Mendrisiotto

Dalla multa alla coca (nella borsa frigo)

Sessanta franchi non pagati sono valsi il ritrovamento di un chilo di cocaina. E alla condanna a 3 anni di detenzione (in parte sospesi) per un 31enne albanese

2 aprile 2019
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Quel giorno, il 29 luglio dello scorso anno, aveva scelto di entrare in Svizzera dal valico minore di San Pietro di Stabio. Un controllo delle Guardie di confine, però, aveva permesso di appurare che l’uomo – un cittadino albanese di 31anni – non aveva pagato una multa di 60 franchi. Poi la scoperta: in una borsa frigo presente nell’auto che guidava c’era un pacchetto contenente un chilogrammo di cocaina pura all’89%. E così, da una contravvenzione non pagata si è arrivati al processo, svoltosi questa mattina, davanti alla Corte delle assise criminali di Mendrisio, presieduta dalla giudice Manuela Frequin Taminelli. Infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e ripetuta guida senza autorizzazione i reati promossi nei suoi confronti dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni. Lui – assistito dalla legale Rossana Zurli – che avrebbe accettato di compiere questo viaggio, dalla Lombardia alla Svizzera, vuoi per le condizioni finanziarie disagiate (dal trasporto avrebbe guadagnato 2mila euro), vuoi per un debito contratto in Albania con persone poco raccomandabili e dunque minacciato. Oppure, ancora, perché avvicinato da alcuni individui dopo aver perso dei soldi al gioco d’azzardo. O, infine, grazie l’arrivo di una telefonata da uno sconosciuto.

Durante le indagini e ancora quest'oggi in aula, dunque, non sono mancati i cambiamenti di versione: «un sacco di panzane» per usare un termine utilizzato dalla presidente della Corte. Di «condizioni fiabesche» ha invece parlato nella sua requisitoria la pp, spiegando inoltre che «è impossibile e non solo improbabile che persone sconosciute affidino a uno sconosciuto così tanta cocaina pura con un valore sul mercato inestimabile». Da qui, la richiesta di pena di 3 anni e 8 mesi di detenzione oltre all’espulsione dalla Svizzera per 5 anni. La difesa si è invece battuta per una pena non superiore ai 30 mesi e parzialmente sospesa (gli otto mesi già espiati, il resto con la condizionale) in virtù del fatto che abbia «funto da corriere della droga una singola ed esclusiva volta». Tre anni di detenzione, dei quali 10 mesi da espiare (il resto sospeso per 3 anni) oltre all’espulsione dalla Svizzera per 8 anni è stata la condanna della Corte. Condannato per quel viaggio, «agendo per puro lucro». A cui si aggiunge il sospetto (tale è rimasto) che i radar presi Oltralpe i mesi precedenti l’arresto – numerosi viaggi, «senza patente e senza un’apparente ragione» – dimostrino che «fosse già attivo nel trasporto illecito».

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