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Nuotatori in trasferta in Italia, ma con 'le carte in regola'

L'Mps punta il dito contro la Mendrisiotto Nuoto, che reagisce. 'Erano atleti di élite con il nullaosta di Swiss Swimming'

In vasca da anni (Ti-Press)
3 febbraio 2021
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A ben vedere è tutta colpa della variante inglese. È per causa sua se nell'arco di due settimane, fra il 22 e il 31 gennaio, il movimento sportivo giovanile del Mendrisiotto ha dovuto fermarsi: era troppo alto il rischio che questa nuova declinazione del Covid-19 si diffondesse dopo i prima casi accertati nel Distretto. A metterci un carico supplementare la chiusura di una intera sede di Scuola media, a Morbio Inferiore. Qualcuno, però, secondo le informazioni del Movimento per il socialismo (Mps), avrebbe fatto il furbetto: per aggirare il divieto un sodalizio locale avrebbe valicato il confine, destinazione un impianto sportivo di Legnano. L'Mps fa anche nome e cognome della società in questione, si tratterebbe della Mendrisiotto Nuoto (Num), e chiede conto al Consiglio di Stato.

Per sapere come è andata, però, non occorrerà attendere la risposta del governo. Emanuele Riva, presidente della Num, non si nasconde dietro a un dito; vuole parlare. «Se siamo andati in Italia ad allenarci. Sì, è vero - reagisce, interpellato da 'laRegione' -. Del resto, in Ticino non abbiamo trovato spazio per nuotare. Eppure abbiamo contattato tutti i centri: erano già occupati». Il punto, in effetti, è un altro, ma non chiamate i campioncini della società - peraltro otto giovani in tutto a fronte del centinaio di associati - degli 'abusivi', ci fa capire chiaramente.

Num: 'Avevamo una deroga'

Lo sbaglio della Num? Agli occhi dell'Mps è quello di aver cercato una scappatoia. "Sappiamo che la Mendrisiotto Nuoto - scrivono i deputati Simona Arigoni, Angelica Lepori, Matteo Pronzini in una interpellanza a nome del gruppo parlamentare Mps-Pop-Indipendenti -, alfine di eludere questo divieto, ha continuato a svolgere i propri allenamenti recandosi, più volte la settimana, oltre confine e più precisamente a Legnano". Non è andata proprio così, ci rende attenti Riva. «Innanzitutto - spiega -, parliamo di atleti di élite, quindi di un certo livello - fra loro pure una ragazza che orbita nella nazionale giovanile, ndr -, che possono allenarsi anche durante i momenti di confinamento. La deroga ci viene da Swiss Swimming e da Swiss Olympic. Fermare questi ragazzi, che in aprile avranno la finale di stagione, sarebbe stato come gettare via il lavoro fatto sin qui, soprattutto dopo un anno di pandemia».

Riva accetta le critica, ma non ritiene giusto additare così un settore sportivo. «Non abbiamo agito in malafede - tiene a ribadire -. Lo abbiamo fatto per lo sport e per premiare la costanza di questi giovani, che d'altro canto avevano pure il permesso dei genitori per partecipare alla trasferta». Un trasferimento, quello a Legnano, ben pianificato. «Ci hanno accolto, ma in base a regole, le loro, più severe delle nostre. Inoltre, una volta cesi dal pulmino i ragazzi si cambiavano a bordo vasca e non avevano contatti. Facevano le loro due ore di nuoto e tornavano a casa».

Mps: 'Questione di educazione'

Per l'Mps c'è dell'altro: si evocano etica ed educazione. "Pur comprendendo la voglia di fare sport, non si deve dimenticare, come spesso ci viene indicato, che lo sport dovrebbe anche avere una funzione educativa - chiariscono i gran consiglieri -. Ad esempio, promuovendo il rispetto degli altri, il rispetto delle regole, insegnando a non barare". In altre parole, a fronte di quanto accaduto, "l’atteggiamento dei dirigenti della Num è stato fortemente diseducativo". Si tratta, si dice senza mezzi termini di un modo d'agire che "getta una luce sinistra su chi guida il mondo dello sport giovanile e mina fortemente quei 'valori' sportivi che spesso sentiamo mettere in evidenza".

Giunto sin qui, il gruppo intende ora sapere dal governo se era al corrente di queste trasferte; e soprattutto se era stata data una autorizzazione in tal senso, e con quale motivazione. Partendo da qui, oltre alla Num, si chiede in conclusione, "vi sono altre società sportive, a conoscenza del governo, che hanno eluso l’obbligo di quarantena?". Riva sarebbe tentato di rispondere, come a lasciar intendere che lungo la frontiera, aperta, c'è un bel viavai; e i controlli sono pochi.

'Mai nessun contagio'

Il presidente della Num, in ogni caso difende l'operato della società e il futuro dei suoi ragazzi. «Mi limito a dire che al nostro interno - ci informa Riva - non si è mai verificato un contagio. Il discorso, comunque, è più complesso. Ogni sport meriterebbe un approfondimento, così da valutare dove mettere l'asticella». Anche se le difficoltà non hanno fermato i nuotatori del Mendrisiotto. «Dopo il lockdown temevo di perdere qualcuno per strada: sono tornati tutti i vasca».

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