Mendrisiotto

Sul bus senza biglietto? Entrano in azione i ‘controllori’

Le aziende di trasporto oggi fanno capo a dei professionisti. Il risultato? Scoperti più passeggeri. Che in alcuni casi vengono denunciati in Procura

Il 58% di chi viene sanzionato è sprovvisto di biglietto
(Ti-Press)
18 giugno 2022
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Centoquaranta franchi: la sovrattassa stavolta è più salata. Essere recidivi, del resto, ha il suo prezzo. E in quel caso a salire sull’autobus senza biglietto erano stati in due: l’utente e il suo cane. Sì, perché anche il cosiddetto amico a quattro zampe deve staccare il suo titolo di viaggio. Qui le regole delle aziende di trasporto sono chiare. Non solo, se l’accaduto dovesse ripetersi il rischio per i nostri protagonisti sarà quello di fare i conti con una querela al Ministero pubblico. Una procedura, quest’ultima, non rara negli ultimi tempi. Lo dicono le tendenze: i furbetti del bus sono in evidente aumento, e con loro le denunce.

Il fenomeno, d’altro canto, ha dimensione nazionale. Tant’è che dall’aprile del 2019 il settore dei trasporti pubblici in Svizzera ha creato un Registro dei viaggiatori senza biglietto. Ebbene, ogni anno, come si fa sapere sul portale web dedicato, si registrano circa 800mila casi, che tradotti in percentuale rappresentano il 2,5 per cento di tutte le corse e pesano sulle casse per decine di milioni. Quanto al Ticino non si discosta dall’andamento generale. Stando a dati resi pubblici l’aprile scorso, nel Cantone poco meno di cinque passeggeri su cento salgono sui mezzi collettivi sprovvisti di un titolo di trasporto valido.

Alla lente oltre 120 linee

A sud del Gottardo, però, ci si è voluti organizzare per bene. Insomma, non ci si affida più solo alle campagne di sensibilizzazione. Da un anno e mezzo a questa parte, infatti, a vigilare sulla rete dei trasporti pubblici su gomma (Ffs e Tilo non sono inclusi) c’è una squadra di professionisti. «Fino al 2020 in Ticino non eravamo organizzati in modo ottimale – ci dice Alex Malinverno, responsabile mercato sud di AutoPostale Sa, nonché presidente dell’Unione trasporti pubblici e turistici Ticino –. Poi di concerto con la Comunità tariffale Arcobaleno dal gennaio del 2021 è stato istituito un ‘team’ di controllori e si è assegnato ad AutoPostale il mandato di occuparsi di questo servizio per l’intero territorio cantonale e per tutte le aziende di trasporto».

Quindi dall’Autolinea Mendrisiense alle Autolinee Bleniesi, passando per Luganese e Locarnese ogni giorno c’è chi verifica se gli utenti hanno pagato il biglietto o meno. «In totale – spiega ancora Malinverno – possiamo contare su una quindicina di ‘controllori’ professionisti. In effetti, abbiamo creato nuovi posti di lavoro qualificati nel Cantone».

Spetta a loro, queste nuove figure, tenere d’occhio adesso più di 120 linee secondo una precisa strategia d’azione. Incuriositi e a caccia di cifre e statistiche, ci siamo dovuti accontentare di sapere che, nell’arco del primo anno di attività, gli uomini del ‘team’ hanno passato al setaccio oltre 260mila viaggiatori. E tra loro c’era anche chi, prima di salire a bordo del bus, non si era fermato al distributore automatico di biglietti. Quanti sono caduti nelle maglie dei controlli? Qui (come ad altri interrogativi) la Comunità tariffale Arcobaleno ci ha risposto in modo laconico: "Non possiamo fornire cifre in merito". Ci sono state concesse le percentuali che delineano i motivi che hanno portato a infliggere una sovrattassa (vedi infografica).

Più controlli, più incassi

Di sicuro questo nuovo approccio ha fatto capire quanto questa problematica stia a cuore alle aziende di trasporto. E, d’altra parte, sono arrivati anche i risultati: una ricerca più sistematica ha portato alla luce, in effetti, un maggior numero di persone che viaggia senza biglietto, dando modo altresì di recuperare parte dei mancati introiti. Come a livello nazionale, pure in Ticino controlli più fitti sugli autobus hanno permesso di riportare nelle casse cifre considerevoli. Stando a nostre informazioni si può parlare di oltre un milione e mezzo di franchi.

Quanto a incassi, comunque, per il settore questo è un buon momento. Come è emerso in occasione dell’ultima assemblea dell’Unione trasporti pubblici e turistici Ticino si è guadagnato terreno tanto sulle vendite di titoli di viaggio – aumentate del 40 per cento –, che sui ricavi. Rispetto al 2020, l’anno scorso gli introiti sono cresciuti del 31,5 per cento, superando i 63 milioni e avvicinandosi al dato (67,8 milioni) del 2019, quindi ai tempi pre Covid.

Obiettivo, informare

Certo, per le aziende l’obiettivo rimane convincere gli utenti ad acquistare il biglietto (o ad abbonarsi); non ‘castigare’ chi si sottrae (lavoro peraltro non semplice a volte). E in questa direzione, quella della persuasione, assicurano dalla Comunità tariffale Arcobaleno, andranno anche le prossime campagne di informazione. Difficile dire se si riuscirà a conquistare tutti, per primi i più impenitenti. Gli aneddoti che riecheggiano tra i sedili del bus hanno un che di leggendario. C’è persino chi preferisce, infatti, pagare fior di sanzioni piuttosto che un abbonamento (magari troppo caro per le sue tasche), speculando sull’impunità. Salvo poi finire (oggi più di ieri) a tu per tu con un ‘controllore’.

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