In un comunicato, per l’associazione ci sono margini di miglioramento: dalla linea collinare Flp alla fermata di Cavezzolo, all’estensione fino a Taverne

Non si ferma il dibattito sul tram-treno. Dopo le polemiche legate principalmente alla capacità di trasporto nelle ore di punta, e in vista del dibattito in Gran Consiglio sul sorpasso di spesa, l’associazione RailValley torna a esprimere perplessità sull’impostazione complessiva dell’opera.
Il presidente Stefan Krebser sottolinea come la questione della capienza sia solo “una delle tante problematiche che questo progetto si porta dietro”. Tra i punti più contestati dall’associazione figura la fermata di Bioggio-Cavezzolo: “Lo spostamento di questa fermata da Bioggio-Molinazzo è unicamente dovuto all’eventuale prolungamento della pista dell’aeroporto verso nord. Si tratta di una spesa che non dovrebbe gravare sul tram-treno e che non è legittima”, si afferma, ricordando come il mantenimento della fermata in questione permetterebbe “di mantenere la linea collinare che porta alla stazione di Lugano”. Rinunciare al viadotto previsto porterebbe, a suo dire, a risparmi significativi.
Critiche anche per la tratta Bioggio-Manno. RailValley evidenzia che, “dopo le ulteriori ristrutturazioni di Ffs Cargo, una grande parte dei binari sono inutilizzati. Costruire la linea accanto al comparto, invece che sul sedime esistente, è a livello pianificatorio poco comprensibile”, osserva il presidente. Utilizzare il sedime Ffs Cargo consentirebbe, sostengono, “di ridurre gli espropri” e mantenere aperta “la possibilità di proseguire in una futura estensione fino a Taverne-Torricella”. Un ulteriore elemento critico riguarda la stazione sotterranea di Lugano. Secondo RailValley, “mantenendo la linea collinare si può rinunciare alla stazione sotterranea, con un’ulteriore riduzione dei costi”.
L’associazione stima che le modifiche proposte potrebbero portare a un risparmio di almeno 200 milioni di franchi, migliorando sensibilmente il rapporto costi-benefici del progetto. “Invitiamo la politica a rimandare al mittente questo progetto”, dichiara Krebser, auspicando “il rinvio alla commissione, il referendum finanziario obbligatorio o la bocciatura dell’aumento del credito”. Solo così, conclude Krebser, sarà possibile elaborare “un nuovo progetto più performante e corrispondente alle vere esigenze degli utenti”.