Mendrisiotto

Plastiche e rifiuti tra gli anemoni ad Arzo

Segnalato deposito abusivo. Ma il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti nel Distretto negli anni si è assai ridotto. Parola di Comune e guardie della natura

(foto Ti-Press/D. Agosta)
15 marzo 2019
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Tra le primule e gli anemoni della regione della Montagna da un po’ sono spuntati pure rifiuti edili, teli e contenitori di plastica, una vecchia vasca da bagno, qualche piastrella, residui di vernice e dei pali da vigna abbandonati. Per chi ama i boschi come per chi, da quelle parti, vive di agricoltura è una spina nel fianco. In realtà, è da qualche anno che nelle vicinanze della scuola verde La Perfetta di Arzo si depositano scarti da demolizione e altro materiale. E a far più male è che, non molto lontano, vi è pure la sorgente di un affluente del Gaggiolo. Sino ad alcuni decenni orsono, va detto, scene come quella sotto lo sguardo del Sant’Antonio custodito in una cappella poco distante erano assai diffuse nelle aree boschive del Mendrisiotto. Oggi il panorama, invece, pare proprio essere cambiato. Il che ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo a Ivan Camponovo, dal 1991 una guardia della natura, una delle 8 attive nella regione (in Ticino se ne contano 46). L’attitudine alla cura del territorio, lui, l’ha vista mutare sotto i suoi occhi. «Sia chiaro – rende attenti – qualche furbetto resiste sempre».

Capita ancora, come si è visto, di imbattersi in una sorta di discarica abusiva, ma non è più la regola, quindi. Nel Distretto come stanno oggi le cose? «Nella mia esperienza, da 25 anni a questa parte, sul fronte dei depositi non autorizzati la situazione nel Mendrisiotto è migliorata e di parecchio – ci conferma Camponovo –. All’inizio, ricordo, la problematica era importante: a essere abbandonati nel territorio sia i rifiuti urbani che, soprattutto, quelli edili. Con il tempo, però, le persone sono diventate più sensibili; e con l’avanzata dell’urbanizzazione hanno preso a cuore la tutela degli spazi verdi e incontaminati. Di conseguenza il fenomeno è andato scemando. Posso dire che l’ultimo caso, relativo a del materiale edile, l’ho segnalato un paio di anni fa; ed è stato risolto anche velocemente».

Si sono compiuti, quindi, degli evidenti passi avanti in questi decenni. «Anche grazie all’attenzione dei Municipi e alla collaborazione dei Comuni – ci fa notare la guardia della natura –. È possibile che qualcuno scarichi illecitamente del materiale, ma il grado di sensibilizzazione, ripeto, è cresciuto un po’ in tutti, nei cittadini come nei turisti. In passato, ad esempio, chi frequentava il Monte Generoso lasciava in giro vari rifiuti, adesso succede di rado». Come guardie della natura, però, continuate a vigilare. «C’è sempre un po’ la pecora nera che scarica nella valletta il frigorifero o la lavastoviglie – richiama Camponovo –. Ma è un atteggiamento che noto, appunto, raramente e quando succede viene segnalato alle autorità, e il problema viene subito rimosso». Non si tollera più l’illegalità. «È veramente cambiato tutto. Venticinque anni fa la gente non ci faceva caso, i Comuni non ne erano al corrente e così la discarica restava sul posto più a lungo. E capitava di trovare rifiuti non dico in ogni valletta, ma quasi. Oggi la popolazione stessa fa da sentinella e controlla che non ci siano abusi; e nel caso interpella noi guardie della natura o i Comuni. A quel punto – ci spiega ancora Camponovo – dipende dal volume del deposito e dal sito: se si trova in una zona protetta dobbiamo far intervenire l’Ufficio della natura e del paesaggio; se il problema è di poco conto ci rivolgiamo agli enti locali. E se viene individuato è lo stesso autore dell’abuso a dover eliminare i rifiuti e ripristinare la situazione».

Come cittadini siamo diventati, dunque, più virtuosi, almeno nella raccolta e nello smaltimento di scarti e immondizia. Da guardia della natura su quali aspetti resta ancora da fare? «Abbiamo assistito a un miglioramento generale. Certo – riconosce Camponovo, decisamente più ottimista rispetto a qualche anno fa –, di problemi se ne trovano sempre, e sono i più disparati: dai furbetti che gettano i rifiuti a chi raccoglie specie protette, come fiori o piante, alla persona che, magari per ignoranza, mette mano a una zona protetta, dove chi interviene commette un abuso. Le situazioni gravi, in ogni caso, sono diminuite parecchio». Le campagne di sensibilizzazione, promosse anche nelle scuole, hanno aiutato. «Di sicuro: la cittadinanza non solo si dimostra più sensibile ma è pure più responsabile».

Gli ecocentri hanno ‘cancellato’ gli ‘illeciti’

Benedetti gli ecocentri e i punti della raccolta differenziata: a Mendrisio si sono rivelati un toccasana. Ma soprattutto si sono dimostrati un deterrente per gli abusi. Anche nella memoria di Mario Briccola, vice direttore dell’Ufficio tecnico della Città, lo scarto fra passato e presente è evidente. «Una decina di anni fa, in effetti, il problema dei rifiuti lasciati nel territorio era acuto – ricorda –. Capitava con una certa regolarità di ricevere segnalazioni di frigoriferi o copertoni o batterie dell’auto abbandonati». E oggi? «L’apertura degli ecocentri e la possibilità di separare i rifiuti e di depositarli nei luoghi di raccolta appositi ha portato, in pratica, alla scomparsa del fenomeno».

Non si è più ripresentato il problema? «Nell’arco di diversi anni è successo un paio di volte – ci spiega Briccola –. Come nel caso di quel padroncino che, terminati i lavori di ristrutturazione in un bar, aveva scaricato il materiale a Rancate. Ma l’abbiamo identificato e abbiamo provveduto a rimuovere il deposito». Del resto, ci fa notare il vice direttore, i centri di raccolta sono persino più economici nella gestione dei rifiuti. «Sì, capita qualche episodio, ma è raro e interessa semmai gli scarti vegetali – precisa ancora Briccola –. Altrimenti ci troviamo piuttosto a fare i conti con materiale o ingombranti sistemati fuori posto o fuori orario, ma sempre nei punti di raccolta, quindi negli spazi appositi e controllati regolarmente, e non sul territorio. Si può dire che gli ecocentri abbiano fatto da catalizzatori, allontanando così la problematica dell’abbandono».

D’altro canto, come testimoniano i dati del Censimento dei rifiuti stilato dal Cantone siamo un popolo di riciclatori di scarti. Nel 2017 sono state convogliate sulle raccolte separate oltre 157mila tonnellate di materiale, a cominciare da carta e cartone, rifiuti vegetali, legno e vetro. Non si abbassa la guardia, però, neppure sui siti inquinati: nel 2017 ne sono stati bonificati in modo parziale o totale nel complesso 24, tutti iscritti nel Catasto cantonale dei siti inquinati. Ne consegue che si è dovuto smaltire materiale di scavo ed edile.

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