Deceduta all'ospedale la fondatrice di ‘Insieme per la pace’ che ha dedicato una vita ad aiutare le vittime della guerra in Ruanda

Verrà ricordata per la sua grande umanità Gabriella Caldelari, che si è spenta, poco più che ottantenne, la notte scorsa all’ospedale Italiano dopo due mesi di cure per malattia. Una donna con un profondo senso del sociale, che l’ha spinta a dedicare la sua vita ad aiutare il prossimo. Dopo aver svolto le scuole dell’obbligo in città, nel 1962 si diploma alla Scuola Magistrale di Locarno come maestra di scuola dell’infanzia. Sin dagli Settanta del secolo scorso, si è impegnata nell’accoglienza dei rifugiati cileni e nel movimento femminista. Ha insegnato ad Arzo e a Pazzallo. Dal 1986 ha lavorato come educatrice all’Otaf di Sorengo e al Don Orione di Lopagno.
Gabriella Caldelari era un personaggio parecchio noto nel Distretto e a livello cantonale, soprattutto per la fondazione di “Insieme per la pace”, l’associazione, con sede a Signôra, in Valcolla, che lei aveva fondato con alcuni amici. Un’associazione costituita nel 1994, dopo che nell’aprile di quell’anno le terribili notizie e immagini sul genocidio in Ruanda sconvolsero la sua vita. Sentì il forte bisogno di andare a soccorrere bambini in pericolo di morte, feriti, soli e abbandonati dopo l’uccisione dei loro genitori. Venne a sapere che Mariapia Fanfani era già riuscita a portare in Italia una cinquantina di orfani condannati a morte, le scrisse offrendole un contributo finanziario e la sua disponibilità ad aiutarla nella prossima spedizione in Ruanda.
L’esperienza le ha segnato profondamente la vita, tanto che decise di lasciare l’insegnamento e di dedicarsi esclusivamente ad aiutare le vittime di una guerra, tra le più sanguinose e tremende della storia dell’Africa del secolo scorso (dal 6 aprile a metà luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente, con armi da fuoco e a colpi di machete e bastoni chiodati tra 800’000 e 1 milione di persone su una popolazione totale di 7 milioni, di trent’anni fa). Le vittime furono di etnia prevalentemente Tutsi (circa il 20% della popolazione), ma le violenze finirono per coinvolgere anche Hutu moderati appartenenti alla maggioranza del Paese.
Da allora, Gabriella Caldelari si è recata parecchie volte in Ruanda. Dapprima, la sua associazione si è concentrata sugli aiuti d’emergenza, poi ha promosso adozioni a distanza, per dare una speranza di futuro ai bimbi rimasti soli. Ne ha perfezionati più di mille con una quota di 600 franchi annui per ciascuna. L’associazione di Gabriella, lo ricordiamo, come primo progetto, sviluppò l’apicoltura: per il miele e per l’impollinazione. Poi, venne finanziata la costruzione di un centro sociale e la ristrutturazione di un laboratorio di ricamo. Poi, è stata la volta della panetteria, con un forno a legna. Per far fronte all’atavica emergenza di acqua, l’associazione ha sostenuto la realizzazione di un impianto che riesce a captarla tramite l’energia solare. Come spiegò lei stessa, l’associazione comprò il materiale in Belgio e, a partire dal 2010, sono state già piazzate oltre 70 pompe, con l’impegno di un milione di franchi. Da quando è sorta “Insieme per la pace”, Gabriella Caldelari è riuscita a convogliare, fino a qualche anno fa, in Ruanda aiuti quantificabili in 16 milioni di franchi. L’associazione ha supportato inoltre, con un contributo finanziario mensile, oltre 130 anziani che vivono situazioni di estrema indigenza. Una piccola “pensione” che serve ad assicurare una vita decorosa a una fascia di popolazione spesso dimenticata dalle associazioni umanitarie.
“Insieme per la pace” ha ricevuto numerose attestazioni. Tra queste, spiccano quelle ricevute nel 1994 da papa Giovanni Paolo II (con Mariapia Fanfani) e nel 1996 da Madre Teresa di Calcutta. Risale invece al 2014, il Label da “Solidarit’eau suisse” che ha riconosciuto nell’associazione l’impegno Organizzazione di aiuto allo sviluppo a garantire al più gran numero possibile di persone in Paesi in via di sviluppo l’accesso all’acqua potabile. Nel 2016, Gabriella Caldelari ricevette pure il Premio Giovanni Cansani. Ai familiari giungano le condoglianze de laRegione.