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‘La Città acquisti almeno una palazzina in via Vergiò’

In una mozione sottoscritta da 13 consiglieri comunali, si chiede l’intervento del Municipio volto a creare un’Organizzazione di utilità pubblica

Uno scorcio del complesso immobiliare con i numeri civici 25 e 27
(Ti-Press)
11 febbraio 2025
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Un sostegno all’acquisto di appartamenti per scongiurare sfratti di massa. Dopo l’interrogazione di metà novembre 2024 (prima firmataria Silvia Barzaghi) – ancora senza risposta –, La Sinistra presenta una mozione per attivare il credito da 10 milioni di franchi, già approvato dal Consiglio comunale nel 2015, al fine di supportare gli inquilini di via Vergiò a Breganzona e “costituire un’Organizzazione di utilità pubblica (Oup), segnatamente di una cooperativa, con lo scopo di acquistare una o più delle quattro palazzine di proprietà Monopoly Group”.

I vantaggi delle Oup

Nella proposta depositata lunedì in Consiglio comunale – prima firmataria Nina Pusterla e sottoscritta da tutti i rappresentanti de La Sinistra, dei Verdi e Inidipendenti e da Carola Barchi (Plr) – si evidenzia che “una parte degli inquilini, in contatto con l’associazione Cassi (Cooperative d’abitazione Sezione Svizzera italiana, ndr), sta valutando la possibilità, in alternativa all’acquisto individuale del singolo appartamento costituito in Ppp (proprietà per piani, ndr), di realizzare una cooperativa d’abitazione che acquisti invece una o più di quelle palazzine”.

L’obiettivo dei mozionanti è quello di convincere il Municipio a collaborare con gli inquilini interessati di via Vergiò, “in particolare coloro con disponibilità finanziarie medio-basse, che difficilmente riuscirebbero ad acquistare l’appartamento in Ppp”. Infatti, con la soluzione proposta nella mozione e con la creazione di un Oup, i potenziali acquirenti potrebbero beneficiare di vantaggi economici. Tra questi, i firmatari sottolineano che chi intende acquistare può disporre solo del 10% dell’investimento iniziale, e che questi fondi propri “possono essere costituiti anche da crediti agevolati (concessi al 2% in meno rispetto al tasso di riferimento, ma almeno al l'1%) ottenuti dal Fondo di rotazione (alimentato da crediti della Confederazione)”. Se tale fondo non fosse attivabile, “la Fondazione Fondo di solidarietà di Cooperative d’abitazione Svizzera potrebbe supplire con condizioni un po' meno esigenti”, mentre i fondi dell’Oup, “oltre che dai futuri inquilini, potrebbero essere alimentati anche dalla Fondazione Solinvest o dall’organizzazione mantello degli Oup, che possono partecipare al capitale sociale iniziale della cooperativa”. Inoltre, “anche la Cooperativa di fideiussione ipotecaria, grazie a garanzie federali, concede agli Oup garanzie per i prestiti ipotecari che possono così essere ottenuti più facilmente e con tassi d’interesse inferiori”.

‘I soldi non sarebbero persi’

Le agevolazioni elencate richiedono un finanziamento iniziale da parte dei futuri cooperatori. Tuttavia, “per diminuire l’apporto in capitale dei futuri inquilini”, parte dei soldi potrebbero essere messi a disposizione dalla Comune, “facendo capo, ad esempio anche ai 10 milioni già stanziati dal Consiglio comunale per l'alloggio a pigione accessibile, sotto forma di partecipazioni al capitale o prestiti a tasso nullo o ridotto; la partecipazione al capitale sarebbe da restituire in futuro e quindi il Comune non ‘spende’ questi soldi, ma li anticipa. Infine, poter ricevere finanziamenti dalla Confederazione (fondo di rotazione) e dal fondo di solidarietà è necessario rispettare i cosiddetti limiti dei costi d’impianto”, che, stando a un’ordinanza dell’Ufficio federale delle abitazioni, “contengono il costo del terreno e il costo di edificazione o il costo di acquisizione”. A Lugano, per accordare tali aiuti federali, i costi d’impianto per le abitazioni di due locali non devono superare 505mila franchi, 655mila per quelli di tre locali e 830mila franchi per i quadrilocali.

Il controprogetto e il credito già approvato nel 2015

Il credito citato da Pusterla e cofirmatari era stato approvato nel novembre 2015 per finanziare il controprogetto all’iniziativa popolare ‘Per abitazioni accessibili a tutti’, prevede un impegno economico, da parte della Città, a investire 10 milioni di franchi distribuiti su dieci anni (quindi dal 2016 al 2025). In quell’occasione, al Regolamento comunale era stata inserita un aggiunta all’articolo inerente alla ‘Politica dell’alloggio e dei locali di attività a pigioni contenute’ nella quale era stato anche disposto che: “il Comune promuove pure la disponibilità di locali di attività a pigioni contenute, compatibili con il contesto residenziale”; “promuove le necessarie misure pianificatorie volte a favorire il mantenimento e lo sviluppo di abitazioni a pigione moderata. Cura inoltre la consulenza di enti, privati e cittadini per l'attuazione degli obiettivi in materia di alloggio a pigione moderata” e che “può acquistare terreni da destinare alla costruzione di abitazioni e locali di attività a pigione moderata e può metterne a disposizione di organizzazioni di utilità pubblica riconosciute; può sostenere iniziative di altri enti che offrono abitazioni o locali di attività a pigioni moderate”. Credito approvato, regolamento modificato, ma, per i firmatari, l’impegno preso dal Municipio nei confronti dei suoi cittadini “non è mai stato inserito a piano finanziario, se non per gli importi puntuali, pari complessivamente a circa un milione di franchi, per la valorizzazione dei sedimi di via Lambertenghi 3 ed ex Spohr”.

Il possibile asilo nido

Oltre alla situazione finanziaria, la mozione pone l’accento sulla “comunità coesa” formatasi in quelle palazzine. L’aiuto reciproco tra gli attuali residenti, “che già oggi si aiuta vicendevolmente in maniera volontaria e attiva, vuoi nella cura dei bambini, per gli acquisti o la cura del verde”, è anche in parte dovuto in quanto, sostengono i mozionanti, “il quartiere di Breganzona conta un numero importante di abitanti (nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 0,6% attestandosi a 5’410 persone, ndr) e famiglie che necessitano di questo tipo di servizi e, in particolare, di una struttura di accoglienza per bambini”. Per questo motivo, Pusterla propone al Municipio di svolgere “i necessari approfondimenti al fine di realizzare negli stabili in via Vergiò un nido d’infanzia o ulteriori contenuti sociali, come un centro diurno per anziani, un doposcuola o simili sottoponendo al Legislativo una richiesta di credito”.

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