Luganese

Due ladre condannate ed espulse dal Paese

Le donne hanno messo a segno colpi in quattro appartamenti, strappando il cilindro delle serrature e cercando di cancellare ogni traccia

Quattro colpi in due mesi, poi le manette e il carcere
(Ti-Press)
15 dicembre 2025
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Usciranno di prigione alla fine del prossimo mese di gennaio le due donne condannate oggi per aver commesso una serie di furti in abitazioni del Luganese. Dal processo celebrato oggi di fronte alla Corte delle assise Correzionali di Lugano è emerso che le due imputate si conoscevano e, telefonicamente, si diedero appuntamento a Lione e da lì sono entrarono in Svizzera, passando da Ginevra, da dove, in treno, hanno raggiunto Lugano. Entrambe hanno ammesso i fatti illustrati dal procuratore pubblico Pablo Fäh nell’atto d’accusa. Il bottino rubato in almeno quattro colpi sfiora i 40mila franchi, una parte del quale è stato recuperato e restituito ai proprietari. Le due imputate hanno agito a scopo di lucro ma hanno invocato lo stato di necessità, l'assenza di un lavoro e il loro stato di disagio economico.

Hanno pesato i precedenti penali specifici

Le donne, una 32enne di nazionalità serba, residente a Parigi, e una 37enne italiana residente in Italia, prendevano di mira appartamenti agli ultimi piani delle palazzine oppure dove la porta dell’edificio era aperta. Agivano in correità, strappando il cilindro delle serrature e cercando di cancellare ogni traccia. Il 31 luglio scorso, però, sono state arrestate. Entrambe da allora sono in carcerazione preventiva e sono state poste in esecuzione anticipata della pena dal 26 settembre. Speravano di poter trascorrere il Natale con la famiglia. Tuttavia, non è stato possibile alla luce dei precedenti penali specifici di entrambe. Il giudice Curzio Guscetti ha approvato la pena concordata dalle parti: le due donne sono state condannate a 14 mesi di prigione, di cui sei da espiare e il resto sospesi con la condizionale per un periodo di prova di 3 anni, e l’espulsione dalla Svizzera per sette anni senza registrare la sentenza nel Sistema d’informazione di Schengen.