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Ex casa comunale di Lugaggia: fuoco incrociato sulla vendita

Zeno Casella e Lorenza Ponti Broggini a confronto in vista del referendum del 9 giugno, che deciderà il futuro dello stabile di Capriasca

28 maggio 2024
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Cosa ne sarà dell’ex casa comunale di Lugaggia? Vuota dalla scorsa estate, il 18 dicembre il Consiglio comunale (Cc) di Capriasca ha approvato – 18 voti contro 13 – la vendita dell’edificio per un valore minimo di 940’000 franchi. Immediatamente è scattata la raccolta firme per un referendum comunale, che si terrà il 9 giugno. In vista del voto, sabato scorso, moderato dal collega Carlo Canonica, si è tenuto un dibattito fra Zeno Casella (consigliere comunale del Partito comunista), in rappresentanza del comitato contrario alla vendita, e Lorenza Ponti Broggini (ex consigliera comunale del Centro), che ha spiegato le ragioni dei favorevoli.

Lo stabile ha un passato polifunzionale. Negli anni ha ospitato uffici amministrativi, spazi scolastici e da ultimo la sede della Polizia Torre di Redde. È inserita nel nucleo vecchio del paese, in un comparto che ospita diverse case protette, a differenza dell’edificio in questione. Come mai non è tutelata anch’essa?

Ponti Broggini: Perché non ha dei pregi architettonici tali da meritare la protezione.

Casella: Non è un bene culturale nel senso effettivo del termine, anche se durante questa campagna c’è chi ne ha evocato il passato e la memoria nella comunità. È uno stabile che fa parte del patrimonio locale. E riteniamo che potrebbe avere ancora molto da offrire alla collettività.

Quale sarebbe il suo possibile utilizzo?

Casella: Potrebbe rispondere a diversi bisogni della popolazione. A cominciare dal fornire spazi per l’amministrazione comunale. Sappiamo che al Palazzo comunale di Tesserete c’è una situazione problematica sotto diversi punti di vista. L’ex casa comunale di Lugaggia, con un investimento relativamente ridotto e in tempi brevi, potrebbe tornare utile. Si è parlato molto, inoltre, della possibilità di insediare un asilo nido nello stabile. Averne uno a Lugaggia potrebbe rispondere a un’esigenza di forte interesse pubblico: molti cittadini portano i propri figli al nido fuori dal territorio comunale. L’edificio potrebbe anche servire come spazio per le associazioni, nonché per il coworking o per degli alloggi a pigione moderata. Ci piacerebbe che ci fosse un dibattito sull’utilizzo degli spazi comunali.

Ponti Broggini: È vero che ha avuto una funzione pubblica, ma il contesto era diverso. La polizia non è stata spostata per risparmiare, ma per fornire alla popolazione un servizio migliore rispetto a quando stava a Lugaggia. Il discorso è anche di tipo economico. Se noi avessimo finanze molto floride, nulla impedirebbe di tenerla. Ma così non è. Sono state fatte delle valutazioni e l’ex casa comunale di Lugaggia non adempie più a dei criteri di utilizzo pubblico sensato. La pianificazione finanziaria del Comune prevede che qualcosa della trentina di edifici pubblici ereditati da Capriasca a seguito delle aggregazioni sia venduto. Bisogna fare delle scelte e questo è lo stabile di minor pregio. Sottolineo inoltre due aspetti: il Municipio ha chiesto l’autorizzazione a vendere e non la vendita tout court. Inoltre, per prevenire che la casa sia svenduta è stato posto un piede d’asta, fissato da una perizia immobiliare.

Non c’è il rischio che capiti come a Lopagno, ossia che l’ex casa comunale rimanga invenduta e inutilizzata per anni?

Ponti Broggini: È possibile. Se non si dovessero trovare gli acquirenti, il Municipio tornerebbe in Cc con una nuova proposta.

Casella: Lorenza parlava di fare scelte. È un discorso che possiamo anche condividere fino a una certa misura e siamo disposti a entrare in discussione sulla vendita di alcuni stabili. Ma allo stesso tempo non vogliamo vendere i gioielli di famiglia. Riteniamo sia poco lungimirante vendere uno stabile che può essere utilizzato per vari scopi in tempi brevi, a queste condizioni.

Ponti Broggini: Non sono d’accordo sul tema dei costi di rinnovamento. Mettiamo, per esempio, che a occupare lo stabile sia un asilo nido. Se attuati dall’ente pubblico, i costi di sistemazione dell’edificio sarebbero il doppio rispetto a quelli sostenuti da un privato perché l’ente pubblico per legge deve sottostare a delle esigenze che per i privati non sono obbligatorie. E non mi sembra che ci sia davvero una volontà da parte vostra di discutere di eventuali vendite di stabili comunali. È da anni che discutiamo della necessità finanziaria di farlo.

Casella: Già durante la discussione sul Piano finanziario abbiamo detto che per noi alcuni stabili sono alienabili, ad esempio l’ex ufficio tecnico di Sala Capriasca. D’altra parte, non stiamo chiedendo di tenere questa casa e di sistemare le altre 29 tutte subito. Riteniamo che sia sbagliato privarsi oggi di qualcosa che potrebbe tornarci utile sia a breve termine sia fra 20 o 30 anni, come la casa di Lugaggia. Bisognerebbe piuttosto seguire il solco di altri Comuni, come Lugano e Mendrisio, che hanno capito l’importanza di valorizzare il proprio patrimonio immobiliare.

Qualora dovesse vincere il ‘no’, dove si andrebbero a prendere i soldi per la ristrutturazione degli edifici che si ha in programma di mettere a posto, come Casa Pasqualini-Battaglini a Cagiallo, Casa Cattaneo a Lugaggia e l’ex casa comunale di Sala Capriasca?

Ponti Broggini: Si creerebbe un problema. Ma non tanto per gli investimenti a lungo termine. Questi 940’000 franchi che si ricaverebbero dalla vendita servono ora: il Comune ha 70 milioni di indebitamento nei confronti delle banche ed è importante porvi un freno per una questione di sostenibilità finanziaria.

Casella: È vero, c’è un indebitamento pubblico elevato, ma non è l’unico indicatore da guardare: l’anno scorso il Comune ha registrato un avanzo d’esercizio di 1,1 milioni. E non è un’eccezione. Inoltre, ricordo che durante la discussione sul Piano finanziario i gruppi di maggioranza in Cc avevano proposto una lista di priorità e si era detto che per Casa Cattaneo andavano fatti interventi conservativi, che tradotto significa altri anni di abbandono. Quindi non è vero che se si vende la casa di Lugaggia, nel giro di pochi anni Casa Cattaneo sarà messa a disposizione della cittadinanza.

Ponti Broggini: In Cc è passato l’emendamento che stabilisce che i proventi della vendita andranno a favore degli stabili comunali, e non specificatamente di Casa Cattaneo. Sui conti: è vero che c’è l’avanzo d’esercizio, ma come dicevo non possiamo dimenticarci della situazione finanziaria globale e degli investimenti fatti e da fare. Inoltre, un punto di incontro per associazioni ed eventi a Lugaggia c’è già: la scuola dell’infanzia è stata dotata di una sala multiuso. Uno spazio che purtroppo non viene utilizzato, non è mai stato richiesto.

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