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Sonia Meier lascia la testa del Plr distrettuale

Le dimissioni saranno ufficializzate all'assemblea del partito. ‘Il Mendrisiotto? Deve unire le forze politiche per riuscire a farsi sentire’

In sintesi:

‘Il Distretto è sempre il fanalino di coda del cantone’

La fatica di essere donna in politica

‘Era il tempo di rinnovarsi’
(Ti-Press/soniameier.ch)
7 giugno 2023
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«Se dovessi descrivermi? Direi che ho un temperamento di destra, un cuore di sinistra e un cervello che governa da liberale radicale». Sonia Meier i suoi quattro anni alla testa del Plr del Mendrisiotto, in effetti, li ha affrontati di slancio, senza mai rinunciare a essere sé stessa. Ora, però, ha deciso di dire basta e di lasciare la guida del Distrettuale ad altri (o altre). Una decisione, la sua, che sarà resa ufficiale questa sera a Balerna al plenum del partito. Assemblea alla quale spetterà adesso trovare colui (o colei) che le succeda. La questione, va detto, è ancora aperta. Per la presidente, invece, la scelta è presa. «Ho bisogno di riappropriarmi di un po’ di tempo a vantaggio della mia vita privata», ci confessa. Anche se continuerà a rivestire la carica di vicepresidente del partito cantonale e a fare da collante tra la regione e i vertici cantonali del Plr.

Del resto, ci fa capire, occorre sapere quando cedere il passo. E lei, Sonia Meier, è per il cambiamento. «Eppoi, rivestire queste cariche politiche – ricorda –, logora. Ci si deve dedicare tante energie. Quindi non si può tenere sempre alto il livello dell’entusiasmo. E allora bisogna saper aiutare i potenziali successori a crescere. Dando modo ad altri di fare la stessa esperienza».

Non problemi, ma temi che urgono

Se dovesse definire con un aggettivo il suo quadriennio, quale sceglierebbe? «Ne uso due: ho vissuto un periodo vivace ma costruttivo», ci dice. La presidente uscente vede, tutto sommato, il bicchiere mezzo pieno. Quali sono stati i problemi, se ce ne sono stati, con i quali si è trovata confrontata maggiormente? «Più che di problemi, parlerei di temi, dei quali peraltro si discute da tempo. Infatti, fin dall’inizio abbiamo lavorato molto sul dossier dell’aggregazione del Basso Mendrisiotto, quanto mai necessaria. Questo processo, d’altro canto, è partito da noi. E l’abbiamo affrontato con impegno, con tutto ciò che ne è scaturito. Siamo partiti cercando di trovare delle sinergie con gli altri partiti dei Comuni coinvolti e ne sono nati un ampio dibattito e un lavoro di approfondimento serio».

Come andrà a finire? «Io nutro ancora la speranza che il Basso Mendrisiotto capisca e si convinca che questa sia la cosa migliore per acquisire sempre più peso e potersi far vedere e ascoltare».

Questione di seggi

Il Distretto non riesce ancora ad avere più voce in capitolo? «Per esemplificare – ci spiega –: ultimamente si vedono i media soffermarsi sui 12 chilometri di coda al Gottardo, e ci si meraviglia. Noi qui abbiamo 20 chilometri ogni giorno, ma è normale, un fatto dato per acquisito. Quindi più peso acquisiremo e più sapremo farci rispettare a livello cantonale. Infatti, un altro tema al quale ci siamo dedicati, e che era doveroso, è stato quello dei seggi destinati al Mendrisiotto in Gran Consiglio».

Che l’aprile scorso sono diminuiti. «Occorre ragionare sul sistema di ripartizione, spostando la discussione dal Distretto al Cantone».

Quanti rospi da ingoiare

Il Mendrisiotto si sente sempre penalizzato? «Ma certo. Come regione ci sentiamo penalizzati e lo ribadiamo da tempo. D’altro canto, noi siamo e rimaniamo il fanalino di coda del cantone – rilancia a chiare lettere Meier –. Non vogliamo fare piagnistei. Ma non possiamo certo essere contenti di vedere che tutte le questioni devono essere digerite senza neanche poter avere sotto mano un digestivo. Eppure, noi siamo un Distretto ricco dal punto di vista della popolazione, dell’operosità della sua gente, a livello economico ma non solo».

‘Si ignorano anche le nostre proteste’

Come mai, a suo dire, non si riesce a spostare l’attenzione su tematiche importanti come la corsia dei Tir o AlpTransit a sud? Anche in merito alle fermate dei treni a lunga percorrenza, si è ottenuto il riconoscimento del principio, ma poi ci hanno spostato il traguardo. «Abbiamo visto di recente la stessa presa di posizione di Ustra (Ufficio federale delle strade, ndr) recapitata al Dipartimento del territorio sul progetto di una corsia dedicata ai mezzi pesanti in attesa di passare la dogana a Brogeda, lì tra Coldrerio e Balerna: di fatto – dice senza mezzi termini – non gliene importa nulla se la regione ha manifestato in tutti i modi che non vuole un parcheggio di camion nel proprio giardino di casa (e ciò consapevoli che Ustra sarebbe andata dritta per la sua strada). Ce lo si aspettava, ma vuol proprio dire ignorare la sensibilità della gente di questo territorio. Chi muove le pedine dovrebbe avere il coraggio di dirci: non contate niente. Almeno le persone se ne fanno una ragione e magari trovano la forza di manifestare con maggiore energia».

‘Tra partiti dobbiamo fare squadra’

In questi ultimi tempi nel Distretto si è fatta largo l’esigenza di unire le forze, anche tra gruppi politici diversi. Lo si è sperimentato con il progetto aggregativo o perseguendo insieme l’obiettivo di far fermare di nuovo i treni Intercity nel Mendrisiotto (a Chiasso e Mendrisio), o ancora, più di recente, schierandosi, come sezioni distrettuali di Verdi, Centro, Ps e Plr a sostegno della Legge sul clima in votazione il 18 giugno prossimo. Detto altrimenti, si è cercato di fare squadra, al di là delle etichette politiche. «Lo si è fatto per dare un segnale forte e di unità – ci conferma la presidente –. Questa è anche una cosa che noi come Mendrisiotto abbiamo cercato di portare avanti. È una strada da percorrere: tutte le persone coinvolte sono convinte che bisogna collaborare come partiti del territorio. Anche in questo caso per farsi sentire. Del resto, per il territorio bisogna fare sempre più squadra. In fondo, combattiamo tutti per un unico obiettivo: vivere meglio in questa regione».

È tempo, insomma, di andare oltre la storica dialettica politica? «Sinceramente, la dialettica politica mi tocca fino a un certo punto. Siamo tutte persone, al di là delle idee. Occorre, dunque, trovare temi sui quali si è disposti a esporsi in modo univoco. A livello ideologico possiamo profilarci in modo diverso, ma bisogna trovare un modo per capirsi. Quando parliamo della protezione del territorio del Mendrisiotto non siamo così distanti tra Plr, Centro, socialisti o Verdi. E credo che neanche la Lega o l’Udc siano contrarie a un concetto del genere. Nel Distretto ci siamo riusciti: alla fine sono le persone a fare la differenza».

Un consigliere di Stato oltre gli steccati

Da anni ci si lamenta del fatto che il Mendrisiotto non abbia un consigliere di Stato. Nell’attesa, questa alleanza tematica tra le forze politiche può essere considerata una via alternativa per riuscire a farsi sentire? «Ma certo. Questa è una alternativa – ci risponde Meier –. Ma dirò di più, personalmente credo che per il futuro occorrerà cercare di avere un rappresentante della regione, indipendentemente dal partito. Sono sempre stata aperta, da questo punto di vista, chiaro sono liberale radicale, ma sinceramente vorrei avere, come regione, un ‘mio’ rappresentante. In effetti, ogni tanto mi verrebbe di bussare alla porta del Consiglio di Stato e di chiedere se si ricorda che rappresentano il governo di questo cantone, fino in fondo alla ramina. Perché sembra che non sia così: i fatti dicono altro».

Dovesse fare un nome, all’orizzonte c’è una figura che potrebbe essere il candidato (o la candidata) condiviso? Nella corsa alle Cantonali il Mendrisiotto ha mostrato di avere dei nominativi interessanti. «Restando in casa Plr, direi Andrea Rigamonti, che da subito è stato prezioso per il tema dell’aggregazione come sui progetti autostradali presentati da Ustra, e questo prima che facesse la sua comparsa sulla scena cantonale, primo atto di una carriera politica a livello cantonale. Poi a livello Plr abbiamo dei giovani in gamba. Ma non dobbiamo ricadere nell’errore di metterli, un po’ come le donne, un po’ da parte, ad aspettare, prima o poi, il loro turno».

‘Le donne? Trattate in modo diverso’

Ha fatto riferimento ai giovani e pure alle donne. Da donna alla guida di una sezione distrettuale, ha visto compiere dei passi avanti? Si è superata la distinzione di genere? «Diciamo che una donna viene trattata in modo diverso – Sonia Meier qui si trattiene dal dire proprio tutto ciò che pensa –. È ancora una questione culturale. Ciò che non riesco a capire è come sia che in politica le donne debbano muoversi in punta di piedi, per non passare per quelle che sgomitano. Mentre nella vita privata viene loro riconosciuto un ruolo preciso, come madri, mogli o figlie; e quindi riempite di attenzioni e ascoltate. Nella vita politica, di fatto, avviene l’esatto contrario. O vieni costantemente ignorata oppure devi stare attenta a come ti muovi, perché in ogni caso sarai oggetto di critiche».

Si è sentita trattata in modo diverso? «Io ci passo sopra, per indole, però è capitato. È così».

‘Le Cantonali? Soddisfatta’

Questi sono anni elettorali. Il primo test sulle Cantonali ha visto il Plr tenere le posizioni e piazzarsi come primo partito in otto comuni (a cominciare da Chiasso e Mendrisio): che sensazioni le ha lasciato? «Non posso non dirmi soddisfatta dei risultati – commenta Sonia Meier –. Abbiamo dimostrato di essere coesi, come Distretto e come sezioni. Queste ultime in questi quattro anni sono state molto coinvolte. Si è cercato, insomma, di curare il benessere della squadra con un’attenzione, se posso, tutta femminile».

La preoccupa l’avanzata dell’Udc nel Mendrisiotto? «Credo sia fisiologico quando si attraversa un momento di scontento, come è dal 2020. Quando le persone hanno paura per il futuro, tendono a guardare agli estremi. Anche perché i proclami fanno presa – osserva –. Lo dico sempre ai miei colleghi di partito: noi abbiamo un modo di porci pacato, signorile, ragioniamo sugli obiettivi a lungo termine. Ma dovremmo essere un po’ più concreti e diretti nel comunicare. Conosciamo i problemi, ma questo non basta a rassicurare il cittadino, che si aspetta di sentirsi dire che c’è chi lavora per lui».

‘Le Comunali? Fiduciosa e curiosa’

Guardando all’appuntamento con le elezioni comunali, e concentrandosi sui due centri polo, Chiasso e Mendrisio, cosa si aspetta? Il Plr saprà riconfermarsi alla testa dei due Comuni? «A Chiasso, se si presenteranno sindaco (Bruno Arrigoni, ndr) e municipale (Sonia Colombo-Regazzoni, ndr) attuali, sono certa che si ripeterà lo stesso risultato. Non vedo avversari forti a tal punto da impensierire. A Mendrisio – ammette – sono curiosa di vedere cosa succederà. Di sicuro la Città ha un sindaco (Samuele Cavadini, ndr) che è il sindaco di tutti, e questo di solito è pagante in termini elettorali. Bisognerà vedere se gli screzi che ci sono stati produrranno qualcosa di diverso in termini di voti. Credo, comunque, che si vada verso una riaffermazione del Plr».

A proposito di screzi, è inevitabile fare riferimento alla rottura tra il municipale Massimo Cerutti e la sezione Plr di Mendrisio. Che effetti avrà? «Il passo indietro di Cerutti è stato un fulmine a ciel sereno. Non mi è piaciuto vedere, però, come si è gestita la questione sui media: alla fine è diventato il solito discorso di protagonismo. Sono curiosa, ripeto, di vedere anche come si posizionerà Cerutti, se si ripresenterà da indipendente o meno. La sezione di Mendrisio, comunque, è molto forte e compatta. E fa fronte comune. Non vedo problemi per i liberali radicali della Città. Non c’è dubbio che il 14 aprile del 2024 sarà la vera prova del nove, anche per lo stesso Cerutti. Ma io mi lascio sempre stupire».

Una soddisfazione finale

Un’ultima soddisfazione, comunque, Sonia Meier se l’è tolta. «Lascio – chiosa – potendomi dichiarare molto contenta della nostra rappresentanza alle elezioni federali di ottobre con il candidato momò Moreno Colombo, che è una forza della natura e un animale politico che sa farsi capire dalla popolazione». Come dire, un buon viatico.

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