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La Filarmonica di Lugano per la prima volta guidata da una donna

Morena Ferrari Gamba è la nuova presidente, subentra a Luca Cattaneo dopo cinque anni. Le sfide della più antica associazione cittadina ancora in attività

Morena Ferrari Gamba raccoglie il testimone da Luca Cattaneo. Nel riquadro in alto a sinistra, il maestro Franco Cesarini
19 settembre 2024
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Con 194 anni di storia, è la più antica associazione ancora in attività della Città. Un ente strutturato fra cinque anime – l’omonima Civica Filarmonica di Lugano con circa 85 elementi, la Filarmonica di Pregassona che ne conta circa 30-35, il Gruppo Tamburini, il Quintetto Andersen e la Scuola musicale che conta circa 160 allievi –, nonché la realtà bandistica più grande del cantone. E per la prima volta nella sua storia, sarà presieduta da una donna: Morena Ferrari Gamba, che guida a sua volta un Ufficio presidenziale interamente al femminile. L’ex prima cittadina ha raccolto il testimone da Luca Cattaneo a inizio giugno, che ha guidato il sodalizio per cinque anni, durante i tribolati anni pandemici. Li abbiamo sentiti.

Cattaneo, quali sono stati gli aspetti sui quali ha maggiormente lavorato dal 2019 al 2024?

È stato un periodo intenso a tutti gli effetti dietro le quinte. Io sono un grande sostenitore della milizia e del volontariato. Fin dal principio il mio paradigma è stato quello di dare fiducia e responsabilizzare le singole unità dell’associazione. Essendo il mondo in cui viviamo sempre più complesso e burocratico, mi sono però presto reso conto che, anche in un’associazione come la nostra, era necessario un mio intervento concretizzatosi con l’introduzione di nuovi processi e una struttura più organizzata. Proprio perché sostengo la milizia, ho una preoccupazione generale: se in una realtà come la Civica non bastano più i volontari, ma dobbiamo affidarci a dei professionisti, e in alcuni casi è stato inevitabile, allora il mondo associativo svizzero ha un problema. La politica su questo deve fare di più.

Il Covid come ha influito sul lustro?

Nel 2020 avremmo dovuto organizzare i festeggiamenti per i 190 anni della Civica, ma il Covid ha ridimensionato completamente tale importante traguardo. Inoltre, ha complicato ogni attività. Dopo un iniziale blocco e la ripresa con diversi vincoli, le due bande sono ripartite più forti di prima e con la Scuola di musica ci siamo organizzati per fare le lezioni a distanza e parliamo di insegnamento di uno strumento prevalentemente a dei bambini. E qui devo ringraziare molto i docenti di musica. È stata una sfida ed è riuscita.

Cosa avrebbe voluto fare e non ha fatto?

Di cose avrei voluto farne molte, ma il Covid ha ribaltato tanti piani. In ogni caso, ho riorganizzato il segretariato, ho iniziato una transizione nella comunicazione e investito molte energie sullo sviluppo dell’attrattività formativa della scuola: nuovi strumenti, progetti d’insegnamento, la creazione di un nuovo gruppo di musica per ragazzi (I Perdifiato) e intensificato la collaborazione con le altre realtà bandistiche di Lugano. La nostra scuola è ora una sorta di ‘centro di competenze’ per l’insegnamento degli strumenti bandistici. Il rapporto con la Città è stato costante e fondamentale. Ma più di tutti devo ringraziare quelli che sono stati i miei collaboratori e chi fa musica.

La Civica che ‘consegna’ è in salute?

Ritengo giusto che ci siano dei cicli e quindi era per me giusto lasciare in questo momento. Lascio un’associazione, anche ringiovanita, che ha voglia di fare e di svilupparsi ulteriormente per affrontare nuove sfide. Quello che è per me importante è pure lasciare una Scuola di musica in crescita e pure con nuovi progetti entusiasmanti. Certo, ci sono stati per me momenti e decisioni anche difficili da prendere, ma in definitiva è stata un’esperienza molto arricchente e con soddisfazioni anche personali. Il mio auspicio è quello di aver lasciato un’impronta positiva e che possa essere un buon punto di partenza per chi mi ha sostituito. E conoscendo Morena, sono felice che sia lei.

Ferrari Gamba, quali invece gli obiettivi che si è fissata lei per la sua presidenza?

Premesso che la musica bandistica non è minore, ma altrettanto importante come la grande musica classica. Uno degli obiettivi che mi sono data è quello di far capire che la stessa non è folclore, ma portatrice di tradizioni, parte della nostra storia, che vive in mezzo alla gente portando nelle piazze anche la musica colta. Per me un immenso onore assumere la presidenza di un’associazione con tanta storia e prestigio. Ringrazio chi mi ha preceduto per il grande lavoro profuso. Inizialmente mi metterò all’ascolto, cercherò di conoscere bene la struttura, i maestri e i collaboratori e il contesto in cui ci muoviamo.

Che collaborazioni si possono immaginare?

Il settore musicale della nostra città è molto dinamico: coinvolge oltre 7mila persone, tra insegnanti, allievi e volontari. Ogni realtà associativa ha le sue difficoltà a sopravvivere, gli aiuti non sono mai abbastanza e contare sul volontariato diventa sempre più difficile. Pertanto, sarà importante instaurare delle collaborazioni, soprattutto nella formazione musicale, per non disperdere risorse ed energie, compreso l’insegnamento nelle scuole, coinvolgendo pubblico e privato, con l’obiettivo comune di allargare il numero dei giovani che studiano musica e che suonano insieme per garantire una continuità.

In un contesto culturale e musicale vario come quello odierno, come si possono motivare i più giovani a suonare in una filarmonica?

Nel 1996 all’interno della Civica è stato costituito il Quintetto Andersen proprio per avvicinare i giovanissimi in modo gioioso e giocoso alla musica. Il gruppo è specializzato nella narrazione musicale di fiabe e collabora con la Direzione dell’istituto scolastico comunale per la promozione musicale nelle scuole. I giovani si coinvolgono se li si appassiona. Come molti aspetti della cultura, purtroppo, si sottovaluta l’importanza all’educazione musicale sin da giovani, che va ben al di là dell’imparare a suonare il flauto dolce. In quest’epoca dove le comunità si sfilacciano, i giovani si sentono sempre più smarriti, la musica può rappresentare un momento ricreativo, un aiuto nella ricerca della propria identità, un mezzo per esprimere i propri sentimenti e per creare relazioni sociali. Come lo sport, anche l’educazione musicale è fondamentale per la crescita, oltre a essere un importante servizio alla comunità. Imparare musica e crescere in una banda, in un ambiente fra l’altro intergenerazionale, ti fa sentire parte di un gruppo e dà senso alla fatica e all’impegno quotidiano consentendo la creazione di armonie non solo musicali ma anche relazionali e sociali.

Questioni ‘politiche’ aperte e da risolvere?

Come molte realtà culturali, purtroppo, le difficoltà economiche per reperire fondi sono sempre molto alte. Bisogna riconoscere che la Città fa molto, sia con i contributi sia con la messa a disposizione degli spazi per le prove e per la scuola. Ma la macchina organizzativa è molto grande ed è necessario poter contare anche su altri finanziamenti. Questo farà parte del mio impegno, cercando di allargare i soci, gli allievi, la partecipazione del pubblico, facendo anche un lavoro più capillare di promozione, per far conoscere questa importante realtà, come lo è stata in tutti questi suoi 194 anni di storia e fiore all’occhiello della nostra Città.

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