Mendrisiotto

Dal ‘giardino dei misteri’ non affiora niente

Dopo due giorni di scavi nel terreno della ditta di onoranze funebri. Le ricerche continuano, ma la società fa parlare i suoi legali.

In sintesi:
  • La ditta, tramite i suoi legali, non si nasconde ‘una certa amarezza riguardo a delle accuse che si ritengono infondate’
  • Raccolte da ‘laRegione’ alcune riflessioni da parte della concorrenza
L’inchiesta continua

Anche oggi la giornata si è conclusa con un nulla di fatto. L'escavatore ha continuato ad affondare la pala nel terreno, ma dal giardino della ditta di pompe funebri, lì a Mendrisio, oltre il telone steso lungo il perimetro della recinzione della proprietà, tra lunedì e oggi, martedì, non è affiorato niente. Niente che, al momento, possa avvalorare i sospetti che hanno avvolto il titolare e un suo collaboratore, dopo che la società è finita al centro di un procedimento penale. Dopo la nota ufficiale di lunedì, dalla Procura non si intende aggiungere altro: è calato il silenzio stampa. A romperlo, invece, è lo stessa ditta di Fernando Coltamai, questa volta attraverso i suoi rappresentanti legali. Un comunicato nel quale non si nasconde "una certa amarezza riguardo a delle accuse che si ritengono infondate". Il riferimento è alle ipotesi di reato formalizzate dalla magistratura - ovvero truffa e turbamento della pace dei defunti -, la quale ha posto al vaglio la posizione del titolare e di un suo collaboratore.

La società di Organizzazioni funerarie, d'altro canto, ha preso atto, si fa sapere ancora, dell’apertura di un procedimento penale. A questo punto si attenderà "con serenità gli esiti degli accertamenti attualmente in corso". Come il suo titolare su queste colonne, anche la ditta si dice, comunque, "fiduciosa del fatto che potrà essere esclusa ogni responsabilità penale, continuando nel frattempo a garantire l’impegno e la massima serietà dimostrata nei lunghi decenni di attività". Si tiene altresì a precisare, con riferimento particolare all’opinione pubblica, "di essere trasparentemente a completa disposizione delle autorità inquirenti per i chiarimenti che si renderanno eventualmente necessari".

Le autorità, da parte loro, hanno confermato che gli accertamenti in corso, al pari delle perquisizioni, degli interrogatori e del sequestro di materiale, sono finalizzati a "comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale (eventuali inadempienze o irregolarità) nell'esecuzione delle opere in campo funerario e cimiteriale". In effetti, le ricerche nel terreno circostante la ditta continueranno.

Le reazioni nel settore

‘Siamo rimasti basiti’

Fra i colleghi, non solo momò, dei quali abbiamo raccolto alcune riflessioni, lo considerano una vera e propria istituzione. Fernando Coltamai si è detto tranquillo per l'inchiesta in corso da parte della Procura ticinese.

In quello che è subito stato rinominato ‘il giardino dei misteri’, ovvero l'appezzamento di terreno intorno alla nuova sede della Sa fondata nel 1976, la Polizia scientifica ha scavato anche oggi, martedì. Un compito, a cui sono stati chiamati gli agenti e i tecnici, probabilmente complicato data la delicatezza del materiale da trattare e analizzare. Del resto, non un fulmine a ciel sereno... Sulla società, infatti, i fari si erano già accesi a inizio marzo quando il deputato leghista Massimiliano Robbiani aveva sottoscritto un'interrogazione al Consiglio di Stato per denunciare quello che, a suo avviso, era un monopolio, ovvero lo strapotere di Coltamai nell'attività funebre, in particolar modo nel Mendrisiotto. Una coincidenza?

Supposizioni però che, a sentir la concorrenza, non sembrano combaciare con la realtà: «I numeri non sono quelli certamente indicati. Il fatto di essere presenti in diversi conferma che c‘è lavoro per tutti, altrimenti, se fossero veri quei dati, avremmo dovuto già chiudere – non mancano di evidenziare in una delle pompe funebri della regione –. Abbiamo sempre dimostrato di lavorare tutti in modo professionale e serio, così mi auguro che lo abbia sempre fatto anche lui...».

Una ditta ‘storica’, quella di Coltamai, che forse avrà attirato qualche gelosia: «C'erano già voci in giro alcuni mesi fa – ci dicono in un'altra azienda concorrente –. Da lì a pensare a un intervento così massiccio degli inquirenti ce ne passa... Nell'ambiente siamo rimasti un po’ tutti così... basiti. Nessuno, credo, glielo augurava... È chiaro, a ogni modo, che la magistratura non si muove senza almeno un minimo dubbio, un'indicazione, una chiara segnalazione. Non credo metta in piedi tutto questo se non ci fosse sotto qualcosa...».

Se sia stato un familiare di un defunto, un impiegato comunale o magari un ex dipendente a mettere la pulce nell'orecchio della giustizia al momento non è chiaro. Come per certi versi incomprensibile è il motivo di questa ricerca così approfondita in un piccolo giardino: qualcuno accenna a possibili pratiche legate alla cremazione, altri agli spurghi dei cimiteri. Resta il grande interrogativo sul perché, sul cosa nascondere nel prato di casa, sul quanto un addetto potrebbe ricavarci finanziariamente. Tutte domande a cui ora dovranno dare una risposta gli inquirenti.

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