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Gli insediamenti alpestri tornano a vivere grazie al Mevm

Il Museo etnografico della Valle di Muggio ha avviato un progetto esplorativo di ricerca al Nadigh e a Génor-Caserett

Il Museo nel territorio
(archivio Ti-Press)
29 dicembre 2021
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Il territorio è il suo patrimonio. Il Museo etnografico della Valle di Muggio (Mevm) ha continuato anche quest’anno la sua attività di promozione e riscoperta del territorio. Il bilancio è stato stilato nel corso dell’ultima assemblea. «Il 2021 è stato un anno piuttosto intenso durante il quale siamo riusciti a proporre quasi tutto quello che avevamo in previsione – spiega Silvio Bindella, presidente del Mevm dal 2018 –. Abbiamo un’offerta che si può fruire per 365 giorni all’anno, non siamo così vincolati agli orari d’apertura: gli oggetti del Museo sono distribuiti nel territorio e sul nostro sito ci sono itinerari». A tal proposito, il presidente anticipa che «per l’inizio della primavera abbiamo in programma la pubblicazione di una carta escursionistica: sentiamo la necessità di promuovere meglio questa offerta perché l’interesse c’è e dobbiamo dare più contenuti per visitare il Museo nel territorio». La risposta dei visitatori non manca. «Da un paio d’anni siamo in crescita – continua il presidente –. Abbiamo molti turisti svizzeri, anche dalla Romandia, una regione che ci mancava. Le nuove possibilità di alloggio e pernottamento che si stanno creando in Valle, così come l’apertura di AlpTransit e alcuni articoli sulla stampa confederata, hanno avuto un influsso positivo sui dati». Due fattori, quelli appena citati, che «stanno dimostrando che la Valle è un nuovo attrattore turistico anche per soggiorni di breve durata».

‘Restaurare le testimonianze che stanno sparendo’

Nel corso di quest’anno il Mevm ha avviato un’indagine storico-architettonica sugli insediamenti alpestri di Nadigh e Génor-Caserett. Sostenuto finanziariamente dall’Ufficio dei beni culturali, il progetto esplorativo di ricerca ha coinvolto specialisti per una lettura a livello archeologico e storico ritenuta essenziale per eventuali riflessioni future sul destino di questi insediamenti. «Siamo intervenuti sugli alpeggi del Generoso per mettere in sicurezza un paio di punti, pericolosi anche per chi visitava l’alpeggio, al Nadigh – aggiunge Silvio Bindella –. Vorremmo gettare le basi per un recupero di tutta la fascia degli alpeggi del Generoso che rischiano di sparire perché abbandonati da tanto tempo ma sono insediamenti che vanno ripresi e valorizzati. Il messaggio che vogliamo dare è che è ancora possibile restaurare delle testimonianze che stanno deperendo». Quello avviato è «un progetto a lungo termine, impegnativo ma doveroso». La prima fase è servita a «definire quali sono i primi insediamenti apparsi e la cronistoria per arrivare a definire le priorità di intervento». Nel dettaglio, «abbiamo scoperto che i primi dovrebbero risalire alla fine del ’500. Abbiamo quindi condotto delle ricerche d’archivio per capire chi si insediava, com’erano occupati i terreni e quali famiglie erano coinvolte». L’analisi coinvolgerà almeno altri due insediamenti. «Se tutto va bene vorremmo mettere in sicurezza le parti pericolanti già l’anno prossimo per prevenire ulteriori danni e poi partire con un progetto più ad ampio respiro». Nello stesso, aggiunge Bindella, «sarà ancora più importante coinvolgere tutti gli attori sul territorio perché ci saranno vari insediamenti con varie priorità e ci vorrà una visione a lungo termine: non sarà solo un restauro, ma la volontà di dare una nuova vita a questi insediamenti in un modo sostenibile nel tempo». Tra gli altri lavori il Mevm, in collaborazione con il Comune di Breggia, ha restaurato la fontana pubblica di Cabbio, un’opera realizzata dall’architetto Luigi Fontana nel 1843. Mentre per l’anno prossimo «prevediamo di completare un pezzo della mulattiera storica Cabbio-Cet, inserita nell’inventario svizzero delle mulattiere storiche d’importanza nazionale, visto che siamo quasi riusciti a completare tutti i finanziamenti».

Il ruolo del Museo

Il Museo etnografico della Valle di Muggio è quindi sempre più radicato sul territorio. «Il museo deve essere il fulcro di quello che succede a livello culturale in Valle – sostiene Silvio Bindella –. Si è imposto come un attore di riferimento sia per progetti paesaggistici di recupero che per eventi culturali». Oltre a svolgere il ruolo di punto di riferimento («ci hanno per esempio appena contattato due giovani ragazzi che vorrebbero organizzare una biennale d’arte, passando dal Museo proprio per avere qualche input e idea») e a promuovere attività sul territorio e alla scoperta dello stesso (il programma può essere consultato su www.mevm.ch), nell’agenda del Museo c’è anche una nuova pubblicazione. «Si tratta del libro ‘Percorsi d’arte tra il Sighignola e la Valle di Muggio’ curato dallo storico dell’arte Ivano Proserpi, nel quale vogliamo riassumere il patrimonio artistico di questa regione». Il Mevm è quindi un «apripista, e questa deve essere la sua funzione principale di attore con cui lavorare in sinergia per tutto quello che riguarda la promozione del territorio». A proposito di sinergie, nel 2022 continueranno quella con l’Accademia di architettura di Mendrisio per un ciclo di conferenze e incontri legati al confine (il tema della mostra allestita a Casa Cantoni), mentre il 12 gennaio inizierà una rassegna cinematografica proposta in collaborazione con il CineClub Mendrisiotto. «Stiamo lavorando anche in collaborazione con il Dipartimento Ambiente Costruzioni e Design della Supsi e con l’Associazione Borghi più belli della Svizzera all’organizzazione di un convegno scientifico internazionale dedicato al patrimonio costruito sotterraneo. L’evento dovrebbe tenersi nei primi giorni di settembre e ospitare ricercatori provenienti da 40 Paesi – conclude Silvio Bindella –. Il nostro curatore Mark Bertogliati, che ringrazio per il suo lavoro unitamente a tutti i collaboratori che ci permettono di far funzionale il Museo, è un ricercatore, fa parte di parte di questo progetto e punta molto a rafforzare il profilo scientifico del museo». Nell’ambito del convegno sarà proposta una conferenza aperta al pubblico dedicata al patrimonio sotterraneo del Ticino con particolare attenzione alla zona del Generoso.

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