Mendrisiotto

Al Museo Vela sono tutti protagonisti

A Ligornetto l'istituzione museale guarda ai fenomeni della società e strizza l’occhio a pubblici nuovi. Lo testimonia l'attività di mediazione culturale

(foto Ti-Press)
1 settembre 2018
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Chi viene a Ligornetto se ne accorge: le testimonianze lasciate da Vincenzo e dagli altri membri della famiglia Vela – a cominciare dalla villa – sono ancora ben presenti nel paese. Gli artisti infatti, molto attivi nella vicina Italia, mantennero una stretta relazione con la terra d’origine tramite donazioni, impegno sociale e politico. «Questa vocazione filantropica – ci spiega Tiziana Conte, responsabile della comunicazione e degli eventi collaterali del Museo Vincenzo Vela – è nel Dna della nostra istituzione. Noi che lavoriamo qui abbiamo il compito di tenere viva l’eredità dei Vela». Fra le diverse attività proposte, quindi, alcune sono specificatamente rivolte alle fasce della popolazione considerate più fragili, come migranti minorenni o anziani che soffrono di demenza. Quest’obiettivo, oltre a inserirsi nel dibattito sul ruolo delle istituzioni museali, corrisponde più precisamente a una volontà espressa dall’Onu nella sua Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata anche dalla Svizzera. In realtà, l’impegno sociale del Museo è manifestazione di una «sensibilità della direttrice Gianna Mina», ma soprattutto già dello stesso Vincenzo: «Anche nella biografia dello scultore c’è una storia di esilio (a Torino per contrasti con l’élite austriaca di Milano, ndr). Inoltre, – aggiunge Conte – la nostra è pure una vocazione geografica: trovandoci sulla frontiera, siamo naturalmente portati al confronto con una realtà diversa».

Quest’attitudine si è concretizzata per esempio in attività rivolte a migranti minorenni ospitati nei centri della regione. Gli incontri si svolgono una o due volte la settimana e coinvolgono un numero di partecipanti sempre differente. Le attività proposte sono le più diverse e variano dal giardinaggio ad atelier di scrittura, d’arte e di cucina, talvolta in compagnia di visitatori locali. L’obiettivo è stabilire con questi ragazzi – attraverso la manualità, i contatti umani e la «bellezza stessa del luogo» – una comunicazione che superi lo scoglio della barriera linguistica.

Da un paio d’anni il servizio di mediazione culturale del Museo organizza inoltre, in collaborazione con Pro Senectute, degli incontri con anziani affetti da morbo di Alzheimer. Numerosi ammalati hanno già partecipato alle visite speciali del Museo e – visto il successo di pubblico e di gradimento – gli incontri saranno probabilmente riproposti a partire da settembre. Con lo stesso spirito sociale si cercano di favorire gli incontri intergenerazionali, perché anche l’invecchiamento della popolazione è una realtà di cui la società (e quindi i musei) deve tenere conto: «Il museo deve essere un laboratorio, un luogo di dialogo e di incontro all’interno di una realtà complessa in cui tutte queste tematiche sociali rappresentano delle urgenze. Come dice spesso la nostra direttrice – prosegue la nostra interlocutrice – “qui al Museo si sospende il giudizio e tutti diventano protagonisti” ».

Mantenere il contatto con la società sembra, dunque, essere uno dei ‘leit motiv’ del Museo Vela. E società significa anzitutto territorio: numerose collaborazioni sono state intraprese negli anni con associazioni ed eventi culturali, nel Mendrisiotto e non solo. Oltre a Pro Senectute, sono stati stretti contatti con la Croce Rossa, in particolare col foyer per minori non accompagnati di Paradiso, con Musica nel Mendrisiotto, Ticino in Danza, Casa Pessina e molti altri. Oltre a coltivare il radicamento del Museo nella regione, queste sinergie puntano anche alla conquista di nuovi pubblici e a una loro «fidelizzazione», in un contesto relativamente periferico come Ligornetto che non permette di fare grandi numeri. «Le collaborazioni e le attività permettono a un pubblico nuovo di scoprire e apprezzare il Museo Vela», spiega Tiziana Conte. «Lavorare in rete è efficace e vincente, soprattutto in questo periodo di ristrettezze economiche. Ovviamente alcune attività attirano più partecipanti di altre, ma i riscontri che riceviamo sono sempre positivi ed entusiasti. Dopotutto, il successo si quantifica o si qualifica?»

 

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