Mendrisiotto

Per una Mendrisio più equa e solidale

In una mozione Sinistra e Ppd propongono alla Città di entrare nel ‘movimento’ ‘Fair Trade Town’. In Ticino si contano già Capriasca e Bellinzona

5 ottobre 2019
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Quando si è trattato di metterci... energia o di elogiare la lentezza, Mendrisio non si è mai tirata indietro. Tant’è che è arrivata a fregiarsi dei ‘titoli’ di ‘Città dell’energia’ e di ‘Cittaslow’, facendo da apripista. E aveva un buon motivo: metterci del suo nel segno di uno sviluppo più sostenibile. Oggi il Comune ha l’opportunità di impegnarsi anche a favore di un commercio più equo e solidale. Il mezzo, del resto, c’è: entrare a far parte del ‘movimento’ delle ‘Fair Trade Town’. A lanciare l’idea, che vale una proposta concreta, è una mozione interpartitica e tutta al femminile – fianco a fianco consigliere di Insieme a Sinistra e Ppd-Generazione giovani –, consegnata giusto ieri. D’altro canto, come suggeriscono le firmatarie, il 2030 è dietro l’angolo e i patti a livello federale (l’Agenda 2030) e locale (le strategie Mendrisio 2030) parlano chiaro.

In Ticino la strada è già stata aperta, prima da Capriasca e poi da Bellinzona. I primi spilli sulla mappa cantonale sono stati apposti lì, andando a completare così il quadro svizzero, che conta al momento 10 centri riconosciuti come ‘Fair Trade Town’. Françoise Gehring (prima firmataria) e come lei le colleghe Grazia Bianchi e Marion Bernardi (per IaS) ed Evelyne Battaglia-Richi e Davina Fitas (per il Ppd) sono convinte che per Mendrisio sarebbe una “opportunità”. Le promotrici non nascondono di voler “spingere il nostro Comune ad abbracciare i principi del commercio equo e dello sviluppo sostenibile”. Dando una mano tangibile a “una crescita sana delle aziende dei Paesi più sviluppati”, e garantendo al contempo “un trattamento rispettoso dei produttori in quelli in via di sviluppo”. Gli obiettivi che si è prefissata la Confederazione con l’Agenda 2030 – come azzerare la povertà e la fame, ridurre le disuguaglianze e agire per il clima – possono sembrare, a prima vista, fuori dalla portata di una comunità locale. Ma non è così, soprattutto se si hanno tra le mani gli strumenti giusti. “Anche i Comuni non solo possono, ma devono fare la loro parte”, si ricorda nella mozione. E gli esempi virtuosi in Ticino, come detto, non mancano. In effetti, spiegano le consigliere, “‘Fair Trade Town’ offre a Città e Comuni opzioni operative concrete. La crescita annuale dei fatturati dei prodotti ‘Fair Trade’ evidenzia, inoltre, che le consumatrici e i consumatori ricorrono sempre più a prodotti frutto di una fabbricazione sostenibile”. Per ottenere il riconoscimento, certo, Mendrisio dovrà soddisfare dei criteri specifici, come “l’adozione di determinati prodotti provenienti dal commercio equo nelle case anziani comunali, nelle mense scolastiche, così come negli uffici amministrativi”. La Città sarà chiamata, poi, a “stimolare commerci ed imprese a fare altrettanto e sensibilizzare la popolazione, tramite anche eventi specifici, a preferire prodotti provenienti da un commercio solidale”. Sarà, dunque, importante coinvolgere nell’azione tutti gli attori della vita del Comune, ovvero imprese, esercizi pubblici e associazioni, oltre ai singoli cittadini. Unendo le forze, “anche con piccoli gesti”, si potrà aiutare a “migliorare le condizioni di vita e di lavoro nei Paesi del Sud”. Uno slancio solidale e sostenibile che restituirà visibilità, grazie altresì a una piattaforma web. “Il riconoscimento – rendono attente le promotrici – rafforza l’immagine positiva di Comune sostenibile e incentiva concretamente il marketing della località”. Il primo atto per Mendrisio una volta accolta la mozione? Istituire un gruppo di lavoro e staccare un contributo annuale di 1’900 franchi (proporzionato al numero di abitanti) a beneficio della campagna, che gli porterà un supporto fattivo nella realizzazione del progetto.

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