Mendrisiotto

Treni InterCity: per il Mendrisiotto se ne riparla nel 2023

Nessuna soluzione a breve per il Distretto, faccia a faccia con le Ffs. Che assicurano: 'Per noi non è una regione di serie B'

Il Mendrisiotto vuole le 'sue' fermate (Ti-Press)
28 settembre 2020
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La sensazione che il Mendrisiotto non sia in cima ai pensieri di chi opera ai piani alti (nella politica e non solo) da queste parti è difficile levarsela di dosso. Per le Ffs, però, non è così. A dare la sua parola, questa sera, a Mendrisio, è stata la stessa direttrice della Regione sud Roberta Cattaneo, accompagnata dai manager regionali Stefano Ardò e Alessandro Malfanti. Stavolta la delegazione delle Ferrovie se l'è dovuta vedere con uno schieramento compatto: i deputati del Distretto - in testa il primo cittadino del Cantone Daniele Caverzasio -, i sindaci (di Chiasso e Mendrisio) e i vertici della Commissione dei trasporti (Crtm), spalleggiati (è il caso di dirlo) dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali. Dopo il tavolo di lavoro federale aperto alla fine di agosto, dunque, a Mendrisio oggi si è dato vita a una tavola rotonda. A sedersi attorno non i mitici cavalieri ma di sicuro dei paladini di una regione che rivendica il suo posto nella rete ferroviaria dei convogli a lunga percorrenza. Nell'immediato la situazione dei collegamenti con la Svizzera interna - in due parole i treni InterCIty - non cambierà: per poter contare sulle sei 'corse' attuali (tre la mattina e altrettante la sera) bisognerà pazientare sino al dicembre del 2022. Solo allora, ha confermato la direttrice Cattaneo, sarà possibile ripristinare la statu quo, peraltro un «obiettivo minimo» per il presidente della Crtm Andrea Rigamonti. E se la questione resta aperta, alle autorità locali non rimane che confidare nel lavoro di chi sta al tavolo federale. Ovvero i rappresentanti dell'Ufficio federale dei trasporti, delle Ferrovie e del Cantone, che consegneranno le conclusioni del loro lavoro all'inizio dell'estate 2021.

Fino al 2023 niente corse in più

Nell'immediato, quindi, non ci sono soluzioni? «Le ragioni - spiega a 'laRegione' il portavoce delle Ffs Patrick Walser - sono di carattere tecnico ed esulano dalle nostre volontà: sono legate all'esigenza di limitare il traffico all'interno della galleria di base del Gottardo. Motivi che durante l'incontro, importante anche per le Ferrovie, abbiamo potuto illustrare nel dettaglio». Il Mendrisiotto, dunque, adesso deve guardare al tavolo di lavoro. «Tavolo che dimostra la nostra volontà di voler trovare delle soluzioni, nel limite del possibile: da lì vedremo cosa concretamente si potrà fare e cosa no». Al momento, insomma, controbattere a quelle che sono delle motivazioni tecniche appare difficile per il Distretto, ci fa capire il promotore della tavola rotonda Caverzasio. «In ogni caso - ci dice - il messaggio che il Mendrisiotto si senta di serie 'B' è abbastanza passato. Quali sono i prossimi passi? Ora si guarda al programma di sviluppo strategico 2035, che apre la discussione sul piano infrastrutturale. Poi sarà compito della politica, cantonale e federale - quindi nostro e di chi seguirà - mantenere alta la pressione su questa tematica e capire quale importanza sarà data a una regione che 'vale', comunque, il 20 per cento del Pil (il prodotto interno lordo, ndr) del cantone e conta quasi 60mila abitanti».

'Non è solo una questione di treni'

Vista da sud, a fare male sono anche le promesse mancate degli ultimi anni, e stasera non se lo è mandato a dire. «Per la regione (e per la popolazione), e parlo come rappresentante del Basso Mendrisiotto - commenta a incontro finito il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni - è stata avvertita come una mancanza di rispetto aver spostato certi investimenti, ad esempio, su Melide - penso al treno di spegnimento, per decenni a Chiasso, e al potenziamento dell'area parcheggio -, quando in questo comprensorio vi sono chilometri di binari. Potrei citare, però, anche il trasferimento della centrale di comando a Pollegio o il miraggio di un centro di lavaggio per le carrozze, poi realizzato Oltregottardo.  Tutte scelte che per noi sono coincise con la perdite di centri di competenza e di posti di lavoro». Su questo punto le Ffs si sono difese. «Il Mendrisiotto non è secondario o di serie 'B': assolutamente, non ce ne dimentichiamo - assicura Walser -. Prova ne sono i diversi investimenti già realizzati - il riferimento è alle stazioni di Chiasso e Mendrisio o alla linea Mendrisio-Varese, ndr - e quelli che verranno».

L'orizzonte 2035 e le potenzialità locali

Sta di fatto che anche per Andrea Rigamonti mantenere la pressione su questo punto sarà «fondamentale, affinché per centrare l'obiettivo atteso: fare affidamento su collegamenti a lunga percorrenza anche durante il giorno. E qui il tavolo di lavoro dovrà giungere a delle conclusioni tecniche». Per il presidente della Crtm, però, c'è di più in gioco. «In effetti - ci fa presente -, la situazione è soggetta a mutamenti da qui al 2035, data fissata per il programma di sviluppo della rete ferroviaria, che dovrebbe restituire delle soluzioni stabili. D'altra parte, questo resta un tema strategico anche per lo sviluppo del nostro agglomerato». Una realtà geografica, quella del Mendrisiotto che, come ricorda il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini, ha dei numeri da spendere. «Non a caso - ci conferma - ho rivendicato le potenzialità che può avere la stazione di Mendrisio, come la Città stessa, dal punto di vista di ciò che rappresenta quanto a posti di lavoro e a chi la frequenta e la frequenterà: è importante poter contare su collegamenti interessanti per non perdere delle opportunità, preziose per l'intera regione. Ecco perché occorre l'impegno di tutti per dare delle risposte al più presto».

Una risoluzione sui banchi consiliari di Mendrisio

In questi anni il Mendrisiotto, del resto, lo ha fatto capire in tutti i modi, facendo leva su raccolte firme, atti parlamentari e missive. Il Distretto non intende restare tagliato fuori dalla rete di collegamenti con i maggiori centri urbani della Svizzera. Per dare ulteriore forza alle rivendicazioni locali il consigliere comunale (nonché deputato) della Lega Massimiliano Robbiani ha messo sul tavolo del legislativo di Mendrisio una proposta di risoluzione, che sarà discussa lunedì 5 ottobre in occasione della prossima seduta consiliare. La regione, dice a chiare lettere Robbiani, "merita di più" quanto importante contribuente del Cantone, ma "soprattutto perché è stretto in una morsa di traffico che non ha pari nel resto del Ticino". Un motivo più che sufficiente, fa capire, per domandare "con forza alle Ferrovie e alle autorità federali e cantonali di rivedere la decisione di privare il nostro Distretto di una fermata IC e di provvedere, quindi, anche alla realizzazione delle opzioni tecniche necessarie affinché ciò avvenga in tempi più che brevi".

Il consigliere era andato alla carica delle autorità superiori già a inizio agosto quando aveva lanciato online - sul portale change.org - una petizione, ad oggi sottoscritta da 1'583 persone. Una mobilitazione popolare che si è manifestata anche attraverso un'altra iniziativa (forte di oltre 400 firme, in cima alla lista il Consigliere nazionale Marco Romano), promossa da un ex ferroviere di Balerna. I cittadini del Mendrisiotto, d'altro canto, già in passato si erano spesi per attirare l'attenzione delle Ffs e del Cantone sulla necessità di poter contare su collegamenti ferroviari efficaci non solo sul piano regionale ma altresì su quelli nazionale e internazionale.

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