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Semaforo rosso alle zone 20 e 30 km/h a Lugano

Frenata sulla moderazione del traffico: il messaggio municipale prende la via della bocciatura da parte del Consiglio comunale

Limiti sì, ma al progetto del Municipio
(Ti-Press)
4 febbraio 2025
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Non si passa. Le commissioni dell’Edilizia e della Gestione (a maggioranza) del Consiglio comunale di Lugano chiudono la strada alla richiesta di credito di 2,7 milioni di franchi per estendere e migliorare le misure di moderazione del traffico (zone 30 e zone 20) su tutto il territorio cittadino. Il messaggio è all’ordine del giorno della prossima seduta in programma lunedì 10 febbraio. Un messaggio che verrà (quasi) sicuramente bocciato perché per essere accolto ha bisogno della maggioranza assoluta, però viene osteggiato dalla Lega dei ticinesi, dall’Udc, dal Centro (i due membri della Gestione lo hanno sottoscritto con riserva, mentre gli altri due dell’Edilizia hanno firmato il rapporto contrario), mentre a sostenerlo ci sono i Verdi di Lugano e gran parte del gruppo della Sinistra (a parte Demis Fumasoli). Nei rapporti della Gestione spicca l’assenza delle firme di rappresentanti liberali radicali.

L’Edilizia: ‘Costa troppo’

Tutta l’Edilizia – esclusa Tamara Merlo (Più donne) – ha sottoscritto il rapporto negativo (compresi i membri Plr Valentino Benicchio e Jean-Jacques Aeschlimann). I relatori sono: Angelo Petralli (Centro), Michael Nyffeler (Lega) e Sara Beretta-Piccoli (Pvl). Quest’ultima ha ritenuto troppo onerosa la richiesta di credito: «Non è un bel segnale bocciare un messaggio municipale, ma abbiamo richiesto alla municipale Karin Valenzano Rossi (che ha risposto negativamente) di riformularlo in un’ottica di risparmio e più incentrato allo scopo finale: aumentare le zone 20/30 e non uniformare la segnaletica in tutta la città con dei totem che costerebbero in totale 900mila franchi. Mi chiedo quanto al cittadino possa interessare il beneficio di questa spesa eccessiva e abbastanza inutile». Nel rapporto viene spiegato che “il Municipio ha giustificato la sostituzione integrale dei totem esistenti con motivazioni legate alla sicurezza e al degrado strutturale”. Tuttavia, per questa giustificazione “non è stata fornita un’analisi dettagliata su eventuali interventi di manutenzione più contenuti nei costi e distribuiti nel tempo. Questa gestione delle risorse appare inefficiente e non in linea con i principi di ottimizzazione della spesa”.

Un principio ribadito anche nel rapporto di minoranza della Gestione (relatore Danilo Baratti, firmato anche da Jasmine Altin e, con riserva, da Lorenzo Beretta-Piccoli e Michele Malfanti), che ha proposto un progetto da 1,8 milioni di franchi complessivi: 900mila franchi in meno del messaggio in quanto la voce ‘sostituzione totem’ viene completamente cancellata. A questo riguardo, nel rapporto di minoranza tra i motivi di questa modifica segnalano che “in un periodo che si annuncia finanziariamente difficile, dove per risparmiare qualche decina di migliaia di franchi si rinuncia alla produzione di un prodotto come l’olio d’oliva San Domenico o alla posa di toilette temporanee estive nelle aree di svago extraurbane, un senso di realtà suggerisce di contrarre le spese previste per i portali d’entrata alle ‘zone 30’. Si tratta di passare, con buon senso, dall’ideale al necessario”.

Gerarchia delle strade non definita

Nel rapporto di maggioranza della Gestione, il relatore Lukas Bernasconi (Lega dei ticinesi) motiva così la sua contrarietà: «Nel messaggio municipale manca un riferimento che definisca in modo chiaro la gerarchia delle strade. Le proposte si basano sui piani regolatori, in tutte quelle definite residenziali hanno introdotto la moderazione del traffico, per cui la valutazione risulta poco approfondita e semplicistica». Bernasconi cita “alcuni tratti della strada cantonale che collega Paradiso a Carona; in zona Pazzallo sono già presenti dossi e soprattutto paletti che creano notevoli problemi agli utenti che spesso sono costretti a manovre pericolose e frenate improvvise”. Il relatore sottolinea che il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di adattare le disposizioni della Legge sul traffico stradale in modo da rispettare la gerarchia e le funzioni della rete stradale nelle aree urbane e rurali: “Nei centri abitati vige un limite di velocità di 50 km/h, mentre sulle strade residenziali è consentito un limite di 30 km/h, che non deve essere introdotto in modo caotico, a meno che non sussistano ragioni legate alla sicurezza, come nei quartieri a bassa intensità di traffico e presso scuole, ospedali o case di riposo”.

Effetti solo la sera e di notte

Bernasconi sostiene che la velocità media del traffico a Lugano, durante il giorno, sia “nettamente inferiore a 30 km/h e le limitazioni avrebbero effetto quindi soprattutto la sera e di notte. Affermare che la limitazione a 30 km/h permette di recuperare spazi urbani pregiati e promuove la convivenza di tutti gli utenti è un’affermazione di principio soprattutto ideologico”, senza riscontri oggettivi, “se non riducendo ulteriormente la velocità a 20 km/h e declassando la strada a zona di incontro. I benefici sarebbero quindi soprattutto in chiave rumore nelle ore notturne”. Non secondo il relatore, che punta il dito contro “uno dei cavalli di battaglia dei fautori delle limitazioni di velocità: il rumore. Si afferma che un veicolo che transita a 30 km/h è meno rumoroso di 3 decibel rispetto a uno che viaggia a 50 km/h. Questa affermazione è vera se riferita a un veicolo a benzina o diesel ma non corretta se riferita a un veicolo elettrico, visto che quelli immatricolati dopo il 2021 devono obbligatoriamente essere dotati di Avas (Sistema acustico di allarme veicolo)”.