Mendrisiotto

Il primo anno di attività dei pompieri del Mendrisiotto

Nel primo rendiconto del Centro soccorso cantonale ci sono 559 interventi in urgenza effettuati in tutti i comuni consorziati

Michele Aramini e Davide Chiesa, i primi pompieri professionisti del Centro di soccorso cantonale pompieri del Mendrisiotto (Ti-Press/Pablo Gianinazzi)
11 febbraio 2020
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Un anno di lavoro, l’assunzione dei primi due professionisti, 559 interventi in urgenza, 28'968 ore e 103'608 chilometri percorsi. Sono questi i numeri che caratterizzano il primo anno di attività del Centro soccorso cantonale pompieri del Mendrisiotto. La data scelta per la presentazione del bilancio 2019 non è stata casuale: giusto un anno fa, era l’11 febbraio 2019, si è tenuta l’assemblea costitutiva che ha concluso un lungo iter politico che ha portato all’unificazione dei Corpi pompieri di Mendrisio e Chiasso. Una sfida, come ha ricordato il comandante Corrado Tettamanti, da inizio mese affiancato dai professionisti Michele Aramini e Davide Chiesa, «accolta da tutti con entusiasmo e grinta, anche se non sono mancati momenti difficili dovuti al grande cambiamento in corso». Nessuno, ha sottolineato il comandante, «ha voluto buttare i 125 e i 150 anni di storia dei due Corpi. Prima della riorganizzazione, il territorio è stato analizzato in tutte le sue sfaccettature e sono state prese decisioni importanti sottoposte ai Municipi prima e alla delegazione poi». Una di queste, giusto per fare un esempio, è la decisione di avere due sedi operative nel comprensorio di intervento: il comando a Mendrisio e la sede distaccata di Chiasso.

Il 2019 in cifre

Non c’è stata solo la nuova organizzazione di comando a caratterizzare il primo anno di lavoro dei pompieri del Mendrisiotto. «Abbiamo effettuato interventi d’urgenza in tutti i comuni consorziati», ha spiegato il comandante Tettamanti. Quello che ha visto la maggiore presenza dei pompieri è stato Mendrisio (213), seguito da Chiasso (111), Stabio (60) e Balerna (59). I 559 interventi in urgenza si dividono in 213 lotta contro il fuoco, 162 inquinamenti, 61 danni dela natura, 43 allagamenti, 39 salvataggi, 11 incidenti e 30 diversi. La maggior parte degli interventi (il 52%) è avvenuta nella fascia diurna. I fronti che hanno impegnato i militi sono diversi e vanno dalla formazione (45%) agli interventi (33%), passando per i servizi di polizia e prevenzione (4%) e attività diverse (18%). A impegnare maggiormente gli uomini diretti dal comandante Tettamanti sono stati il fuoco (38%), le sostanze pericolose (29%), gli elementi della natura (11%) e l’acqua (8%). Nella statistica ci sono anche 209 servizi a terzi: 95 disinfestazioni da imenotteri, 26 servizi di prevenzione (impiegati 120 militi), 42 servizi ausiliari di polizia (254 militi) e 46 formazioni (per un totale di 800 persone formate).

Le sfide future

La nascita del Centro di soccorso è stata la prima sfida vinta. Nel futuro, anche immediato, ne arriveranno altre. «La delegazione consortile è stata molto attenta alle criticità finanziarie sollevate dai comuni consorziati – ha spiegato il presidente della delegazione, nonché capodicastero Sicurezza pubblica di Mendrisio, Samuel Maffi –. Da subito si parlava dell'assunzione di tre professionisti, ma la delegazione ha scelto di agire in modo prudente. Nel corso dell’anno aggiorneremo la situazione e valuteremo se aprire il terzo bando di concorso». Oggi la delegazione è «fiera e soddisfatta – ha aggiunto Maffi – non solo a livello operativo e per quanto fatto dai nostri uomini, ma anche in ambito politico istituzionale. Ci siamo riuniti una quindicina di volte, e grazie a un lavoro di squadra e a un clima costruttivo e collaborativo, abbiamo potuto redigere i documenti di base per permettere l’esistenza stessa del Consorzio». E, in futuro, non è da escludere una modifica del territorio di competenza. Tutto dipenderà dal progetto di aggregazione in corso nel Basso Ceresio. «Pur trattadosi di musica del futuro – conclude Samuel Maffi – questo punto fa parte della nostra agenda politica». Quello appena terminato, ha aggiunto Sonia Colombo Regazzoni, vicepresidente della delegazione e responsabile del dicastero Sicurezza di Chiasso, «è stato un anno intenso. Ringrazio particolarmente i pompieri di Chiasso che hanno forse dovuto subire il cambiamento maggiore».

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