Da un paio d’anni sono in aumento le attività economiche legate al commercio al dettaglio: un trend opposto rispetto ad altri centri ticinesi. Perché?
Con un timido +1%, nel 2024 Lugano ha registrato una crescita delle attività dedite al commercio al dettaglio. Un aumento che segue il ben più solido +7,4% del 2023, confermando un trend positivo in atto già da alcuni anni. E non scontato. Intanto perché è in controtendenza rispetto ad altri importanti centri urbani del cantone, che registrano invece chiusure di rilievo. E il contesto svizzero e ticinese in generale, lo dicono gli ultimi dati del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo, è tutt’altro che roseo. Secondariamente, perché questo buon andamento arriva dopo un decennio difficile: a Lugano la crisi è arrivata forse prima, e prima è stata affrontata. Abbiamo cercato di capire con il presidente della Società dei commercianti di Lugano (Scl) questo ‘Sonderfall’.
«Si tratta di un risultato confortante, dato il contesto – valuta Rupen Nacaroglu –. È un dato che conferma una sensazione che si ha quando ci si muove in città: spesso c’è un bel movimento e anche quando un negozio chiude lo spazio rimane vuoto per poco tempo. Il ricambio è veloce. Già solo questo dato di fatto indica che Lugano è una città attrattiva per i commercianti e ora questi dati lo confermano. C’è interesse per gli spazi, c’è iniziativa. Significa che qui il commercio è tutto sommato in salute». Le cose stanno andando diversamente altrove però, da Bellinzona al Mendrisiotto. Come si spiega? «La questione è interessante e andrebbe approfondita, ma la mia impressione è che il buon andamento del commercio al dettaglio a Lugano in questi ultimi anni sia forse stato anche a scapito delle altre città. Le varie zone del cantone sono sempre più raggiungibili con il trasporto pubblico e sempre più velocemente, quindi ci si sposta di più e più volentieri. E il risultato potrebbe essere un certo accentramento nel centro urbano più grande del Ticino. Se voglio aprire un’attività, tendenzialmente scelgo Lugano piuttosto che un posto più piccolo».
Massa critica a parte, cos’è che fa la differenza e che rende Lugano più attrattiva? «Io credo che il turismo confederato, che è molto cresciuto grazie alla pandemia, sia un elemento importante. Anche solo il turismo di giornata». Nacaroglu sottolinea tuttavia che è importante non abbassare la guardia, «perché le condizioni quadro rimangono complesse: gli affitti sono elevati, c’è la concorrenza dell’Italia e il cambio franco-euro che spesso è sfavorevole. E poi c’è la sfida della digitalizzazione che tocca tutti. Come Scl, e vale anche per la Città e tutti gli altri enti coinvolti, è necessario continuare a lavorare e a impegnarsi per mantenere elevata l’attrattiva. Ad esempio organizzando eventi, come Negozi in musica – in collaborazione con il Conservatorio della Svizzera italiana – che anche se esiste solo da un paio d’anni si è rivelato un’intuizione azzeccata ed è di richiamo. Non si può non citare il circuito MyLugano con i LVGA (la moneta digitale della Città, ndr), che ha preso sempre più piede. Poi, naturalmente, anche i commercianti stessi devono fare la propria parte».
Nella sua recente intervista a ‘laRegione’ la presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga, affrontando il tema della crisi delle vendite al dettaglio, ha detto fra le altre cose che i negozianti devono essere bravi nel sapersi reinventare. È d’accordo? «È senz’altro un tema. Aggiornarsi ed essere al passo coi tempi è imprescindibile per chi desidera fare questo lavoro. Cercare sempre nuove soluzioni per mantenersi competitivi è essenziale. La digitalizzazione in questo è fondamentale, bisogna trovare il modo di attrarre un pubblico attraverso il web, che possa essere motivato a recarsi anche al negozio fisico. Chiaramente per alcuni settori commerciali è una sfida più complessa che per altri, ma chi può deve lanciarsi». Per mantenere questo risultato positivo cosa potete fare? «A parte il discorso del costante rinnovamento, è importante fare gioco di squadra. Da tutti i punti di vista. Ad esempio, essere uniti quando ci sono le aperture straordinarie durante la bella stagione o sotto Natale: più negozi aperti ci sono e meglio è, si crea un circolo virtuoso del quale beneficiano tutti. E poi, a livello istituzionale, è importante portare avanti un’efficace strategia di rete. Dall’ente pubblico al settore turistico, passando dalla ristorazione agli organizzatori di eventi e ai gestori di strutture ricreative, fino ovviamente ai commerci: tutti devono fare la propria parte ed è necessario coordinarsi. È una grande sfida».