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Più poveri e meno aiuti: ‘Come reagisce Mendrisio?’

L'AlternativA sollecita il Municipio a fronte dei dati sulla situazione ticinese e la manovra di risparmio del Cantone

I numeri danno da pensare
(Ti-Press/Archivio)
26 gennaio 2024
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Ci sono degli anziani e vi sono dei giovani. Le nuove forme di povertà non guardano in faccia a nessuno. E la situazione che permea la realtà locale dà da pensare. A preoccupare, come rende attenti a Mendrisio l’AlternativA, sono i dati restituiti da una indagine socioeconomica condotta fra la popolazione a livello cantonale. Accesi i riflettori sul periodo tra il 2016 e il 2018, numeri alla mano l’analisi mostra come in Ticino gli indigenti siano in aumento. Uno stato di cose che a suo tempo anche il Bilancio di genere della Città aveva portato alla luce, mostrando le fasce più vulnerabili sul territorio comunale e convincendo della necessità di andare oltre, promuovendo uno studio mirato proprio sulle nuove povertà. Lavoro di cui oggi il gruppo che riunisce Verdi e Sinistra vorrebbe sapere di più.

Tagli che preoccupano

Di interrogativi sui fenomeni che oggi si presentano, fa capire l’AlternativA, non ne mancano. Ecco perché cinque consiglieri comunali, in testa Cristina Marazzi Savoldelli – con lei Claudio Lucini, Claudia Criveli Barella, Giampaolo Baragiola e Jacopo Scacchi –, hanno voluto andare a fondo della problematica. Partendo da un lato dalle cifre che danno il polso della situazione – almeno sul piano ticinese –, dall’altro richiamando l’attenzione sulla manovra di rientro del Consigio di Stato, che desta “grande preoccupazione”. Del resto, si ricorda nell’atto parlamentare, si parla di risparmi per 130 milioni di franchi e di tagli ai sussidi di cassa malati, “che toccheranno migliaia di famiglie”. Senza trascurare, fanno notare ancora i firmatari dell’interrogazione, la diminuzione “dei contributi per gli enti del sociosanitario, intaccando, tra l’altro, il settore della presa a carico degli anziani, gli istituti per invalidi e i centri per minorenni in difficoltà”.

‘Come ci si prepara?’

E qui affiora subito una domanda: davanti al Preventivo 2024 – ancora sui banchi del Gran consiglio –, si coglie il rischio “di significative ripercussioni finanziarie per la spesa sociale della Città”; quindi “come si prepara il Muncipio a gestire la situazione della popolazione che, presumibilmente, sarà maggiormente colpita dai tagli?”. E guardando al futuro immediato, a dipendenza del voto del parlamento, sulla base dei dati noti, l’Esecutivo “può già stimare quante saranno le risorse che verranno a mancare nei settori colpiti dai tagli?”. Ed è possibile, si chiede ancora, che queste decurtazioni “influiscano negativamente sulle prestazioni erogate?”.

Senza sussidi la povertà raddoppia

Torniamo però all’indagine che ha interessato i Dipartimenti della sanità e della socialità e delle finanze e dell’economia e l’Ufficio di statistica e che è stata resa pubblica il dicembre scorso. I numeri, come detto, hanno allarmato l’AlternativA. In effetti, si fa memoria nell’interrogazione, il tasso di povertà è cresciuto dal 6,1 al 7,4 per cento. Percentuale, quest’ultima, che segnala la quota di persone di una economia domestica il cui reddito è inferiore al minimo vitale sociale, la cosiddetta povertà reddituale assoluta. Non solo, la situazione si fa più pesante se si tolgono le prestazioni sociali: in quel caso, rimarcano il gruppo di consiglieri comunali, il dato sulla povertà raddoppia. Nel 2018 si è toccato infatti il 14,6 per cento.

Più colpite le famiglie monoparentali

A sollecitare una riflessione è altresì il fatto che tra chi stenta a far fronte alla sua quotidianità, la categoria più colpita è quella degli ‘adulti soli con minori’. Di fatto, richiama l’interrogazione, “tra le persone in povertà reddituale assoluta, ‘circa la metà fa parte di un’economia domestica che non dispone di un patrimonio netto sufficiente per coprire tre mesi di minimo vitale sociale in caso di una ipotetica assenza di reddito’”. Ai due estremi vi sono poi anziani e giovani: i primi per mancanza di un reddito sufficiente, i secondi perché privi di un patrimonio tale da garantire la sopravvivenza. D.C.

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