Il concerto che si terrà al Lac in occasione della Giornata della memoria suscita tensioni fino al Municipio di Lugano, dove si è discusso sul tema
La Giornata della memoria, a Lugano, più che unire ha scatenato forti malumori. Con un colpo di coda anche a Palazzo Civico. È il concerto della Israel Philharmonic Orchestra (Ipo) la causa delle reazioni contrastanti. La sintesi estrema della divergenza di opinioni vede da un lato il Lac – che lo organizza giovedì, con anticipo rispetto alla data ufficiale del 27 gennaio – in collaborazione con l’Associazione Svizzera-Israele (Asi), secondo cui annullare il concerto significherebbe boicottare la cultura con il suo linguaggio universale. E dall’altro il Coordinamento unitario a sostegno della Palestina (Cusp) per il quale ospitare un simile evento è invece “inopportuno, se non immorale e giuridicamente compromettente”.
Nel mezzo di tali discussioni – perlopiù sotto forma di lettere e a suon di repliche e dupliche tra le tre parti– anche all’interno del Municipio è cresciuto il seme del dubbio sull’opportunità di ospitare l’orchestra israeliana. Questo in un periodo storico in cui la memoria – la stessa che si vuole celebrare per non dimenticare gli orrori del passato – sembra essere stata spazzata via e in cui a essere sotto inchiesta è il primo ministro (e non solo) dello Stato di Israele (e anche l’organizzazione terroristica di Hamas).
«Ho delle perplessità in merito alla decisione di proporre un simile concerto e non intendo parteciparvi – è infatti la reazione di Raoul Ghisletta, municipale socialista –. Sarebbe auspicabile che ci fossero delle dichiarazioni di pace e riconciliazione tra i due popoli durante il concerto e da parte della Ipo. Che è quello che mi sembra faccia la West Eastern Divan Orchestra, un’orchestra quasi militante per la pace dei popoli della regione. Credo che in questo momento storico sarebbe stato meglio ospitare lei piuttosto che il gruppo israeliano. Non voglio dire che bisogna cancellare l’evento, ma trovo sia un’operazione ambigua e che crea tensioni». Tra le ragioni, Ghisletta solleva un tema sul quale il Cusp ha basato la sua ultima lettera indirizzata al Lac. «Non mi sembra che l’orchestra si sia mai dissociata dagli eccessi della recente offensiva israeliana», ha espresso il municipale. Infatti, il coordinamento – critico sia nei confronti del Lac, sia dell’Asi che ha proposto di invitare i musicisti – scrive: “La Ipo non è un’istituzione culturale ‘apolitica’, ma un attore di primo piano nell’ambito della campagna di relazioni pubbliche che il governo israeliano mette in atto da decenni per salvaguardare la propria immagine e distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dalle continue violazioni del diritto internazionale commesse ai danni dei/delle palestinesi”.
A fornire da supporto a quanto affermato dal Cusp, si legge nella lettera, il sito Internet della Ipo. “Sito ufficiale che fornisce a nostro avviso sufficienti informazioni utili a far capire come la sua storia sia strettamente legata a quella dell’esercito israeliano e alle sue politiche di colonialismo di insediamento in Palestina”. Sul sito dell’orchestra, sempre secondo Cusp, si possono leggere i vari momenti storici ai quali ha partecipato, “continuando a esibirsi davanti ai soldati dell’esercito israeliano”. Tra i più recenti, viene menzionato un video sul canale YouTube del 21 aprile 2024 in cui la Ipo si sarebbe esibita assieme all’orchestra dell’esercito israeliano in uniforme. In un altro video del 22 ottobre 2023 il direttore d’orchestra Lahav Shani “ha dichiarato ‘siamo a fianco dei soldati che ci stanno proteggendo in questo momento’”. Ciò implica, si legge nel testo, che “la Ipo negli ultimi mesi non ha smesso di esprimere il proprio supporto alle truppe israeliane che stanno commettendo crimini di guerra e contro l’umanità”.
«Speriamo, in ogni caso, che al Lac si pronuncino parole che sappiano distanziarsi da una guerra in cui Israele ha chiaramente ecceduto nell’autodifesa ed è addirittura indagata per genocidio», ha concluso Ghisletta. Auspicio che secondo l’Asi verrà soddisfatto. «La nostra associazione – fa sapere a ‘laRegione’ il portavoce Asi – è apolitica e si batte da sempre per la pace, la sicurezza e la convivenza tra tutti i popoli della regione. Il concerto sarà aperto dalla testimonianza del professor Ivan Lefkovits, sopravvissuto alla Shoah. Il suo sarà un forte messaggio contro l’odio, il razzismo e i pregiudizi e a favore della pace». In merito alla vicinanza dell’orchestra all’esercito israeliano, il portavoce precisa che «quando un Paese è sotto attacco, è naturale che i suoi cittadini – compresi gli artisti – esprimano solidarietà verso chi li protegge. Questo non significa sostenere la politica di un determinato governo né di destra né di sinistra».
La Ipo, prosegue, «è sempre stata in prima linea nelle manifestazioni a favore della pace. Il tentativo di dipingerla come un’istituzione ‘politica’ è strumentale e fazioso». Inoltre, «la nostra associazione è sempre stata aperta al dialogo e alla collaborazione con qualsiasi entità che sostenga una soluzione di pace duratura e giusta per entrambi i popoli. Crediamo nella soluzione di due Stati per due popoli, dove israeliani e palestinesi possano vivere in sicurezza, democrazia e rispetto reciproco. Tuttavia – chiarisce – la pace non può essere un monologo unilaterale». Ospitare questo concerto, afferma il portavoce, «significa dare spazio alla cultura e alla bellezza, al di là delle polemiche politiche. Non possiamo accettare che la musica diventi ostaggio di una narrativa unilaterale, in cui si chiede sempre solo a Israele di giustificarsi. Perché la vera pace – conclude – non si costruisce con le accuse unilaterali, ma con la volontà reciproca di vivere in sicurezza, democrazia e rispetto. Finchè questa volontà non arriverà anche dall’altra parte, il dibattito rimarrà solo un esercizio di ipocrisia».
Per il Coordinamento tuttavia non c’è verso e organizza per lo stesso giorno un presidio davanti al Lac. Sulla locandina, in una grafica che imita schizzi di sangue, si legge: ‘Nessuna sinfonia in difesa del genocidio’. Presidio che suscita preoccupazione nel vicesindaco e presidente del Consiglio direttivo del Lac, Roberto Badaracco. «Mi auguro che non ci siano violenza né contestazioni sfrenate perché rovinerebbero il messaggio di una simile giornata e occasione di riflessione. Ognuno può non condividere e può criticare la decisione, così come è stato fatto dal Cusp, ma spero che questo non sfoci in uno spiraglio negativo, sarebbe un controsenso». «Per consuetudine – spiega il vicesindaco –, durante la Giornata della memoria, al Lac sono sempre stati proposti momenti dedicati alle testimonianze dell’Olocausto con varie iniziative riguardanti tutte le arti e discipline culturali. Per la pace, la condivisione e il ‘mai più’. Lo stesso discorso vale per quest’anno. La cultura non è ambito di boicottaggio. Non lo è mai stato neanche in passato. Per fare un parallelismo, quando è scoppiata la guerra in Ucraina, abbiamo evitato il revanscismo contro gli artisti russi. Per noi è preminente l’espressione culturale dell’artista. Per questo alla richiesta di annullare il concerto abbiamo detto di ‘no’, perché avrebbe rappresentato una sconfitta della cultura e della musica come linguaggio universale. Non si è trattato di uno schieramento. Non è questo l’intento di un evento che vuole invece promuovere momenti di riflessione e pace».