Mendrisiotto

Via Valdani, ‘massacrato per la misera somma di 5mila franchi’

Iniziata la requisitoria della procuratrice pubblica Marisa Alfier al processo per il delitto del 2015. Domani la richiesta di pena

Cos’è successo quella notte?
(archivio Ti-Press)
15 dicembre 2021
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«Angelo Falconi è stato massacrato da chi era suo debitore per la misera somma di 5mila franchi». Sono queste le parole con cui la procuratrice pubblica Marisa Alfier ha iniziato la sua requisitoria per il delitto di via Valdani, a Chiasso. La richiesta di pena, che sarà superiore ai 5 anni, nei confronti di Pasquale Ignorato e del figlio, a processo da stamattina per il delitto commesso il 27 novembre 2015, arriverà domani mattina. Nella prima parte del suo intervento, la pp ha ricostruito i fatti. La vittima «è stata colpita con una spranga e un oggetto da punta e taglio da due uomini che potevano essere suo figlio e, rispettivamente, suo nipote». Ma cosa ha fatto di «così terribile» il fiduciario 73enne? «Nulla, se non il suo compito di amministratore, ovvero chiedere il pagamento della pigione dei locatari, dopo che aveva avvisato la famiglia in giugno che non avrebbe più rinnovato il contratto e che loro hanno avuto 6 mesi di tempo per cercare un’altra sistemazione, ma, oltre a non averlo fatto, hanno smesso di pagare la pigione e fatto il bello e brutto tempo perché non si trasloca sotto Natale».

‘Era lì per fare un sopralluogo’

Il giorno prima dei fatti, il più giovane degli imputati «era in via Valdani per fare un sopralluogo: sapeva quale era l’auto della vittima perché andava da loro a fare benzina e lui lì lavorava. È andato a capire fino a che ora si può entrare nel parcheggio e a che ora la vittima sarebbe uscita – ha aggiunto la pp –. Lo stesso giorno il padre è andato a vedere un appartamento, che sapeva già troppo piccolo, nello stabile dove il 73enne aveva l’ufficio». La procuratrice ha in seguito ricostruito la sera del delitto, fissando «dei momenti». Tra questi ci sono «la telefonata di Falconi con la moglie alle 18.33 e la chiamata di un conoscente rimasta senza risposta alle 18.53. In quel lasso di tempo Falconi è stato barbaramente ucciso». La domanda a cui trovare una risposta rimane sostanzialmente una. «Cos’è successo in quel sotterraneo? – si è chiesta Alfier –. L’astio nei confronti di Falconi c’era tutto e nei racconti di Ignorato c’è sempre questo rimproverare la vittima, ma non ho ancora capito cosa abbia fatto di male». Alfier ha in seguito introdotto un altro punto cruciale: Angelo Falconi è stato colpito solo con la spranga di ferro o anche con un oggetto tagliente, mai ritrovato e negato da entrambi gli imputati. Citando le tre perizie che hanno caratterizzato l’inchiesta, Alfier è arrivata alla conclusione che «quella sera sono stati in due ad aggredire Angelo Falconi». Ricostruzione che, come emerso dalla mattinata processuale, i due imputati negano. «Quando Ignorato ha raggiunto Falconi che stava salendo sulla sua auto, gli ha detto di essere lì per caso. Non possiamo sapere cosa abbia risposto il fiduciario, ma secondo l’accusa potrebbe avergli risposto di non volere parlare dato che il lunedì successivo avrebbero avuto un’udienza per lo sfratto». Ma è nata «una discussione» che ha portato alla morte dell’uomo.

La requisitoria riprenderà domani mattina alle 9.30. La parola passerà poi agli avvocati Elio Brunetti, legale del 29enne e Marco Bertoli, patrocinatore di Pasquale Ignorato. In base alla durata degli interventi, la Corte stabilirà se emettere la sentenza già nella giornata di venerdì o posticiparla al mese di gennaio.

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