Mendrisiotto

Mendrisio fa un atto di fiducia verso il Centro giovani

Il Consiglio comunale sostiene, compatto, la struttura. Pioggia di critiche invece sulla conduzione politica del capo dicastero Politiche sociali Giorgio Comi

Fiducia ai giovani (Ti-Press)
10 marzo 2020
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Municipali e consiglieri comunali seduti a distanza (sociale) di sicurezza. Liquido per disinfettare le mani. Interventi serrati. Obiettivo: chiudere prima possibile la seduta consiliare (finita, lunedì, per le 23). Eppure di temi pressanti ce n'erano eccome, da Consiglio comunale fiume (d'abitudine). Si è conclusa così a Mendrisio una legislatura che, alle sue battute finali, ha patito l'effetto del coronavirus. "Il clima era surreale", ci ha detto un consigliere. I dossier alle lente, quelli, per contro, richiamavano quanto mai alla quotidianità di sempre e al sano dibattito politico. Anche se alla fine hanno fatto l'unanimità, o quasi. E' stato il caso del Centro giovani, il cui destino è parso più volte in bilico in questi anni. Alla conta dei voti, invece, lunedì sera, non mancava nessuno (neppure le forze politiche, Lega-Udc-Ind. in testa, sin qui più critiche. ). Un'adesione che, in parte, ha sorpreso; soprattutto coloro che si prefiguravano un altro finale.

Centro giovani 'apprezzato'

Certo, tutti hanno fatto capire che vigileranno sulla conduzione della struttura, riconoscendo altresì la bontà del lavoro condotto sin qui dai nuovi animatori (che stanno raccogliendo dei risultati). Affrontare la problematica oggi, a distanza di due anni dalla mozione interpartitica lanciata a mo' di salvagente, è parso comunque difficile ad Andrea Stephani (Verdi), uno dei firmatari con Gianluca Padlina (Ppd) e Gabriele Manzocchi (IaS). Ma tant'è. Sia chiaro, molte domande sono rimaste ancora nell'aria: il capo dicastero Politiche sociali Giorgio Comi, infatti, non ha proferito parola. Il che sembra aver creato imbarazzo tanto al tavolo del Municipio che fra i banchi del legislativo.

In ogni caso se da un lato si è concesso - come detto, Lega per prima - una sorta di credito di fiducia (che letto in diagonale ammicca al futuro capo dicastero, post elezioni, ma è al contempo un incoraggiamento agli stessi giovani), dall'altro sono piovute dai vari gruppi rimproveri a raffica all'indirizzo di chi ha gestito, sul piano politico (Comi, appunto), la vicenda in questo biennio. Macroscopiche agli occhi dei consiglieri le lungaggini nell'esame della mozione, logorante l'assenza di collaborazione fra dicastero e Commissione ad hoc. Gianluca Padlina del Ppd ha parlato addirittura di «esperienza frustrante». Mentre i commissari, ha chiarito a laRegione Stephani, hanno rispettato i tempi, «l'esecutivo ha rallentato l'iter della mozione, e in un modo che ha dello scandaloso, per un anno e mezzo, arrivando addirittura a pubblicare il messaggio (sollecitato pure dalla Gestione) a gennaio, quasi un mese dopo la risoluzione municipale». E qui il sospetto che ha attraversato taluni è stato quello che si volesse rinviare al prossimo quadriennio. Per finire, però, si è riusciti a mettere un punto fermo.

Filanda, via libera alla fase due

E lo si è fatto anche a favore del Centro culturale LaFilanda che, a pari del Centro giovani, ha mietuto consensi trasversali, inclusi (anche qui) quelli di Lega-Udc-Ind., che a suo tempo aveva addirittura lanciato un referendum (naufragato sulla raccolta firme) per non concretizzare il progetto. Oggi a confermare la bontà dell'intuizione, del resto, c'è il successo ottenuto dal Centro nel primo anno di vita, difficile ora da non riconoscere. Nel piatto adesso ci sono quindi i 2 milioni e 160mila franchi che daranno la possibilità di completare la ristrutturazione dello stabile e di ampliare gli spazi, ormai stretti. Aperto il cantiere, le opere saranno concluse nell'arco di 8 mesi. A questo punto, ha richiamato Françoise Gehring (IaS), sarebbe il caso di «esplorare - come già su invito della Gestione, ndr - le modalità migliori per coinvolgere finanziariamente i Comuni vicini - la cui popolazione appreza molto LaFilanda frequentandola - e di verificare l'opportunità di avviare uno studio di fattibilità sulla fase 3».

'Prima i nostri? No, grazie? 

Meno accondiscendente degli altri gruppi Lega-Udc-Ind. si è rivelata, invece, quando si è tratto di votare il consuntivo 2018 dell'Ecam, l'Ente case anziani Mendrisiotto. Di converso l'aula consiliare ha bocciato la mozione presentata dal consigliere leghista Massimiliano Robbiani orientata a codificare nelle norme comunali il principio della preferenza indigena "in occasione di nuove assunzioni di dipendenti comunali, o presso istituti comunali, aziende comunali, così come negli enti autonomi e le partecipate della Città".

Chiuso il 'caso Comi'

Nella serata di lunedì c'era poi un altro nodo da sciogliere prima di archiviare seduta consiliare e quadriennio: la vicenda che ha visto al centro dell'attenzione (e di una istanza agli Enti locali) il municipale socialista Giorgio Comi. A sollevare il velo su un problema di conflitto di interesse (e a rilanciare la tematica al Municipio) era stato il consigliere dei Verdi Andrea Stephani. Noto il verdetto del Consiglio di Stato, che sulla collisione di interessi ha estratto il cartellino giallo e ha ammonito il capo dicastero Politiche sociali, restava in sospeso la risposta dell'esecutivo. Se ne è fatto carico il sindaco Samuele Cavadini, mettendo l'accento sul fatto che Comi dai vari mandati alla lente dell'autorità di vigilanza non ha ricavato alcun guadagno personale. Semmai resisteva una questione di opportunità. Parzialmente soddisfatto (per la cronaca) per  le spiegazioni ottenute, Stephani ha tenuto a rammentare che più che un fatto finanziario qui si trattava di etica e legalità.

E chiusa la legislatura

E' toccato infine alla consigliera comunale del Ppd Davina Fitas, al termine del suo anno da presidente del Consiglio comunale, chiudere i lavori della legislatura 2016-2020. Il suo pensiero è andato, oltre che a chi combatte oggi contro il coronavirus, alla Città - che l'annata da prima cittadina le ha permesso di «conoscere ancora più da vicino» - e alle donne. L'auspicio, ha chiosato, è quello di vedere «una maggiore presenza di donne nell’esecutivo e nel legislativo, per offrire nella gestione di Mendrisio e dei suoi quartieri anche il punto di vista e le modalità di lavoro tipiche del genere femminile».

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