Il Municipio locale ha scelto la sua strategia per affrontare il tema di una pianificazione sovradimensionata

Una nuova Commissione della pianificazione del territorio e un coordinatore esterno indipendente: sono questi i punti di forza su cui farà leva il Comune di Arogno per affrontare il dossier della revisione della pianificazione del territorio; quindi anche il nodo delle zone edificabili. Anche in questo caso, come in altre realtà in Ticino, il Piano regolatore risulta essere sovradimensionato e "necessita di un adeguamento organico e coerente". Ecco che per l'Esecutivo locale mettere in campo questa strategia rappresenta un passo importante.
Arogno ha scelto dunque la sua strada. «L’obiettivo del Municipio è di dotarsi di uno strumento che permetta di evitare decisioni ‘caso per caso’ e di garantire uniformità, continuità e trasparenza nelle scelte che riguardano il territorio – spiega il sindaco Emanuele Stauffer –. Vogliamo costruire una linea pianificatoria chiara, comprensibile e stabile nel tempo, indipendentemente dall’alternanza delle cariche politiche, senza precipitazione e con un’informazione trasparente alla popolazione».
Nell'approccio individuato da Arogno un ruolo centrale lo avrà, quindi, il coordinatore esterno indipendente – la scelta è caduta su Marcello Martinoni) –, attraverso il quale, si motiva in una nota, si intende "assicurare continuità metodologica, rigore e imparzialità. Il suo compito è garantire un percorso che non si esaurisca in una legislatura, ma che sappia mantenere coerenza di principi, criteri e obiettivi anche nel lungo periodo". Per quanto riguarda la Commissione sarà composta da cinque membri; ovvero lo stesso sindaco Stauffer, Pierino Bessler a capo del dicastero Edilizia privata e pianificazione del territorio, Karen Falsone, Mattia Ombelli e Marzio Righitto.
A presiedere la Commissione sarà Pierino Bessler, che annota come «le misure di pianificazione da attuare, lo si sa, potranno avere un impatto a volte drastico; sarà fondamentale informare regolarmente la popolazione, oltre che coinvolgerla, affinché le misure da adottare non solo siano comprese, ma anche condivise e riconosciute come patrimonio comune. La pianificazione, in questa prospettiva, non è un esercizio tecnico per addetti ai lavori, ma dovrà essere un processo collettivo che deve poggiare su criteri leggibili ed equi».