Mendrisiotto

Mendrisio: una sede con il sole sul tetto per le Aim

La Città si prepara a investire 14 milioni. L'edificio sarà autosufficiente dal profilo energetico e non peserà sulle finanze

Sarà così (rendering Architetti Durisch e Nolli)
7 febbraio 2020
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Possono bastare due parole per scattare una fotografia alla futura sede delle Aziende industriali di Mendrisio (Aim): autarchica e ‘autofinanziata’. Sì, perché la nuova ‘casa’ delle Aim, progettata con vista su via Laveggio, saprà bastare a sé stessa da un punto di vista energetico. E in più riuscirà a non pesare sulle casse del Comune. Il Municipio della Città lo ha messo nero su bianco nel dossier appena recapitato ai consiglieri comunali. In buona sostanza i quasi 14 milioni – 13,9 per l’esattezza, ma tutto compreso con arredi e Iva – necessari per costruire la struttura e, al contempo, realizzare degli spazi di deposito per gli altri servizi comunali non devono spaventare. Come si è voluto dimostrare nel messaggio municipale, qui è tutto calcolato. Fuor di metafora: si centrerà l’obiettivo “senza indurre necessariamente aumenti tariffali”.

Correva l’anno 1997

L’esecutivo cittadino, insomma, sembra proprio esserselo ripromesso: non si poteva chiudere la legislatura lasciando in sospeso la questione, annosa, della sede Aim. In fondo, è dalla fine degli anni Novanta che se ne discute. Ovvero da quando, nel 1997, il legislativo aveva dato luce verde all’acquisto dei terreni (ex Prato Verde) da destinare all’operazione. Certo, di anni ne sono trascorsi e anche le esigenze delle Aziende – passate addirittura, nel 2017, attraverso un referendum che ne ha sancito la vocazione pubblica – sono mutate nel tempo. Così si è consolidata l’urgenza – già evocata sei anni orsono ai tempi del credito di progettazione – di riunire sotto un solo tetto i settori delle Aziende, dall’amministrazione al magazzino, ridistribuito su 10 luoghi diversi, accogliendo (secondo i parametri della domanda di costruzione) 47 addetti. Anzi, di recente il Municipio ha deciso di apportare una variante al progetto (e alla licenza edilizia, staccata un anno fa), al fine di aggiungere un blocco di uffici: l’attività delle Aim, si motiva, è in crescita. A dare forma alle aspettative della Città sarà la ‘base operativa’ progettata dagli Architetti Durisch e Nolli: un edificio allungato lungo via Laveggio per ospitare amministrazione, direzione, sportelli, settore tecnico e spazi logistici per le squadre di idraulici ed elettricisti; uno stabile pensato per il magazzino e altri depositi; infine gli spazi aperti da adibire a materiali, attività e parco veicoli.

La sostenibilità? ‘Un dovere’

Gli standard energetici saranno elevati: per la sede delle Aim si è alzata l’asticella al ‘Minergie A’. Il che significa che il fabbisogno annuo sarà autoprodotto, che i consumi saranno monitorati e che si favorirà la mobilità elettrica (22 i parcheggi con ricarica). Il punto di forza dell’operazione sarà il tetto fotovoltaico. Sulle teste il personale delle Aziende avrà “uno dei più grandi impianti fotovoltaici integrati esistenti in Svizzera”. Il che permette al Municipio di parlare di “autarchia energetica”. I 3mila metri quadrati di copertura saranno rivestiti per intero da tegole fotovoltaiche, restituendo “un impianto innovativo e integrato”. Per Marco Romano, capodicastero Aim, la Città è chiamata a essere virtuosa e sostenibile, anche in termini di politica energetica. «L’ente pubblico – dice a ‘laRegione – ha l’obiettivo di essere esemplare; e con questo stabile lo siamo. Dal punto di vista energetico facciamo l’optimum, il massimo possibile. E anche dal profilo architettonico – fa notare Romano –, laddove avrebbe potuto sorgere il ‘solito’ capannone, costruiamo qualcosa di valore e che serve tutto un territorio nella posizione più centrale di Mendrisio; e nell’ottica di dare alle prossime generazioni non uffici e magazzini, bensì un edificio integrato. Di fatto, andiamo a sanare una realtà di cui si parla da vent’anni».

L’autorità comunale ha voluto, quindi, il massimo degli standard. «Più che volere, è un dovere – annota il capo dicastero –. In questo quadriennio abbiamo licenziato un messaggio sulla promozione del fotovoltaico; in ogni legislativo diciamo che in ambito locale tocca al singolo fare il passo: come Comune non possiamo non fare altrettanto, e al meglio, in questa direzione (certo, senza sperperare i soldi pubblici: e qui siamo in linea quanto a costi). È anche una questione di coerenza».

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