Mendrisiotto

Incidente mortale a Mestre, i due giovani studiavano in Ticino

I ragazzi, entrambi 25enni, frequentavano l’Accademia di architettura di Mendrisio

(Vigili del fuoco Venezia)
27 dicembre 2022
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Erano grandi amici i due giovani 25enni morti la vigilia di Natale a Mestre (Italia), tanto da intraprendere insieme lo stesso percorso di studi. La loro passione per l’arte, il design e la progettualità li aveva portati a frequentare la stessa scuola: l’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana. "Siamo profondamente scossi dal dolore e siamo vicini alle famiglie in queste ore drammatiche", fa sapere l’ateneo tramite una nota diffusa a tutta la comunità studentesca "i due ragazzi erano parte della grande famiglia dell’Accademia".

I due però non erano originari della regione, ma erano cittadini italiani e domiciliati a Venezia. A unire i ragazzi non solo la scuola ma anche il basket. Uno dei due giovani era il figlio di un famoso architetto mestrino di una nota famiglia friulana di costruttori.

La dinamica dell’incidente

I due 25enni mestrini, all’alba della vigilia di Natale, stavano tornando da una serata all’Argo16 di Marghera a bordo della macchina di un amico quando, per cause che le autorità dovranno stabilire, il conducente ha perso il controllo della vettura che è poi andata a finire contro un muro. Quattro in totale le persone che si trovavano al momento nella Clio: il proprietario dell’auto, che era al volante, i due giovani e una ragazza, anche lei di Mestre, anche lei di 25 anni e rimasta ferita in modo lieve.

Per tornare a casa, la Clio con a bordo i quattro aveva imboccato via della Libertà verso Venezia per poi fare un’inversione a U consentita prima del ponte che porta in centro storico e, da lì, riprendere la marcia verso Mestre. Su via della Libertà, in un tratto rettilineo, l’auto ha sbandato all’improvviso verso destra e ha colpito la spalletta laterale in muratura che delimita la carreggiata e la divide dalla ferrovia. Per i due giovani, che si trovavano proprio in quel lato dell’abitacolo non c’è stato nulla da fare: il primo è morto sul colpo, il secondo – rimasto incastrato – è perito poco dopo.

Prima di fermarsi lì dove i Vigili del fuoco e la Polizia locale l’hanno trovata, l’auto si sarebbe anche capottata diverse volte. Chiarita la positività all’alcol del venticinquenne alla guida, trovato in stato confusionale dai vigili dopo che si era reso conto di quanto accaduto, toccherà all’inchiesta chiarire anche la velocità a cui andava la Clio.

Il conducente positivo all’alcoltest

Se la dinamica e le cause che hanno portato il conducente a perdere il controllo del proprio veicolo sono da stabilire, certo è che il ragazzo al volante della Clio aveva bevuto. Dato confermato prima dall’alcoltest, che aveva registrato un tasso alcolemico ben oltre il limite consentito dalla legge e fissato in 0,5 grammi di alcol per litro di sangue. E confermato poi dalle analisi del sangue effettuate in ospedale, dove il conducente era stato ricoverato dopo essere stato trovato sotto shock dagli agenti della Polizia locale. Sul caso, il sostituto procuratore italiano Roberto Tarzo ha aperto un fascicolo: duplice omicidio stradale è infatti l’accusa contestata al giovane.

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