindi stato costretto a farlo. Questa è l’unica soluzione per contenerli». Tra le cause della presenza dei roditori ci possono essere diversi motivi tra cui la sporcizia per strada o fognature non curate, ma la causa pare essere un’altra: «In queste aree si sta costruendo tanto – continua Molli –; il terreno si smuove e di conseguenza i topi escono più frequentemente». I roditori, però, «ci sono sempre stati e continueranno a esserci; in questo caso il Comune, ascoltando le lamentele di alcuni cittadini, ci ha incaricati di piazzare delle trappole su tutto il territorio (Pedrinate e Seseglio compresi). Questa non è la prima volta che collaboriamo con il Comune, da tempo ci occupiamo di diverse aree come il Riva IV o l’ecocentro. Ora abbiamo semplicemente aumentato le trappole portandole a una sessantina». Non tutti però apprezzano questo nuovo metodo di uccidere i roditori: «La maggior parte di queste scatole – precisa Cereghetti – sono dislocate in Centro e proprio in zona Municipio abbiamo riscontrato delle manomissioni». Stando a Molli «abbiamo ricevuto una decina di segnalazioni riguardanti dei pezzi di carta o dei sassi messi all’interno che le rendono inutilizzabili».

Dentro questi erogatori di ferro è posta un’esca contenente il Bromadiolone, un anticoagulante utilizzato dagli anni 80 come rodenticida. Lo scopo è essenzialmente quello di “contrastare il proliferare di topi e ratti sul territorio comunale” e l’esca all’interno “appetibile solo per i roditori, è agganciata ad appositi supporti che evitano il rischio di fuoriuscite accidentali”, viene spiegato nelle informazioni presenti sulle scatoline. Nonostante questo, la sostanza può essere velenosa anche a cani e gatti e agli stessi umani, ma avendo un peso molto superiore rispetto a un topo di città, il rischio di avvelenamento è molto minore se non perfino nullo. Parafrasando il controverso medico svizzero di inizio ’500, soprannominato Paracelso, “è la dose che fa il veleno”.

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