Gli Amici della vita di Klaus Stocker vanno di azienda in azienda a raccogliere gli ortaggi in eccedenza. Alleati gli agricoltori ticinesi

Mai come in questi giorni marchiati dal coronavirus si è tornati ad apprezzare la terra e ciò che essa può offrire. Chi può ha (ri)messo in tavola ortaggi e frutta freschi, rigorosamente a 'chilometro zero' (o quasi). Chi non può ha trovato degli alleati preziosi per riuscire a riempire la sporta, nonostante evidenti difficoltà a combinare il pranzo con la cena. Tutto merito di un progetto, 'prodotTIverdi', che dà modo ai ticinesi di aiutare altri compaesani. A Klaus Stocker, presidente della Fondazione Amici della vita di Mendrisio, pensarci è venuto naturale. Da una vita si spende per dare una mano a chi si trova nel bisogno: di iniziative in questi anni ne ha messe in piedi diverse, dalle collette alimentari alla raccolta di abiti. Quindi non poteva essere l'obbligo di lavorare muniti di mascherine e guanti a fermare la rete della solidarietà. Soprattutto quando aiutare il prossimo dà modo anche agli orticoltori di non vedere finire al macero la loro sovraproduzione. Di questi tempi, complice la serrata generale (in particolare della ristorazione), i quantitativi sono assai aumentati.
Così, lanciato l'appello, alcune aziende agricole del cantone hanno aperto braccia e serre per dare una mano a Klaus Stocker e alle persone in difficoltà. «All'inizio avevamo l'intenzione di procedere un passo alla volta, per riuscire a consolidare man mano questo nuovo progetto - spiega a 'laRegione' il presidente degli Amici della vita -. Ma l'emergenza sanitaria ci ha costretto ad accelerare per reagire ai bisogni, reali, che sono emersi in modo chiaro». Una mobilitazione che ha permesso di rispondere a forza di chili di insalata e cavolfiori alla situazione che si è parata davanti a chi si muove nell'universo della solidarietà. «Grazie alla forza del volontariato - ci fa notare Stocker - siamo stati in grado di organizzare la raccolta in campo dei prodotti in esubero, riuscendo a salvarne una parte, che altrimenti sarebbe andata sprecata. Una volta radunati gli ortaggi e un po' di frutta, li distribuiamo nel giro di al massimo due giorni a chi ne ha necessità, in parte in modo diretto, in parte destinandoli agli enti caritatevoli che operano sul territorio e promuovono delle mense sociali». E qui l'appuntamento è, ogni giovedì, al Padiglione Conza di Lugano - messo a disposizione dalla Città, dalle 14 alle 16 -, dove nel rispetto delle nuove regole di comportamento si rifocillano centinaia di cittadini con centinaia di chili di verdura.
Dovessimo quantificare questo aiuto? «Ogni settimana raggiungiamo almeno 250 persone parte di decine di nuclei famigliari, assicurando dai 700 agli 800 chilogrammi di ortaggi (ma anche di più) - conferma il presidente -. Potremmo pure fare meglio: a limitarci adesso sono le forze a disposizione. Con la riapertura graduale annunciata confidiamo di poter aumentare le quantità e moltiplicare gli sforzi».
Ad oggi sono una manciata le realtà agricole che, da sud a nord, che accolto la Fondazione e Klaus Stocker. A rivelarsi un gancio importante è stato Andrea Zanini, presidente dell'Associazione orticoltori ticinesi. «Diciamo che ho dato le informazioni utili e stretto i contatti necessari: uno scambio andato a buon fine per entrambe le parti», ci dice. Il Covid-19 ha messo toccato anche gli agricoltori? «Con la comparsa del virus la problematica maggiore per gli orticoltori è stata quella della commercializzazione dei prodotti - ci illustra Zanini -. Certo per il nostro settore - chiarisce il presidente di OrTi - è usuale registrare, a tratti, delle eccedenze. In questo caso, però, la chiusura obbligata delle diverse attività (penso alla ristorazione) ci ha messo in difficoltà sul fronte dello smercio. Di fatto l'emergenza sanitaria ha destabilizzato pure la normalità degli agricoltori. È vero che siamo abituati alle bizze della meteo e del mercato, ma ogni volta è un bel colpo». Taluni orticoltori, quindi, hanno aderito volentieri all'operazione 'prodotTiverdi'. «Cerchiamo di essere propositivi e aperti e di reinventarci», annota ancora Zanini. Che fa un passo oltre. «Sarebbe interessante aiutare in particolare le mense sociali: avremmo la certezza di dare una mano a chi ha davvero bisogno di un sostegno». Gli agricoltori, si sa, ci vanno cauti - sono abituati a tenere i piedi, oltre che mani, ben piantati a terra -, lascia intendere il presidente. L'importante è superare gli scetticismi. A quel punto la solidarietà ha la meglio.
Questa esperienza comune, in ogni caso, ha convinto entrambi a coltivare altri sogni, pensando a un futuro migliore. Così mentre Klaus Stocker confida di dare solidità e continuità al progetto, coinvolgendo oltre ai volontari gli iscritti ai programmi occupazionali; Andrea Zanini spera cambierà l'approccio e la considerazione per il settore Primario da parte dei consumatori. Almeno mitigherà il rischio di veder scendere i prezzi all'origine degli ortaggi di casa.