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Il futuro del ‘Persico’ passa dalla vendita di un terreno

Il Consiglio parrocchiale di Morbio Inferiore cerca acquirenti per la proprietà di via Lischee per poter investire nei lavori del ritrovo in centro paese

La Trattoria del Persico come si presenta oggi
(Ti-Press/A. Crinari)
27 settembre 2023
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La licenza edilizia è stata staccata nel mese di febbraio. Il voto, unanime, dell’assemblea parrocchiale, è invece arrivato a metà settembre. Per raggiungere l’obiettivo di dare una nuova vita alla Trattoria del Persico, chiusa ormai dall’agosto 2019, il Consiglio parrocchiale di Morbio Inferiore ha deciso di mettere in vendita un terreno di proprietà del Beneficio parrocchiale. Si tratta del terreno di via Lischee inizialmente scelto dal Municipio per edificare il suo ecocentro comunale, bocciato dalla popolazione chiamata alle urne da un referendum. Il bando è stato pubblicato nei giorni scorsi sul Foglio Ufficiale e agli albi della parrocchia e del Comune. Dallo stesso si apprende che il prezzo base, stabilito da una perizia, di vendita ammonta a 1’050’000 franchi. Stando al Piano regolatore, l’area di 1’746 metri quadri oggi coltivata a prato si trova in zona artigianale, le costruzioni devono essere destinate a questo tipo di attività e i contenuti residenziali sono ammessi solo se giustificati da necessità di custodia e sorveglianza degli stabilimenti. Le offerte d’acquisto devono essere inviate al Consiglio parrocchiale entro il 9 ottobre.

Un investimento che guarda al futuro

La vendita del terreno è quindi il punto di partenza dell’operazione che porterà alla ristrutturazione (con successiva riapertura) del ritrovo pubblico in centro paese. Due operazioni che sono quindi strettamente collegate. L’investimento totale per ridare nuova vita al ritrovo, dotandolo anche di sei camere doppie, ammonta a 2’035’880 franchi. Come si legge nel messaggio approvato di recente dall’assemblea parrocchiale, si tratta di “una decisione molto impegnativa a livello finanziario”. Considerato che, come emerso da studi commissionati dal Consiglio parrocchiale, “interventi parziali o limitati, comprensibilmente avvenuti in passato, non siano più proponibili”, la scelta è caduta su “una ristrutturazione globale dello stabile, per garantirgli una chiara funzionalità proiettata su un ampio arco di tempo”. Stando al preventivo ipotizzato, oltre alla vendita del terreno contribuiranno all’investimento un sussidio cantonale previsto dalla Legge sul turismo (300mila franchi), incentivi sul risparmio energetico (75mila franchi), ulteriori mezzi propri e un prestito bancario di 600mila franchi. Essendo, come detto, le due operazioni collegate, al momento non è ipotizzabile stimare una data di riapertura del ritrovo. “L’ottimistica ipotesi” inserita nel messaggio parla dei primi mesi del 2025.

Un ritrovo per gruppi e pellegrini

Dopo l'analisi effettuata da un primo studio tecnico, il lavoro che ha portato alla presentazione della domanda di costruzione è stato affidato allo studio Mantegazzi-Bellati di Riva San Vitale “al quale il Consiglio ha ritenuto di doversi rivolgere. Quest’ultimo da tempo sta pure valutando la situazione dell’oratorio parrocchiale”. Come emerge dalla relazione tecnica, grazie agli “impegnativi interventi previsti” si intende “giungere a una ristrutturazione la più completa e funzionale possibile dello stabile per agevolare una positiva gestione dell’esercizio”. A questo si aggiunge la volontà di “proporre un diverso sfruttamento degli spazi nella finalità di poter accogliere pure gruppi numerosi, come in occasione di pellegrinaggi”. Il tutto, oltre che con l’offerta di bar e gastronomia, ricavando “ai piani superiori sei camere doppie per gli ospiti, in particolare di Pellegrini per il nostro Santuario”. Nel messaggio si precisa che “ovviamente si tratterà di un’unica gerenza riferita sia alla ristorazione, sia alle camere” che il Consiglio parrocchiale “sceglierà con la massima attenzione, applicando condizioni finanziarie che ne permettano un corretto finanziamento”. Oltre a dotare lo stabile dei necessari standard energetici e renderlo a norma per le persone diversamente abili o con difficoltà motorie, i lavori permetteranno di “procedere alla necessaria e delicata rimozione dell’amianto”. Gli obiettivi del Consiglio parrocchiale sono stati convalidati dallo Studio Conim Ag Concept. Trattandosi di un investimento che ridarà vita al luogo d’incontro, “il suo possibile inserimento nella dinamica regionale dell’Albergo diffuso permetterà di migliorare la conoscenza di questo nostro edificio ristrutturato e di sviluppare opportune sinergie con altri analoghi esercizi della regione”.

La storia è iniziata nel 1959

L’assemblea parrocchiale del 9 agosto 1959 diede il via libera all’acquisto della trattoria del Persico e del terreno adiacente stanziando all’unanimità un credito di 115mila franchi. Una scelta, come si legge nel verbale di allora riportato anche nel messaggio, che l’allora parroco don Leone Bernaschina motivò con la necessità di “salvaguardare il Santuario da possibili e prevedibili inconvenienti, e poi perché il terreno si presterebbe magnificamente per la costruzione del nuovo salone parrocchiale”. L’esercizio venne riaperto “senza particolari interventi” e i primi gestori furono Carmelina e Aldo Rabufetti; seguiti da Orlando Casartelli, Edo Carrara, Mariangela Polli e Marisa Jam.

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