Mendrisiotto

Un direttore per i fossili

Subito alle prese con il Triassico medio
(reguzzi)
27 agosto 2015
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Luca Zulliger prenderà il posto di Alessia Vandelli nella direzione del museo di Meride

Tra gli obiettivi figura il coinvolgimento del più vasto ed eterogeneo pubblico possibile. Con occhio attento alla divulgazione scientifica.

 Erano pronti in trentadue a raccogliere il testimone che si appresta a lasciare Alessia Vandelli. E alla fine, dopo una prima scrematura e una serie di colloqui, il nome scelto è quello di Luca Zulliger: sarà infatti lui il nuovo direttore del Museo dei fossili del Monte San Giorgio di Meride. Classe 1982, domiciliato a Lugano, Zulliger si è laureato nel 2009 all’università di Friborgo in geologia, con specializzazione in paleontologia. Nel congratularsi con la nuova funzione, il vicepresidente della Fondazione Monte San Giorgio Fausto Medici ha sottolineato come il neodirettore «malgrado la giovane età, può vantare una consolidata formazione scientifica nel settore e una vasta conoscenza del territorio del Monte San Giorgio e della realtà museale a esso riservato». Dopo aver lavorato nel settore privato quale geologo, Zulliger ha svolto – e svolge tuttora –, la sua attività lavorativa al Museo cantonale di storia naturale a Lugano nella funzione di collaboratore scientifico e tecnico specializzato nella preparazione dei fossili. Detto della preparazione accademica e professionale, Luca Zulliger ha spiegato che la spinta per candidarsi all’incarico è stata dettata dalla «passione per la paleontologia coltivata durante gli studi. Poter partecipare, quale direttore del museo, alla valorizzazione di un sito di importanza mondiale costituisce per me, al contempo, un onore e uno stimolo». Per quel che concerne l’attività di direzione, l’impegno preso è quello, soprattutto, «di valorizzare l’importante sito appartenente al patrimonio mondiale dell’Unesco, attraverso la divulgazione scientifica e promuovendo mostre e conferenze, cercando di coinvolgere il più vasto ed eterogeneo pubblico possibile». Il tutto senza dimenticare il pubblico giovane, «naturalmente molto affascinati e attratti dal mondo dei fossili». In stretta collaborazione con la Site Manager Giovanna Staub ci si assumerà inoltre il compito di «far scoprire il Museo dei fossili a chi ancora non lo conosce sia in Ticino che al di fuori dei confini cantonali e nazionali». Spazio anche all’importanza della continua ricerca scientifica che «grazie agli scavi e al lavoro del Museo cantonale di storia naturale e alla collaborazione con diversi istituti in special modo con l’università di Zurigo, permetterà di completare le conoscenze e la comprensione di questo ecosistema estinto». Per un nuovo arrivo, come detto, v’è una partenza. Alessia Vandelli, prima direttrice sin dall’apertura del nuovo museo nell’ottobre 2012, lascerà infatti la carica in autunno. Un’esperienza, quella vissuta durante i 3 anni, che è stata «una stimolante e inesauribile fonte di stimoli». Ripercorrendo la strada fatta Vandelli mette l’accento in particolare su alcune iniziative. «Una vetrina sul Triassico medio del Monte San Giorgio, la mostra temporanea ‘I Paleoartisti’, la stampa delle guide cartacee e i primi supporti interattivi». Le ‘scalate’ nei rapporti con l’Italia Il museo, come appreso, è in continua crescita, così come lo sono le attività che ogni anno vengono presentate. Alla base v’è dunque l’aspetto gestionale, ruolo che spetta anche alla Site Manager Giovanna Staub: incarico «richiesto dall’Unesco». Per il Monte San Giorgio ve ne sono due, uno svizzero e uno italiano. Tra i compiti rivestiti v’è quello di collaborare con il Comitato transnazionale nella realizzazione di progetti e iniziative. Rapporti con la parte italiana che purtroppo talvolta presentano alcune difficoltà. Assodato che il clima instaurato tra le parti per quel che concerne il lavoro scientifico è buono, su altri fronti si incontrano invece alcuni rallentamenti. «Da parte italiana – spiega Staub – risulta più difficile reperire i fondi per la gestione corrente». Un fatto, quest’ultimo, dovuto anche alla diversa organizzazione. «Fondi non ne hanno molti – ha commentato Medici – e quando bisogna dividere le spese ci sono problemi». Talvolta dunque, usando le parole del vicepresidente, «è come scalare il K2».