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I bilanci delle Aim tengono, nonostante caro energia e crisi

Le Aziende industriali incassano un risultato positivo e riconquistano utenti sul libero mercato. La cittadinanza? Oculata nei consumi idrici e di gas

5 maggio 2023
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Con i prezzi dei vettori energetici alle stelle e sulle teste il rischio di restare senza luce o riscaldamento, c’è da credere che il 2022 nelle Aziende di distribuzione di acqua, gas ed elettricità passerà alla storia come un ‘annus horribilis’. Un’annata dalla quale le Aziende industriali della Città di Mendrisio (Aim) sono riuscite a uscire tutto sommato indenni, almeno stando alle cifre allineate a consuntivo. Tirate le somme, infatti, le Aim hanno registrato un utile di quasi un milione e mezzo, andato al di là delle previsioni ancorate ai Preventivi (di circa 300mila franchi). Quanto basta per far dire a bilancio di aver incassato “un risultato al di sopra delle attese, in particolare grazie alla Sezione elettricità che conferma un risultato in linea con il 2021”. Più che sufficiente per far dimenticare i ‘fasti’ del 2021, quando l’avanzo era stato di oltre 2,2 milioni.

Il municipale Massimo Cerutti non nasconde la sua soddisfazione. «Sono felice di questi conti», annota, rivendicando il responso positivo della contabilità incamerato l’anno scorso, ovvero quando il dicastero Aziende era ancora sotto la sua responsabilità prima di essere sfiduciato, il gennaio scorso, dal Consiglio comunale e sospeso poi, in via temporanea, dal Municipio (sullo sfondo l’acquisizione rinviata di un anno delle reti Ail). Il futuro finanziario delle Aim, certo, è ancora da scrivere – lo si conoscerà nel momento in cui si avranno tra le mani i bilanci definitivi del 2023, con gli effetti delle nuove tariffe e delle operazioni condotte sul mercato energetico –, ma nel frattempo, Cerutti si fa bastare i numeri che hanno permesso di riversare, come previsto, al Comune un milione e mezzo di franchi; somma a cui si aggiunge quasi un altro mezzo milione in sponsorizzazioni e contributi per prestazioni. «Le Aim – chiosa – si sono difese bene».

Quegli effetti del mercato energetico

Resta, in ogni caso, la consapevolezza che a incidere su spese (per 55,2 milioni) e ricavi (per 56,7 milioni) è stata in gran parte la “lievitazione dei prezzi nell’ambito dell’energia”, soprattutto per i grandi clienti. Dovendo tirare delle conclusioni, il 2022, ribadisce il Municipio nel suo documento, è “senza dubbio stato, a memoria d’uomo, l’anno più intenso dal punto di vista dell’andamento dei prezzi dell’energia (elettrica e gas, per quanto riguarda i vettori distribuiti dalle Aim) sui mercati all’ingrosso”, tra fattori esterni (uno su tutti la guerra in Ucraina) e speculazione. In effetti, a guardare i rincari sul versante dei watt si rizzano i capelli in testa. Premesso, si certifica, che la quantità di energia acquistata nel 2022 è stata superiore rispetto al 2021 del 6,4 per cento, l’aumento del costo di acquisto si è attestato su un 86 per cento in più ed è “in gran parte da ricondurre alla lievitazione dei prezzi nell’ambito dell’energia, soprattutto per quei grandi clienti a mercato che si approvvigionano sul mercato spot, senza beneficiare di un prezzo fisso annuale”. In generale, si sottolinea, l’anno scorso “il prezzo medio di acquisto di energia al kWh è cresciuto del 74,7 per cento rispetto al 2021, mentre quello dei costi di rete a monte è aumentato del 7,2 per cento”. Sono altri, di fatto, i numeri che confortano le Aim sul fronte dell’elettricità. Sono quelli legati ai consumi globali, stabili se raffrontati all’andamento degli ultimi anni (e alle vecchie tariffe, «le più a buon mercato»); e quelli che restituiscono il quadro della clientela. A oggi il servizio universale (a cui fa capo chi utilizza meno di 100mila kWh l’anno, quindi quasi tutti i privati e molte piccole e medie imprese) rappresenta il 40 per cento dell’energia transitata sulle reti. Il resto (chi supera i 100mila kWh) fa riferimento al libero mercato, che, però, per la maggior parte dei contratti è sottoscritto con le Aim. Solo circa il 6 per cento fa capo, infatti, a un approvvigionamento da terzi. In effetti, si sottolinea, “Il 2022 ha visto il recupero, a favore del libero mercato Aim, di clienti dal libero mercato di terzi”. Un segnale positivo arriva pure da quanti si sono convertiti agli impianti fotovoltaici, un numero crescente nel comprensorio Aim: 371 (erano 362) e coprono il 6,3 per cento dell’energia transitata nel 2022.

Gas, attenzione ai consumi

Spostandosi dall’elettricità al gas metano, si è registrata una flessione del 12 per cento: sono stati erogati in totale circa 90 milioni di kWh, di cui 17 nei quartieri allacciati alle Ail. Ciò non ha impedito, comunque, di chiudere questa Sezione delle Aim con un profitto di oltre mezzo milione, seppure, come si riconosce, “leggermente al di sotto delle previsioni”. D’altro canto, le Aziende hanno deciso di non ritoccare le tariffe, nonostante il prezzo d’acquisto dalle Ail da ottobre sia salito. Gli utenti, da parte loro, hanno dimostrato oculatezza davanti alla crisi energetica e agli appelli delle autorità e hanno ridotto i consumi, e in modo sensibile: si parla del 12 per cento in meno a fronte di 12 milioni di kWh distribuiti in rete. A dare una mano un inverno decisamente più mite e soleggiato.

Crisi idrica, utenza solerte

E a proposito di record, il 2022 si è distinto altresì per “il più lungo periodo siccitoso degli ultimi decenni”. Tra interventi infrastrutturali (come il nuovo pozzo ai Prati Maggi), soluzioni di emergenza (le autobotti giornaliere che hanno approvvigionato la Montagna) e divieti mirati e rigorosi (scattati a luglio e protratti sino a ottobre), si è riusciti a gestire la situazione. Anche grazie alla cittadinanza, la quale “ha reagito molto bene”. Tant’è che “globalmente il 2022 ha registrato una diminuzione dei consumi di circa il 7,7 per cento”, restituendo 1,81 milioni di metri cubi contro i quasi 2 milioni del 2021. Un capitolo a parte lo meritano, poi, le perdite di acqua lungo la rete che, unite agli allacciamenti privi di contatore, le fontane e l’acqua usata per il fabbisogno degli impianti di potabilizzazione, toccano quota 19,4 per cento, quindi appena al di sotto della statistica nazionale, attestata al 20 per cento. Sul piano contabile, per contro, si porta a casa un risultato “al di sotto delle previsioni”, complice proprio la siccità. Scattati i divieti, i consumi si sono contratti, conteggiando circa 150mila metri cubi (l’8 per cento in meno) e annullando “l’effetto dell’aumento dei prezzi dell’acqua potabile”, passata nel 2022 da 1,20 a 1,30 al metro cubo.

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