Luganese

I dipendenti del comune dovranno restituire oltre 4 milioni

Oltre cento gli impiegati ed ex impiegati a Campione d'Italia, che hanno ricevuto, fino al 2018, assegni a cui non avevano diritto

Una vicenda potenzialmente esplosiva
(Ti-Press)
17 ottobre 2023
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Oltre cento fra dipendenti ed ex dipendenti di Campione d'Italia devono restituire alle casse comunali una somma complessiva di 4 milioni e 662mila franchi. Soldi che sono stati percepiti da luglio 2013 a dicembre 2017. Un assegno ad personam che, legato alla differenza del cambio, era stato introdotto nel 1996 dalla giunta municipale guidata da Roberto Salmoiraghi. Una indennità che “in contrasto con i vincoli risultanti di contratti collettivi nazionali”, non era dovuta e che, unitamente ad altre somme di denaro (280mila franchi) allegramente elargite a due dirigenti comunali, avrebbe contribuito a dissanguare le finanze del Comune, in dissesto finanziario dall'estate 2018. Tesi sostenuta da Quirino Cervellini, direttore centrale del Ministero delle finanze e dell'economia, consulente della Procura di Como, impegnata nella vasta inchiesta su Casinò e Comune dell'enclave.

Prima di passare alla cassa il comune di Campione, nei mesi scorsi aveva incaricato un studio legale di formulare un parere pro veritate sulla urticante vicenda, per chi ora è chiamato a restituire parecchi quattrini. E il parere giunto in questi giorni in riva al Ceresio, conferma le conclusioni a cui era giunto l'alto dirigente ministeriale in riscontro a “taluni quesiti della Procura di Como circa le cause che hanno determinato il dissesto finanziario del comune di Campione d’Italia”. Conclusioni che, ricordiamo, supportano l’accusa sia nel processo in Corte dei Conti a Milano – si è in attesa della decisione dei giudici contabili – che quello in stand-by in Tribunale penale a Como (qui i reati sono ormai quasi tutti prescritti: resta l’accusa di bancarotta legata al concordato preventivo del Casinò).

Commenta Roberto Canesi, sindaco di Campione d'Italia, lo stato dell'arte di una vicenda che in riva al Ceresio, rischia di diventare esplosiva: «A questo punto dobbiamo dare seguito alla lettera – afferma – che nei mesi scorsi abbiamo inviato a dipendenti ed ex dipendenti in servizio nei cinque anni compresi fra il 2013 e il 2017 per chiedere la restituzione degli importi percepiti considerati non dovuti. Prossimamente con l’Organo straordinario del Comune, dottor Luca Corvi faremo il punto sulle somme che dovranno essere restituite. Un adempimento dovuto, al quale non possiamo sottrarci». Stando ad alcune stime, sarebbe dai 30mila ai 60mila franchi la forbice delle somme che ogni dipendente o ex dipendente comunale dovrà restituire. Somme che sarebbero state ben maggiori se sugli assegni ad personam – soppresso nel 2018 da Roberto Salmoiraghi – percepiti dal 1996 al 2012 non fosse intervenuta la prescrizione. Una magra consolazione. In riva al Ceresio si aspettano giorni di grande tensione.

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