Luganese

Capriasca è il primo Comune del commercio equo

Si aggiudica la certificazione 'Fair Trade Town' dopo due anni di impegno. Primato ticinese. Il municipale Mathieu Moggi: è solo un punto di partenza

(Ti Press)
11 giugno 2018
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E Capriasca sale sul podio. Il merito: essere il primo in Ticino e tra i pochi in Svizzera a ottenere la distinzione di Comune del commercio equo.

Un traguardo raggiunto dopo un impegno e una costanza dimostrata nel corso di oltre due anni. «È fonte di grande soddisfazione essere arrivati fino a questa meta. Ma questo non è un punto di arrivo, bensì il punto di partenza. Noi ora vogliamo che il nostro Comune aumenti ancora di più la sensibilità verso questi prodotti, moltiplicando la proposta e coinvolgendo altri cittadini» – commenta Mathieu Moggi, membro socialista dell’esecutivo di Capriasca, a capo della Commissione municipale ‘Fair Trade Town’.

Intanto va evidenziato in sintesi il concetto a monte del commercio equo: l’iniziativa consente a persone che in regioni svantaggiate del mondo esercitano attività agricole o artigianali di percepire un salario adeguato per il lavoro che svolgono, ciò che permette loro di vivere degnamente e, a medio termine, di migliorare la propria qualità di vita. Si stima che in Svizzera ogni abitante spende in media 55 franchi all’anno per acquistare prodotti del commercio equo. Un commercio che ha bisogno di conquistare ulteriori parti di mercato perché un numero maggiore di persone possa vedere migliorata la propria condizione di lavoro e dunque di vita.

Ma quali sono stati i passi necessari a garantirsi la prestigiosa certificazione? Cinque principalmente i requisiti indispensabili per ottenere il riconoscimento. Primo: il Comune deve impegnarsi a promuovere i prodotti del commercio equo all’interno della sua struttura amministrativa; secondo: un gruppo di lavoro deve coordinare l’impegno a favore dei prodotti del commercio equo; terzo: il commercio al dettaglio e i settori della gastronomia e albergheria devono partecipare alla promozione di questi prodotti; quarto: le istituzioni e le aziende con sede nel comune devono scegliere i prodotti del commercio equo; quinto: la cittadinanza ha la possibilità di informarsi sul commercio equo e su quanto fa il Comune per promuoverlo.

Il via dopo una mozione nel 2015

«Nelle nostre scuole e nell’amministrazione sono stati messi a disposizione prodotti del commercio equo, segnatamente si tratta di caffè, succhi d’arancia, tè e zucchero» – spiega Mathieu Moggi, che evidenzia: «Oggi sono molti i distributori automatici di bevande presso gli uffici e anche questi dispongono di prodotti del commercio equo ma pochi lo sanno e dunque sono in pochi a richiederlo». Per dire che basterebbe poco per offrire un aiuto alla nobile causa. Il primo passo verso il Fair Trade Town è stato compiuto a Capriasca il 12 dicembre 2015, quando il Consiglio comunale ha accolto una mozione firmata da cinque consiglieri di ogni schieramento politico. Di qui il via al processo per l’ottenimento della certificazione. Nel giugno 2016 la Commissione municipale si è messa all’opera e due anni più tardi, ecco il traguardo. Tra gli obiettivi richiesti per ottenere la certificazione di Comune del commercio equo occorre fra l’altro dimostrare di possedere sul territorio 4 luoghi di ristorazione, 3 ditte di commercio e l’amministrazione pubblica che offrano prodotti Fair Trade. La consegna della certificazione, sabato prossimo 16 giugno alle 19 al Pool bar del Centro balneare di Tesserete. Un momento di festa all’insegna dell’... equità. 

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