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Chiasso, una copertura mobile per 365 giorni di nuoto

La garanzia del pallone sta per scadere. Il consigliere comunale Claudio Schneeberger presenta al Municipio un’ipotesi di lavoro per la piscina

Com’è e, nel riquadro, come potrebbe diventare
(archivio Ti-Press)
17 gennaio 2022
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È una delle offerte sportive che caratterizza la cittadina di Chiasso. Il nuoto invernale sotto al pallone pressostatico alla piscina comunale ha conquistato diversi appassionati nel corso degli anni. Ma quale sarà il futuro di questa struttura? La garanzia decennale del pallone termina con la stagione in corso e la struttura è già stata oggetto di alcuni interventi di manutenzione. Il futuro del pallone, e quindi del nuoto invernale, dovrà giocoforza essere discusso in tempi brevi. A forse facilitare il compito del Municipio di Chiasso potrebbe arrivare una soluzione di cui si è fatto promotore il consigliere comunale, e attuale primo cittadino, Claudio Schneeberger (Lega). Quello che presenterà all’esecutivo nei prossimi giorni è un progetto innovativo che metterebbe a disposizione della cittadina, e non solo, una struttura utilizzabile 365 giorni all’anno. «La piscina di Chiasso è una struttura a valenza regionale e la vasca olimpionica di Chiasso è l’unica del Distretto a poter ospitare delle gare – premette Schneeberger –. Dopo il ‘no’ incassato da Mendrisio per il progetto della piscina 50 metri, tramite alcune conoscenze che lavorano nel settore, mi sono informato per cercare delle soluzioni». L’idea di partenza è stata quella della copertura degli stadi o un sistema di scorrimento come quello dei campi da tennis di Wimbledon. La soluzione che verrà presentata «è già stata praticata: si tratta di una struttura leggera flessibile. Una copertura, che verrebbe posizionata nella zona del manufatto degli spogliatoi e che permetterebbe di essere aperta e chiusa immediatamente, permettendo quindi di utilizzare la piscina anche durante le giornate di brutto tempo in estate».

Fattibilità anche a livello energetico

Stando alle valutazioni effettuate da specialisti del settore, «la struttura si può creare». A mente di Claudio Schneeberger «il Municipio di Chiasso o il nuovo Ente regionale per lo sport, la cui partecipazione è auspicata trattandosi di una struttura a valenza regionale, dovrebbero commissionare uno studio specifico di fattibilità a uno studio di ingegneria per arrivare a stabilire tempistiche, dimensioni e costi». Costi che possono essere stimati in alcuni milioni di franchi. L’idea del promotore è quella di «coprire a la piscina olimpionica, come adesso col pallone, inserendo anche la tribuna per potere utilizzare anche quello spazio come zona relax». In un’eventuale seconda fase una copertura analoga potrebbe essere ipotizzata anche per la piscina quadrata, «che potrebbe essere usata anche per i vari sport in acqua». I mancati incassi della piscina, sia per la stagione estiva che per quella invernale, finiscono praticamente sempre tra le osservazioni dei commissari della Gestione durante l’esame dei conti consuntivi. «I mancati introiti per maltempo o guasti tecnici pesano. Con questa copertura andremmo anche a risolvere il problema degli alti consumi e spese di gestione del pallone, piuttosto onerosi ogni anno». Nella struttura potranno inoltre essere introdotti pannelli fotovoltaici. «Sarà una struttura in vetro che, grazie ai benefici dell’insolazione anche invernale, porterà ad avere quasi un riscaldamento naturale – aggiunge il consigliere comunale –. E se verrà collegato anche il teleriscaldamento, come sarebbe in previsione, potremmo avere una struttura a impatto zero, un fiore all’occhiello in ambito energetico».

E se partecipasse anche Lugano?

Per Claudio Schneeberger poter offrire una piscina coperta «è positivo. Non bisogna pensare solo ai cosiddetti ‘quattro nuotatori della domenica’ che usufruiscono dello stabilimento». La piscina di Chiasso «viene utilizzata anche da compagini estere per i loro allenamenti e le recenti premiazioni sportive hanno dimostrato ancora una volta che a Chiasso abbiamo delle campionesse che potrebbero continuare ad allenarsi in una struttura sempre disponibile». La citata zona relax, inoltre, renderebbe la piscina «più attrattiva anche a livello familiare, con due zone distinte come al lido di Locarno». Quello auspicato è insomma «un investimento che va fatto perché sarebbe molto più duraturo. Si potrebbe anche pensare di effettuare uno studio unito con Lugano dato che più di un decennio fa le due città avevano pensato al pallone insieme».

In ottica aggregativa

Nel Basso Mendrisiotto è stata come noto rilanciata la discussione per un’aggregazione. «Il bacino d’utenza della piscina si allargherebbe e tutti i 23mila cittadini del Basso Mendrisiotto potrebbero usufruire di una struttura, così come pensata, fiore all’occhiello». Claudio Schneeberger non ha dubbi. «Si è parlato tanto di sogni e progetti nel cassetto, come lo spostamento dell’autostrada o la riqualifica del Faloppia – conclude –. Concentriamoci su progetti per creare qualcosa di bello: per gli anni in cui è stata costruita, la piscina è una struttura pensata su una superficie ampia e con un grande prato che viene sfruttato poco. Dopo tutti questi anni, l’intera area una riqualifica se la può anche meritare».

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