Torna alla ribalta il tema a Lugano dopo i controlli della polizia, e il sospetto di soffiate, e l’atto parlamentare di Omar Wicht (Lega)
Troppi minorenni in discoteca. Ne è convinto Omar Wicht. Non è la prima volta che il consigliere comunale leghista affronta il tema, lo ha fatto ad esempio solo pochi mesi fa con un’interrogazione che sollevava il dubbio di retate annunciate ai gestori dei locali notturni. Da noi sentito, Wicht torna sull’argomento in quanto ritiene che «hanno risposto in modo blando al mio atto parlamentare. Il Comune purtroppo non prende seriamente questo problema, ma c’è eccome».
La questione è emersa dopo un controllo nei locali notturni cittadini avvenuto tra il 9 e il 10 novembre scorsi. Circa 380, tra clienti (la maggioranza) e dipendenti, sono stati controllati in un’operazione coordinata dalla Polizia cantonale con il supporto di numerose Polizie comunali, dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, del Laboratorio cantonale e dell’Ispettorato del lavoro. Risultato: sei minorenni e tre infrazioni per falsità in certificati. Un bottino tutto sommato magro, che però invece di rassicurare ha insinuato il dubbio che potesse esserci stata una talpa. Un sospetto che Wicht ha tramutato in atto parlamentare, al quale il Municipio ha risposto di non avere avuto evidenze. Tuttavia, la Polcantonale ha avviato degli accertamenti, che stando quanto confermato a ‘laRegione’ sono tuttora in corso.
«Poche settimane dopo però c’è stato un altro grosso controllo e di nuovo alcuni sapevano già il giorno prima che ci sarebbe stato» lamenta il consigliere. «È chiaro che c’è un problema». Ma non solo di chi effettua le verifiche, ma anche sociale più in generale. «Io conosco bene il mondo delle discoteche perché diversi anni fa ci ho lavorato. Ai tempi almeno un paio di agenti in borghese che giravano c’erano sempre. Oggi questo viene fatto ancora? Sembrerebbe di no...». Perché? «Perché nei locali gira un sacco di droga, e soprattutto è pieno di minorenni. Soprattutto ragazze. Una discoteca in particolare in città è famosa per essere molto frequentata dai ragazzini e dalle ragazzine in particolare, ma non è l’unica. Basta vedere le foto e le storie che pubblicano sui social: è in corso una sorta di gara a chi riesce a entrare in più discoteche, sono cose che mi sono state confermate anche da coetanei di questi ragazzi e ragazze. Non voglio fare il moralista, ma quando si comincia a entrare così giovani in discoteca, è più facile entrare in contatto con la droga».
Il problema sollevato da Wicht non è una novità. Ne abbiamo parlato anche noi un paio d’anni fa, ma soprattutto è noto nell’ambiente della movida. Un addetto ai lavori che per discrezione preferisce rimanere anonimo, osserva che «è pieno di minorenni. Nei locali, ma soprattutto all’esterno, che cercano in tutti i modi di entrare. Avere a che fare con i ragazzini non è sempre semplice, è difficile tenerli a bada anche perché il problema non nasce a mezzanotte quando una discoteca apre, ma prima, perché molti di questi minori arrivano agli ingressi dei locali quando hanno già bevuto». Proprio per questo il nostro interlocutore ritiene che «un ragazzo di 16 anni oggi è più tutelato in discoteca che in giro, il vero problema è il consumo di sostanze. Anche perché nei locali la polizia si fa vedere e se c’è un problema arriva subito. È un fenomeno difficile da arginare e credo che il modo migliore per tenere sotto controllo il consumo sia quello di abbassare l’età d’ingresso a 16 anni, come avviene già in molti Paesi e cantoni. Per quanto, secondo alcuni, se non ci fossero i locali notturni non ci sarebbero problemi legati all’alcol o alla droga, non è così, e lo abbiamo visto con i problemi durante le chiusure della pandemia. Il tema dell’età prima o poi andrà affrontato». Di recente, lo ricordiamo, in occasione della revisione della Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione è stata avanzata la proposta di rivedere al ribasso l’età minima per accedere alle discoteche, ma il Consiglio di Stato ha poi preferito non dar seguito a questa via.
Al momento, le autorità si concentrano però su qualcosa di più impellente: l’abuso di sostanze e di alcol in particolare. Un tema che anche secondo Wicht andrebbe trattato meglio dall’ente pubblico. «Mi sembra che venga fatta poca prevenzione. Ci vorrebbe una campagna, magari anche forte come si facevano una volta, per dire che le droghe e l’alcol sono dannosi e pericolosi». «Una campagna di sensibilizzazione sul consumo di alcol è in preparazione e speriamo di avviarla in breve – osserva il capodicastero Socialità Lorenzo Quadri –. Il disagio giovanile è in parte dovuto anche al consumo di sostanze e l’alcol la fa da padrone». Proprio il tema del disagio giovanile è al centro di un tavolo di lavoro avviato alcuni anni fa dal Dicastero di Quadri e dal Dicastero sicurezza condotto da Karin Valenzano Rossi, oltre che da diversi altri attori (tra i quali la Magistratura dei minorenni e l’Autorità regionale di protezione). «Stiamo portando avanti una prevenzione sul tema anche alle scuole comunali. Chiaramente sono bambini e ragazzi ancora molto giovani, ma è molto importante iniziare presto a trattare determinati temi perché il rischio è che poi alle Medie sia già troppo tardi», aggiunge Quadri.
E sulla questione minorenni? «Il problema è di chi li fa entrare – secondo il municipale leghista –. Credo che sia importante come ente pubblico, ed è stata anche votata una mozione in Consiglio comunale sul tema, offrire dei ritrovi per giovani che siano una valida alternativa alle discoteche o ai locali pubblici e ci stiamo lavorando. Come presenza sul territorio, noi qualcosa la facciamo, abbiamo degli operatori di prossimità, ma non si può arrivare dappertutto e in ogni caso non possono sostituirsi alle famiglie o alla polizia». A proposito di polizia, la capodicastero precisa che i controlli vengono effettuati regolarmente nei locali, sempre coordinati comunque dalla Polcantonale, in quanto si tratta di operazioni che richiedono risorse importanti. «Abbiamo un dialogo costante anche con i gestori dei locali notturni e pubblici in generale – aggiunge Valenzano Rossi – e un paio d’anni fa abbiamo effettuato una sensibilizzazione proprio sul tema della gestione di questi ritrovi che comprendeva, fra l’altro, anche il tema minorenni». «Purtroppo – ancora la municipale liberale-radicale – constatiamo che c’è un abuso di alcolici da parte di minori, che non è legato soltanto alla frequentazione degli esercizi pubblici. E d’altra parte constatiamo che c’è una lacuna a livello di prevenzione: in passato la Confederazione preparava delle campagne efficaci, oggi se ne vedono meno. Per questo vogliamo fare qualcosa a livello locale. Ma il tema è molto ampio, perché l’abuso di alcol è un problema e va affrontato dalla società nel suo complesso e non solo dalla polizia o dal Comune».